31 maggio 2008

La leggerezza


Dedicherò la prima conferenza all’opposizione leggerezza-peso, e sosterrò le ragioni della leggerezza. Questo non vuol dire che io consideri le ragioni del peso meno valide, ma solo che sulla leggerezza penso d’aver più cose da dire. Dopo quarant’anni che scrivo fiction, dopo aver esplorato varie strade e compiuto esperimenti diversi, è venuta l’ora che io cerchi una definizione complessiva per il mio lavoro; proporrei questa: la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio. In questa conferenza cercherò di spiegare - a me stesso e a voi - perché sono stato portato a considerare la leggerezza un valore anziché un difetto; quali sono gli esempi tra le opere del passato in cui riconosco il mio ideale di leggerezza; conte situo questo valore nel presente e come lo proietto nel futuro. [...] Oggi ogni ramo della scienza sembra ci voglia dimostrare che il mondo si regge su entità sottilissime: come i messaggi del DNA, gli impulsi dei neuroni, i quarks, i neutrini vaganti nello spazio dall’inizio dei tempi... Poi, l’informatica. E’ vero che il software non potrebbe esercitare i poteri della sua leggerezza se non mediante la pesantezza del hardware; ma è il software che comanda, che agisce sul mondo esterno e sulle macchine, le quali esistono solo in funzione del software, si evolvono in modo d’elaborare programmi sempre più complessi. La seconda rivoluzione industriale non si presenta come la prima con immagini schiaccianti quali presse di laminatoi o colate d’acciaio, ma come i bits d’un flusso d’informazione che corre sui circuiti sotto forma d’impulsi elettronici. Le macchine di ferro ci sono sempre, ma obbediscono ai bits senza peso. E’ legittimo estrapolare dal discorso delle scienze un’immagine del mondo che corrisponda ai miei desideri? Se l’operazione che sto tentando mi attrae, è perché sento che essa potrebbe riannodarsi a un filo molto antico nella storia della poesia. Il De rerum natura di Lucrezio è la prima grande opera di poesia in cui la conoscenza del mondo diventa dissoluzione della compattezza del mondo, percezione di ciò che è infinitamente minuto e mobile e leggero. Lucrezio vuole scrivere il poema della materia ma ci avverte subito che la vera realtà di questa materia è fatta di corpuscoli invisibili. E’ il poeta della concretezza fisica, vista nella sua sostanza permanente e immutabile, ma per prima cosa ci dice che il vuoto è altrettanto concreto che i corpi solidi. La più grande preoccupazione di Lucrezio sembra quella di evitare che il peso della materia ci schiacci. Al momento di stabilire le rigorose leggi meccaniche che determinano ogni evento, egli sente il bisogno di permettere agli atomi delle deviazioni imprevedibili dalla linea retta, tali da garantire la libertà tanto alla materia quanto agli esseri umani. La poesia dell’invisibile, la poesia delle infinite potenzialità imprevedibili, cosi come la poesia del nulla nascono da un poeta che non ha dubbi sulla fisicità del mondo. Questa polverizzazione della realtà s’estende anche agli aspetti visibili, ed è là che eccelle la qualità poetica di Lucrezio: i granelli di polvere che turbinano in un raggio di sole in una stanza buia (II, 114-124); le minute conchiglie tutte simili e tutte diverse che l’onda mollemente spinge sulla bibula barena, sulla sabbia che s’imbeve (II, 374-376); le ragnatele che ci avvolgono senza che noi ce ne accorgiamo mentre camminiamo (III, 381-390). [...] La gravità senza peso di cui ho parlato a proposito di Cavalcanti riaffiora nell’epoca di Cervantes e di Shakespeare: è quella speciale connessione tra melanconia e umorismo, che e stata studiata in Saturn and Melancholy da Klibansky, Panofsky, Saxl. Come la melanconia è la tristezza diventata leggera, cosi lo humour è il comico che ha perso la pesantezza corporea (quella dimensione della carnalità umana che pur fa grandi Boccaccio e Rabelais) e mette in dubbio l’io e il mondo e tutta la rete di relazioni che li costituiscono. Melanconia e humour mescolati e inseparabili caratterizzano l’accento del Principe di Danimarca che abbiamo imparato a riconoscere in tutti o quasi i drammi shakespeariani sulle labbra dei tanti avatars del personaggio Amleto. Uno di essi, Jaques in As You Like It, cosi definisce la melanconia (atto IV, scena I):
... but it is a melancholy of my own, compounded of many simples, extracted from many objects, and indeed the sundry contemplation of my travels, which, by often rumination, wraps me in a most humorous sadness.
... è la mia peculiare malinconia composta da elementi diversi, quintessenza di varie sostanze, e più precisamente di tante differenti esperienze di viaggi durante i quali quel perpetuo ruminare mi ha sprofondato in una capricciosissima tristezza
.
Non è una melanconia compatta e opaca, dunque, ma un velo di particelle minutissime d’umori e sensazioni, un pulviscolo d’atomi come tutto ciò che costituisce l’ultima sostanza della molteplicità delle cose.

(Italo Calvino, Lezioni americane)

30 maggio 2008

IL COMUNE SENSO DEL BILANCIO

LA STANZA DEL BUCO

-PENSIERINO ZEN DELLA CUTA: "SE TI PIACE FARE BUCHI PUOI CANDIDARTI ALLE PROSSIME ELEZIONI"
-PENSIERINO ZEN DI SETTARIE: "TI PIACE L'ASTRONOMIA, PARTECIPA AL CONSIGLIO COMUNALE E SCOPRIRAI COME SI FORMA UN BUCO NERO!"
-PENSIERINO ZEN DELLA "VIODA": "SE FAI POLITICA NON DEVI AVER PAURA...LA DEVONO AVERE I CITTADINI!"
LA REDAZIONE

IL BILANCIO COMUNE

LA MAGGIORANZA E' COMPATTA!!!


LA REDAZIONE

TRATTO DA...



Avvelenati e multati, ovvero, cornuti e mazziati
4 maggio 2008 (Pino Cacucci, tratto da http://www.feltrinellieditore.it/BlogItem?item_id=2705)

Bologna ha sforato di almeno il triplo il massimo di giornate concesse dall’Unione Europea riguardo i livelli di inquinamento, soprattutto da polveri sottili. Per questo, la UE comminerà multe in base al numero di giorni in cui l’aria è considerata altamente nociva per la salute dei cittadini. Risultato: i cittadini dovranno sborsare i milioni di euro della “punizione esemplare” tramite il prelievo fiscale, come dire che dopo essere stati avvelenati veniamo pure rapinati. Il classico “cornuti e mazziati”. Se le pene previste dalla UE fossero in giorni di carcere per gli amministratori, o quanto meno se le multe venissero prelevate dai loro stipendi (oddio, sto facendo del populismo-qualunquismo?) sono pronto a scommettere che chi gestisce la cosa pubblica si sarebbe preoccupato non poco di salvaguardare la nostra salute. Per esempio, convertendo a metano, ma meglio ancora a energie rinnovabili (leggi pannelli solari) il vergognoso numero di condomini e palazzi storici che in centro bruciano tonnellate di gasolio per il riscaldamento nel lungo periodo invernale e il semplice uso di acqua calda anche d’estate. Non è per un caso fortuito che gli sforamenti avvengano esattamente a partire dal giorno in cui si accendono i riscaldamenti (un solo centro commerciale brucia energia quanto una portaerei, per di più, i suddetti palazzi patrizi del centro ospitano banche, uffici pubblici e privati, esercizi commerciali). E aggiungendo a tanta scelleratezza la perniciosa pigrizia dei bolognesi (la maggioranza, e stragrande) che usano l’auto anche per andare a comprare la mortadella dietro casa, ecco come siamo messi.Altro caso di cornuti e mazziati è quello di Rete 4: se non va sul satellite lasciando libere le frequenze assegnate a Europa 7, milioni, anzi centinaia di milioni di euro di multe per ogni giorno che Rete 4 continua a trasmettere. E così, per vedere la faccia di Emilio Fede e le sue irrestibili gag comiche spacciate per un telegiornale, paghiamo di tasca nostra pure le multe. Perché l’assurdo è che a essere multato è lo stato italiano – quindi le sue casse - non Mediaset che rastrella proventi pubblicitari con Rete 4. E ora che lo stato e Mediaset sono tornati a essere la stessa cosa, a pagare siamo sempre e solo noi, i cornuti e mazziati che non evadono le tasse.Stesso copione per la munnezza bruciata a Napoli: quelli non riciclano, producono diossina, interrano mostruosità chimiche, e tutti gli abitanti del paese a forma di scarpa vecchia pagano le relative multe, compresi quanti stanno ormai da anni riciclando un’alta percentuale di rifiuti senza bruciare niente o quasi. A tale proposito, il prof. Montanari ci ricorda che nel pianeta ci sono metropoli come San Francisco, Seattle, Perth o Canberra che non hanno inceneritori semplicemente perché riciclano tutto. Incredibile, visto da qui.Ecco perché a suo tempo eravamo così contrari all’Europa di Maastricht, sostenendo che c’era la fregatura per i cittadini e tutti i vantaggi per le imprese: loro fanno cazzate, e noi paghiamo i cocci rotti. Ma ricordo che un certo Romano Prodi era il più convinto assertore del trattato di Maastricht… E in un’intervista fattagli da Paolo Barnard e trasmessa da Report, diceva: “Ciò che è buono per le multinazionali, perché non dev’essere buono anche per i cittadini?”. Non si tratta di essere contro la UE (mi basta che lo siano il neo-no-global Tremonti e il neanderthaliano Bossi con tutta la sua banda di sbracati lanzichenecchi per stare dall’altra parte), ma di essere contro quegli accordi che imponevano esattamente la logica dei cornuti e mazziati, avvelenati e multati, rincoglioniti dalla tv e salassati anche se la teniamo spenta.

29 maggio 2008

NOTIZIE IN PISCINA CON PENSIERINO ZEN

*Il PD diventa come un Centro di Prima Accoglienza per gli sbandati della politica; per tutti quelli che sono okay, pregano ogni sera, sono contro il matrimonio però si sposano, vanno in Africa e pure a Las Vegas, ecc. ecc. e basta!
*Il Cercatore Versace parroco di Dallas diventa cardinale e fa una festa a Miami.
*L'ispettore Tisbia è sulle tracce dell'assessore allo spettacolo, mai comparso sulla scena politica locale.
*Il sindaco tiene una lezione all'università. Gli studenti hanno capito molto bene tutto quello che non si deve fare per diventare un politico serio!
PENSIERINO ZEN : "SE AD ACRI FAI IL MURATORE, IL TUO FUTURO E' IN POLITICA!"

28 maggio 2008

IL VOTADONE



Finalmente l'impegno dei Sevizi Sociali ha avuto l'effetto sperato. Presto aprirà il Centro di Accoglienza "SCONFUSIONATI", dove troveranno ricovero quei comunisti sventurati che per Acri votavano PCI, ma a livello regionale erano costretti a sostenere e votare il PLI o la DC. Questa frustrazione gli ha causato non poche deviazioni mentali, tanto da ricorrere per anni alle cure di uno psicanalista, che poi ha gettato la spugna. Ormai, eravamo abituati a vederli per le strade a farfugliare "PCIDCPLI", nella confusione di non aver mai avuto un'idea! Ora, troveranno riparo in questo Centro ed il Tribunale di Cosenza, in accordo con l'ASL, molto umanemente, per diminuire il loro smarrimento, ha deciso di togliergli la tessera elettorale. "La cura migliore è di non farli più votare, ma nel frattempo dovremmo curarli con il VOTADONE", così ha dichiarato uno dei medici presenti nel Centro. MENO MALE!


ANGELO SPOSATO

27 maggio 2008

L’ONDA D’ARTE


Il riscontro di consensi ottenuto dal pittore acrese Rino Scaglione, grazie anche agli elogi e critiche positive su riviste specializzate dell’arte, svela ancora di più la scena delle produzioni artistiche della città. Il fermento di arte pura, non quella applicata, è espresso da più personaggi che si adoperano ad interpretare la realtà con gli strumenti pittorici, a seconda della propria espressione di legame a correnti culturali ed artistiche ed alla rielaborazione di queste in termini di contemporaneità. A pittori già noti in città, come Giacinto Ferraro, Filippo Gallipoli e Giuseppe De Vincenti, i quali da tempo hanno aperto gallerie personali su internet, si unisce una new wave già consolidata presso un discreto pubblico acrese ed anche fuori regione. In particolare artisti come Luciano Le Pera, che esprime in pittura e scultura quella cultura techno-house usando spesso colori industriali e pezzi meccanici, è già stato ospite di più manifestazioni sia in Calabria che in Puglia. Oppure, Loredana Barillaro che sperimenta nella sua opera l’accostamento tra colori e materiali di diversa natura, come stoffe o lattine, ed in più è anche organizzatrice di mostre, proponendo insieme pittori e poeti. A loro si aggiunge la pittrice Monica Siciliano, che porta nelle sue opere il mondo delle donne, interpretandole sempre in maniera esotica come espressione di una spiritualità e corporeità appassionate e passionali. Lei, pure, è gia stata protagonista di diverse esposizioni, una delle quali personale e personalmente organizzata. Tutto questo fervore, ben radicato e tangibile, il Museo Civico di Arte Contemporanea di Acri non sembra accoglierlo, continuando a non ospitare il talento e le capacità di questi giovani ed attivi artisti acresi, come spesso accade nei confronti delle novità.
(NELLA FOTO UN'OPERA DI LOREDANA BARILLARO)

ANGELO SPOSATO

TENIAMOCI STRETTO!

LO STRETTO NECESSARIO

FINIREMO TUTTI SOTTO UN PONTE !
LA REDAZIONE

26 maggio 2008

24 maggio 2008

Venezia. Vietato mendicare



Quanto sia illuminato e tollerante il sindaco-filosofo di Venezia, Massimo Cacciari, lo dimostra l'ultima ordinanza della sua amministrazione di centrosinistra che proibisce l'elemosina e reprime i mendicanti. L'ordinanza vieta tale attività nelle zone di maggiore circolazione turistica ed il fatto che della questione si sia occupato l'assessore al turismo e al decoro, Augusto Salvadori, la dice lunga sulla "filosofia" che ha ispirato il provvedimento. Tale misura da un lato ha dovuto aggirare il fatto che chiedere l'elemosina non è un reato, dall'altro che estesa a tutto il centro storico avrebbe negato il diritto di libera circolazione.Contro i trasgressori è stata prevista una paradossale multa da 25 a 500 euro (!) e la confisca dei soldi raccolti, la cui destinazione una volta nelle mani dei poliziotti urbani rimane imprecisata.Da parte sua, l'assessore alla pianificazione strategica (!?), Laura Fincato, ha definito la delibera comunale come uno strumento di "solidarietà e sicurezza"; mentre il direttore della Caritas (?) veneziana, monsignor Dino Pistolato, ha sostenuto che un mendicante, fingendosi invalido, può raccogliere sino a 700 euro al giorno (!!) e da mesi stava sollecitando provvedimenti repressivi contro un presunto racket dell'elemosina.Ancora una volta, la visibilità di un fenomeno sociale ritenuto sgradevole diventa un'emergenza, tanto più in una città vetrina come Venezia. I mendicanti, di varia età, che si possono incontrare nelle calli e nei campi o sui ponti veneziani sono al massimo una settantina, in gran parte giunti in Italia dai Balcani durante le ultime guerre; provengono in particolar modo da Bosnia, Serbia e Kossovo e sono quasi tutti di etnia Rom.Fino a pochi mesi fa erano accampati in una tremenda baraccopoli a Marghera, tra la linea ferroviaria e il canal Salso, in condizioni di sopravvivenza tragiche, tra topi e rifiuti. Al momento dello sgombero, nel novembre scorso, l'intera città poté conoscere tale realtà da favela brasiliana, eppure oggi si continua a credere che i mendicanti a Venezia si arricchiscono alle spalle dei turisti.Qualcuno l'ha pure detto senza perifrasi: è un problema d'immagine, mentre la Lega Nord vorrebbe misure ancora più drastiche.L'estetica del profitto e del consumismo ha la sua morale; come ben dimostra un recente articolo scritto da Vera Montanari, direttrice del settimanale femminile di moda e gossip Grazia, dopo il rogo (di probabile origine dolosa) in cui nella scorsa estate erano morti quattro bambini rom a Livorno. Titolo dell'articolo: "Ma perché dobbiamo aiutare anche chi infrange le leggi?"; risposta: "Non diamo più un solo centesimo di elemosina a una mamma o a un bimbo rom quando ce lo chiedono... sarà un gesto di rispetto e di aiuto vero".Troppo buona.


RedVE

Baratro senza fondo. Rimpatri forzati: bloccata direttiva UE


I ventisette rappresentanti dei paesi membri dell'Unione europea hanno bloccato la direttiva che dovrebbe regolamentare i rimpatri forzati degli immigrati extracomunitari. Una buona notizia?Nient'affatto. Le ragioni del congelamento del provvedimento sono allucinanti: la direttiva è stata ritenuta troppo poco severa e quindi il testo va rivisto. Eppure, la bozza della direttiva è di per sé agghiacciante: detenzione di 6 mesi, ampliabili a 18, imposta agli immigrati solo da un provvedimento amministrativo, espulsioni anche per i minori non accompagnati e 5 anni di interdizione dal territorio comunitario una volta espulsi. In particolare, Italia, Francia, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Malta, Lituania, Grecia e Polonia hanno chiaramente espresso le proprie riserve nei confronti di una direttiva ritenuta troppo morbida. Roma, Parigi, Praga e Budapest chiedono che il tempo lasciato all'immigrato per optare per il ritorno volontario, fissato dalla direttiva in un lasso di appena 7-30 giorni, sia ulteriormente ridotto. Il presidente francese Sarkozy ha addirittura chiesto che sia specificato che per espellere i bambini che vanno a scuola non si debba aspettare la fine dell'anno scolastico, come invece la direttiva lascerebbe intendere.Netto il veto di Germania, Austria e Grecia sulla proposta di fornire assistenza legale gratuita agli immigrati clandestini. Infine, Polonia, Malta, Repubblica Ceca e ancora Austria vogliono mano libera nelle deportazioni tanto che pretendono meno controlli durante le espulsioni forzate e considerano troppo invasivo l'obbligo a monitorare le operazioni da parte di un giudice. Solo Spagna, Lussemburgo, Svezia e Olanda hanno appoggiato il testo presentato agli ambasciatori dalla Presidenza di turno slovena millantando - nel caso degli spagnoli - un moderatismo che, a giudicare dall'indiscutibile durezza del testo in discussione, praticamente non esiste.Il momentaneo blocco della direttiva comporterà che il testo passi al vaglio degli esperti nazionali in materia di giustizia e interni con un allungamento dei tempi che però non è gradito ai burocrati della Fortezza Europa: infatti, senza l'approvazione della direttiva non potranno essere sbloccati i fondi comunitari per le espulsioni congiunte e questo significa che fino a quando non sarà approvato il testo, i rimpatri saranno effettuati a spese dei singoli stati membri.Evidentemente l'aria si fa sempre più pesante per i dannati della Terra. La tendenza è quella di rendere la vita sempre più impossibile agli immigrati che cercano di entrare in Europa per fuggire dalla miseria e dalla mancanza di futuro. In questo giro di vite, i potenti non si fermano neanche di fronte ai bambini e al loro fondamentale diritto all'istruzione e a un'infanzia serena. L'innalzamento del conflitto che si profila costituisce una nuova sfida nello scontro tra libertà di circolazione e repressione, tra solidarietà internazionalista e criminalità del potere. L'auspicio è che gli immigrati e i movimenti antirazzisti di tutta Europa riescano a far fronte a questa nuova, terribile offensiva scatenata dagli stati e dai governi.


TAZ laboratorio di comunicazione libertaria

22 maggio 2008

"SIAMO QUASI A CASA"

VERSO SUD
(OPERA DI GIUSEPPE DE VINCENTI)

IL SUO SITO E' INSERITO NEI NOSTRI LINKS
LA REDAZIONE

L' ISPETTORE TISBIA



Da bravi investigatori e lettori di Scerbanenco e Simenon, abbiamo scoperto la verità sulle casse del Comune asciutte come zucchine al sole. L'Assessore al Bilancio voleva sviare tutti adducendo il buco ad una questione astrologica (lui dice di essere di un altro segno). Noi, però, in vino veritas, ci siamo ubriacati ed abbiamo scoperto tutto il gioco. Badate bene: il bilancio è stato trafugato dall'opposizione con l'accordo del Sindaco. Ogni cosa torna. L'opposizione, dopo aver provato tutte le posizioni del kamasutra della politica, è scomparsa, distraendo tutti con uno spettacolo del duo Gencavallo. Da tempo ci chiedevamo dove fossero il PDL e l'UDC. Altro tassello: il sindaco si è recato più volte negli States, con la scusa di esportare le nostre insalatiere, ma a noi risulta che da quelle parti ne facciano di molto belle. Ricapitoliamo. Mentre la giunta giocava a ramino, il duo Gencavallo si esibiva per distrarre la cittadinanza, l'opposizione faceva il colpo grazie ad una copia delle chiavi rimasta in un cappotto dell'ex-sindaco. Poi, il sindaco di oggi trafugava il malloppo in una banca del South Dakota. Tutto torna. RINGRAZIAMO PER LA COLLABORAZIONE IL GRANDE ISPETTORE TISBIA.



LA REDAZIONE

21 maggio 2008

ABBIAMO MESSO INSIEME ALCUNE IMMAGINI CHE SPESSO USIAMO COME ACCOSTAMENTO AI POST



LA REDAZIONE

Strane apparizioni nel palazzo Municipale.


Curiosi fatti si verificano da qualche tempo nel nostro comune.
La scorsa settimana, attenti dipendenti comunali hanno notato uno strano personaggio vestito da abate aggirarsi furtivo negli uffici.
Gli stessi raccontano di aver visto alcuni dei loro colleghi, assessori compresi, comportarsi in modo inusuale. Sostengono che i malcapitati abbiano iniziato a lavorare freneticamente, a completare tutte le pratiche all’ordine del giorno con competenza e precisione. I sospetti che qualcosa non andava per il verso giusto sono sorti dopo il loro rifiuto a fare la solita passeggiata mattutina fuori degli uffici. Le vittime presentano uno strano sorriso soddisfatto al termine del turno di lavoro e la lingua completamente blu.
E’ evidente- hanno dichiarato i medici ospedalieri- l’avvelenamento da sostanza tossica, probabilmente un nuovo tipo di arma batteriologica.”
A conferma, i risultati delle analisi effettuate dai RIS di Parma, dalle quali è emerso che tutti gli strumenti cartacei comunali sono stati intrisi da una sostanza velenosa sconosciuta, che ha effetti devastanti sul cervello umano, in particolare induce i dipendenti pubblici ad eccessiva operatività, buon senso nell’analisi ed elaborazione del lavoro, strano fermento propositivo di politiche amministrative innovative ed efficaci.

Al momento gli inquirenti non rilasciano dichiarazioni ufficiali, ma sembra abbiano ricevuto rivendicazioni da più parti.
Lunedì ,volantini anarco-insurrezionalisti, freschi di stampa, sono stati ritrovati in un’automobile rossa abbandonata sulle rive del fiume Duglia;
mercoledì un plico contrassegnato dalla “stella a cinque punte” in Via Primavera di Praga; ed infine il video di un parente di Bin Laden recapitato a mezzo posta al comando dei Vigili Urbani.
Pare ci sia, comunque, un indagato a piede libero incastrato da sospette dichiarazioni e continui viaggi negli States.
Nel panico e nell’angoscia i familiari dei "pazienti" per i quali non è ancora stata trovata la cura adeguata.


LA REDAZIONE

20 maggio 2008

LO SPASSO DEL TEMPO


Dopo anni di sopore e voti al dio del sonno, un formicaio di novità ed il conseguente brulichio sulle trame della nostra città sembra acquistare tatto sulla pelle di molti giovani acresi. Sperando che questo brulicare diventi terremoto, la nostra antica classe dirigente e soprattutto il loro pensiero rugginoso, simile ad un relitto scorticato dal tempo, sembra essere arrivata al punto di non ritorno, quindi a non potersi più rigenerare solo con un cambio di acconciatura verbale. Analizzando, anche solo di sorvolo, gli ultimi vent’anni di Acri, a mio parere, sono soltanto cresciute le piante spuntate dopo la semina di fallimento effettuata dai nostri “panzuti” politici ed amministratori. Un esempio è la fine dell’indotto economico proveniente dai tanti emigranti, che in un modo o nell’altro hanno continuato ad investire denaro nella città di origine pur non vivendoci o con la speranza di tornare, insomma, l’esaurimento di questo importante indotto di liquidi, a causa della palese ed annosa recessione economica non solo nazionale, ha provocato il dissolvimento e la degenerazione della società acrese, riportandola indietro agli anni sessanta ed a quei flussi di emigrazione, somiglianti agli odierni nostri pullmann in partenza da Piazza Purgatorio. A sostegno di ciò, vi è la dimostrazione che l’edilizia, almeno quella privata, sia in grande crisi e rappresenta come questo tipo di attività sia l’effetto di una causa di benessere e non il contrario, come, invece, si è sempre sostenuto ad Acri.
Tornando ai giorni di questo futuro “sgarruppato”, alle prossime elezioni comunali, vediamo cosa potrebbe accadere, sempre sulla pelle di un’Acri moribonda.
Il sindaco di oggi è ben noto per i suoi colpi di teatro, ed il fatto di non aver studiato drammaturgia si è visto, è ben noto anche per il suo modo di amministrarci alquanto “metafisico” ed il resto dell’armata “rozza” del 2005 ha in diverse maniere le sue responsabilità, partendo da chi per professione doveva saper contare, a chi per sprofessione doveva, invece, illuminarci come gli enciclopedisti francesi, ed ancora a chi doveva cogliere dalla contemporaneità urbanistica, di Barcellona o Berlino, novità per la nostra defilatissima cittadina schiaffeggiata da decenni armati di cemento, la quale in questi assensori, e non è un errore, aveva visto la nouvelle vague.
Il 2010, che un tempo avrebbe evocato pistole laser e macchine volanti, a noi ci riserva probabilmente, ma è una mia idea, la candidatura a sindaco di ex senatori, ex candidati alla provincia, ex sindaci che ritornano sul luogo del “relitto”, come signore sessantenni che dovrebbero far arrapare ragazzi di vent’anni ballando la lap-dance. Questo dovrebbe essere il passato futuribile di Acri e degli acresi, ai quali verranno offerti banchetti di fusilli al sugo di capra da questa classe dirigente. Ed essa ostenterà la cravatta e le cosce d’agnello per coprire quel limite di cultura e sapere che sopprimerà, ancora di più, con una tavolata a casa delle persone giuste. Lo sapete come si viaggia indietro nel tempo? Fermandolo!


ANGELO SPOSATO

TELEGIORNALE

OGGI, NEL CORSO DEL TELEGIORNALE REGIONALE DELLE 14, ED IN REPLICA ALLE 19,30, A MENO DI CAMBIAMENTI DELL'ULTIMA ORA, ANDRA' IN ONDA UNA INCHIESTA DELLA RAI CALABRIA SU PARCO VARRISE. POTRETE AMMIRARE SCEMPIO, DEGRADO E ABBANDONO DI UNA STRUTTURA COSTATA TRE MILIARDI GRAZIE ALLA LEGGE 64 DEL 1986. DAL 1990 LE STRUTTURE NON SONO MAI ANDATE IN FUNZIONE. NEL PARCO CI SONO UN OSTELLO DELLA GIOVENTU' E LA EX COLONIA MAI TERMINATE, UN PUNTO RISTORO ORAMAI DISTRUTTO, SERVIZI IGIENICI PER NIENTE TALI, GIOCHI ARRUGGINITI MA ANCHE MERDA UMANA E ANIMALE, FONTANE SEMPRE CORRENTI, RIFIUTI DI OGNI GENERE, ( MATERASSI, RETI, FRIGORIFERI, PLASTICA, FERRO ), ALBERI RECISI, SPAZZATURA DI MESI ADDIETRO NON RACCOLTA. NELLE PROSSIME ORE SARANNO ON LINE ALCUNE FOTO ELOQUENTI SCATTATE DURANTE L'ESCURSIONE DI IERI MATTINA . CI AUGURIAMO, ANCHE SE CI SEMBRA UNA COSA DIFFICILE, DI SENSIBILIZZARE GLI ORGANI COMPETENTI.
ROBERTO SAPORITO

IL VOLO NELLA TESTA

COME SIETE VENDICATIVI!
NEL SONDAGGIO LA MAGGIOR PARTE DI VOI HA SCELTO DI VOLERE UN AEROPORTO VICINO CASA DEL SINDACO!!!
PIU' O MENO VERRA' COSI'


LA REDAZIONE

19 maggio 2008

INAUGURAZIONE DEL CENTRO DI ACCOGLIENZA DI ACRI "IL RIFUGIO DI ISAAC"



DARTH "DON" VADER

IL LATO OSCURO

PAKI

BOLERINO DI NOTIZIE CON PENSIERINO ZEN

*Pronto al Comune il progetto dell'aeroporto di Acri, che si chiamerà "Boato di un Angelo". Il Sindaco ha dichiarato:"E' un progetto necessario per la nostra comunità, dove l'aereo è diventato un mezzo di trasporto molto diffuso. Infatti, abbiamo già la presenza sul territorio di molti aviatori, il gruppo "Ottogrunf" ne è la dimostrazione". Forse il sindaco ha confuso modelli con modellini!

*Il cercatore Versace parroco di "Dallas" pubblica una raccolta delle sue prediche migliori. E' diventata incontenibile la sua voglia di scrivere, presto lo farà anche sui muri.

*Proseguono i lavori della strada Corneto-Duglia che costeggia il cimitero...quando si dice che la strada per il paradiso è in salita...al 13% !

PENSIERINO ZEN DELL' ORDICHETTO: "LE PIANTE CRESCONO, I FIGLI CRESCONO, LA STUPIDITA' DILAGA !"

LA REDAZIONE

17 maggio 2008

Verona, dalla Liberazione in poi



Libertà gridava ancora Khaled, un tunisino di quasi cento chili attivista del Coordinamento migranti di Verona, mentre alcuni compagni lo infilavano a forza in un’ autoambulanza. Quella parola urlata, per tutto il tragitto del corteo, da un microfono sistemato sul cassone di un camion insieme a don Gallo, anomalia del sistema chiesa, e ad altri, lo aveva come svuotato, indebolito a tal punto che alla fine crollò. Rabbia e dolore si poteva leggere sul volto di Zeno, componente del gruppo Metropolis, si era appena beccato una manganellata in piena faccia da uno di quei picchiatori zelanti, in assetto antisommossa, per i quali vige il principio che una manganellata in testa non si nega a nessuno. 5000 persone al 25 Aprile veronese, un successo per la città più leghista d’ Italia, capeggiata dal sindaco-sceriffo Tosi, già accusato dalla giustizia di istigazione all’ odio razziale.
Promotore di numerose iniziative che dimostrano il poco grado di tolleranza che ha questa città, una per tutte: le panchine “antibivacco” fatte dotare di bracciolo centrale affinché non venissero usate dai senzatetto come giaciglio per la notte. Il sindaco-sceriffo Tosi è amato dai suoi concittadini, acclamato come figlio integerrimo della padania patria. Bossi è osannato, considerato alla stregua di un eroe, all’ indomani dell’ ultimo risultato elettorale la gente per strada urlava in coro il suo nome, tra cui molti figli di meridionali, che nemmeno fossero allo stadio. La gente qui è drogata di Lega!
Molte le associazioni antirazziste, i centri sociali, le associazioni migranti, che hanno dato vita a questa “giornata dell’ indignazione”, così intitolata per l’ occasione, non tanto per celebrare la liberazione dall’ occupazione nazi-fascista ma per affermare un principio molto semplice: gli esseri umani al di là del colore della pelle, credo, abitudini restano cmq e sempre esseri umani, mente e corpo, e come tali vanno rispettati, non a caso sulle magliette indossate da molti c’era la scritta “siamo nuovi cittadini, non migranti”, i nuovi abitanti d’ Italia, non bestie da soma, non bingo-bongo come dichiarato in una intervista dall’ on. Calderoli, altro leghista doc. La manifestazione, del tutto pacifica partita alle 15 dalla stazione Porta Nuova, è stata comunque bloccata e deviata, dalle forze dell’ ordine dopo tre ore di corteo cinquanta metri prima di raggiungere piazza Bra dove si trova il palazzo del municipio. A seguito della morte di Nicola Tommasoli, assassinato il 1° maggio, ad opera di cinque giovani cittadini veronesi cresciuti all’ombra di una città ipocrita ma di fondo intollerante è stata organizzata per sabato 17 maggio una giornata di protesta. Due saranno le manifestazioni nella città, una partirà da piazza Bra alle ore 15, organizzata dal collettivo Metropolis e dal Coordinamento migranti, ed un’ altra che partirà dalla stazione Porta Nuova sempre alle 15, organizzata dal centro sociale La Chimica. Molte le adesioni da ogni parte D’ Italia. Il clima è tesissimo, gli anarchici insurrezionalisti sono sul piede di guerra, credono che ormai questa città sia perduta, vogliono fare terra bruciata. Sabato ci sarà anche lo stato in piazza, il governo Berlusconi , rappresentato dalle forze dell’ ordine vestite con il solito abito della festa, scudo, casco e manganello.

Franco Cofone
VERONA

16 maggio 2008

AUMENTI IN VISTA


ACRI. A quanto pare i cittadini acresi dovranno prepararsi ad alcuni aumenti su imposte e servizi del comune. Da indiscrezioni, sembra che i consiglieri comunali di maggioranza si siano riuniti, prima di affrontare i temi della loro riunione in consiglio, per discutere dell’aumento dell’addizionale comunale IRPEF, che oggi è allo 0,2%, ma in futuro potrebbe arrivare allo 0,8%. Oltre a questo, pare si sia discusso del rincaro, superiore al 20%, da applicare alle tariffe per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Il tutto, se fosse confermato, si andrebbe a collocare nella ricerca di strategie per riparare agli errori di bilancio ed ai debiti in cui l’amministrazione è andata ad incorrere in questi anni, errori probabilmente dovuti ad una superficiale gestione delle casse comunali. La conferma e l’ufficializzazione di questi aumenti non è certa, ma a quanto pare, come da tempo viene dimostrato, le forze politiche, in particolar modo i partiti di centro-sinistra, il PD in primis, anche se sono al governo locale, non sembrano contestare questi tentativi di decisione, evadendo dalla loro rappresentanza dei cittadini, sia in chiave elettorale che in quella storica, e quindi non tutelando gli interessi della cittadinanza ed in particolare le fasce più deboli di essa.

ANGELO SPOSATO

CHE ABBRONZATURA !

BENVENUTO!!!
DIRETTAMENTE DA SANTO DOMINGO
(NOI, IN MALAFEDE, LO AVEVAMO DATO PER "DISPERSO", ED INVECE ECCOLO QUA!)
SALVATORE FABBRICATORE DEL PERSONALE L'ASSESSORE


LA REDAZIONE

15 maggio 2008

UN' INTERVISTA

DA WWW.IL PORTORITROVATO.NET


IL TUGURIO DELL' ULTIMO RIBELLE


Sta ancora in quella casa rattoppata del quartiere Belgrano Osvaldo Bayer el rebelde, che Osvaldo Soriano el gordo criticò e poi conobbe in anni feroci. Una vita a scrivere e fuggire
Osvaldo Soriano scrisse in un articolo che Osvaldo Bayer era “l'ultimo ribelle”, che senza di lui sarebbe stato “più facile dimenticare”. Ho incontrato Bayer nel quartiere Belgrano di Buenos Aires, in quella casa che Soriano chiamava “il tugurio”. La memoria di Bayer è una sorgente meravigliosa di aneddoti. Racconta dell'esilio, della dittatura, dell'amicizia col “gordo”.

“Me gusta”
Questo posto Soriano lo chiamò El Tugurio, perché la prima volta che venne qui... a lui piaceva provocare...venne qui, si guardò intorno, vide tutto e mi disse: “Vivi in un vero e proprio tugurio. Non t'offenderai per questo?” E io risposi: “Tugurio... me gusta, lo metterò sulla porta di casa...”.

La condanna a morte
La storia della mia fuga ha inizio nell'ottobre 1974, quando mi iscrissero nella lista nera della Tripla A, l'Alleanza Anticomunista Argentina, che era una manica di assassini ufficiali comandati da López Rega, ministro di Isabel Perón. Una mattina sul giornale c'era questa nota: “...è stato condannato a morte dalla Tripla A il signor Osvaldo Bayer”. Mi davano ventiquattro ore per lasciare il paese altrimenti ero un uomo morto. Ce l'avevano con me per il film La Patagonia rebelde, di Héctor Oliveira, che si ispirava al mio libro. Parlai con mia moglie, non potevamo correre rischi perché gli assassini facevano sul serio. Quello che prima di me era stato condannato a morte, il decano della facoltà di filosofia, si rifiutò di lasciare il paese: gli misero una bomba sotto casa e ammazzarono il suo unico figlio, che aveva sei mesi. Il giorno dopo mia moglie e i miei quattro figli partirono per la Germania, mentre io rimasi da solo qua in Argentina, perché non me ne potevo andare, non era giusto. Invitai i militari che mi avevano condannato a un dibattito pubblico nell'Aula magna della Facoltà di Filosofia, ma non si presentò nessuno. Allora corsi a nascondermi.Mi nascosero gli amici anarchici in una villetta di Quilmes, stavo con un vecchio anarchico in una villetta avvolta dalla vegetazione. Era estate e lì faceva molto fresco, però mi sentivo tagliato fuori dal mondo. Il mio anarchico era il classico tipo vecchio stampo, non comprava i giornali, non aveva radio né televisore, perché, diceva, “qui non entrano le notizie della borghesia!”. Però, claro, uno doveva essere informato anche delle notizie della borghesia... lui mi diceva: non aver paura, si alzava la giacca e tirava fuori una pistola... “Acá no entra nadie” ...sì, qua non entra nessuno, ma se viene un commando di venti persone, vuoi vedere come entrano... Iniziai a uscire, a passeggiare, la mattina andavo alla stazione, compravo il giornale, lo leggevo, mi infettavo di tutto il mondo borghese e poi lo buttavo nel cestino, così che tornavo a casa pulito. Non avevo paura, quando ti minacciano così, la paura non la senti più, pensi che non arriveranno a toccarti, che non ti faranno nulla. Un giorno me ne andai proprio nel centro di Buenos Aires, nell'incrocio tra l'Avenida 9 de Julio e Corrientes, e guarda caso con chi mi incontro? Con Rodolfo Walsh, lo scrittore argentino che poi è stato ammazzato dai militari, uno dei tanti finiti nel tritacarne della dittatura. Walsh mi disse: “Che ci fai qui?”. Risposi: “Io? E tu?”. E lui: “È diverso. Tu hai scritto La Patagonia rebelde”. “E tu hai scritto Operacion Masacre, che è molto più pericoloso!.” “No, però non è lo stesso, non è lo stesso,... vamos a tomar un café”.

L'esilio
A quel tempo ti ammazzavano se ti vedevano per strada, ma se capivano che stavi uscendo dal paese ti lasciavano andare. Me ne andai nel febbraio del `75, la condanna a morte era arrivata nell'ottobre del `74, quindi sono stato quattro mesi nascosto. Sono rimasto un anno in Germania, finché non appresi dai giornali che Isabel Perón aveva annunciato le elezioni. Bueno, mi sono detto, se ci sono le elezioni ci sarà più democrazia, più libertà, almeno così dicevano i giornali borghesi. Ma forse sui giornali aveva ragione il vecchio anarchico che mi aveva nascosto un anno prima: dopo tre settimane dal mio ritorno a Buenos Aires ci fu il golpe dei militari. Dovetti scappare di nuovo, ma adesso non era più tanto facile, se provavi a scappare ti arrestavano. Io non appartenevo a organizzazioni guerrigliere, non avevo appoggi per scappare all'estero. Il giorno che uccisero il capo della polizia la città era sottosopra, c'era polizia e esercito dappertutto, la gente veniva fermata per strada, chiedevano documenti, informazioni, precedenti. Io dovetti rifugiarmi nell'ambasciata tedesca. L'addetto culturale dell'ambasciata mi accompagnò in auto fino all'aeroporto di Ezeiza, nel tragitto verso l'aeroporto l'esercito ci fermò ma il mio accompagnatore disse che ero sotto la protezione dell'ambasciata. Arrivati nell'aeroporto dovetti mostrare i miei documenti. Mi rinchiusero a chiave con l'addetto dell'ambasciata in una stanza, pensavo che mi avrebbero arrestato. A un certo punto arrivò il comandante di Ezeiza, il brigadiere generale Santuccione, mi disse: “Lei signore ora se ne va, la facciamo partire per intercessione dell'ambasciata tedesca, ma si ricordi, mai più, mai più tornerà a calcare il suolo della patria”. Mentre volavo sopra i tetti di Buenos Aires ero convinto che il militare avesse ragione, che non avrei mai più rimesso piede in Argentina, e non potevo cantare, come Carlos Gardel, Mi Buenos Aires querido.

L'amicizia con Soriano
Bueno, con Soriano al primo incontro lo insultai. Credo fosse il 1970, era uscito il mio libro sull'anarchico Severino Di Giovanni circa un anno prima, e un giorno comprai la rivista Semana gráfica e lessi un articolo su Severino Di Giovanni di un certo Osvaldo Soriano, allora sconosciuto, che sosteneva che Di Giovanni era un delinquente comune, che rubava, che assaltava, che ammazzava la gente, e mi venne un'indignazione così grande: “Chi sarà questo Soriano?” Allora chiamai per telefono il direttore della Semana, che era mio amico, e gli dissi: “Come avete potuto pubblicare un articolo che è una menzogna, una falsità assoluta?”. Il direttore della rivista se ne lavò le mani, mi disse: “Ti metto in contatto con il redattore che ha scritto il pezzo e te la vedi con lui”. “Pronto, qui parla Soriano...”, sento nella cornetta. «È lei che ha fatto questo articolo?” “Sì, perché?”, risponde. “Lei non sa niente di niente, questa che lei ha scritto è la versione della polizia, lei non è un giornalista, in questo modo quello che dice la polizia è la verità”. E Soriano mi dice: “Io metto quello che trovo negli archivi, ho trovato nell'archivio... ho preso nell'archivio quello che dicevano i quotidiani dell'epoca e ho scritto”. “Bene, gli dico, ma i quotidiani dell'epoca riportavano la versione della polizia!” “Ascolti...”, dice lui. “No, non ascolto nulla - non so come mi è uscito,-usted es poco hombre, lei non è un uomo”.Poi dimenticai quell'episodio. Mi trovavo in esilio in Germania quando mi invitarono alla Fiera del libro di Francoforte del 1975. C'erano alcuni scrittori latinoamericani, e intanto era uscito il primo libro di Soriano, Triste, solitario y final, che mi era piaciuto tantissimo, e non mi ricordavo che era il solito Soriano che avevo insultato per telefono. Arrivai nel gruppo degli scrittori latinoamericani, e c'era un gordito, un grassottello che mi guardava strano. Un messicano mi disse: “Voi non vi conoscete?” “No, risposi, non la conosco”. “Sono Osvaldo Soriano, l'autore di Triste, solitario y Final”. E io: “Ah, mi congratulo! Un libro eccellente, magnifico, muy muy bien!”. E lui: “Sì, però sono poco hombre”. Risposi: “Perché mi dice questa cosa?” “Perché lei mi insultò per telefono, mi disse che ero un ometto”. “Ah, mi dispiace, ad ogni modo andiamo a farci un caffè”. Ce lo bevemmo e fu l'inizio di una grande amicizia.

Nunca mas
Soriano tornò a Buenos Aires un anno prima di me, tornò quando la dittatura stava cadendo. Poi tornai anch'io e iniziammo a fare un raduno di intellettuali, ci riunivamo in cinque, sempre qui, nel patiecito di casa mia, che è un vero e proprio tugurio, David Viñas, León Rozitchner, Tito Cossa, l'uomo di teatro, Soriano e io. E Soriano arrivava sempre un po' in ritardo, e portava la nota provocatoria. Per esempio faceva delle affermazioni solo per accendere la miccia, diceva: “Non so, stavo pensando che non mi sembra così male il cattolicesimo...”. E allora scoppiava un inferno, si arrabbiavano Rozitchner, Cossa e Viñas, si mettevano a discutere, e continuavano infuriati tutta la notte, mentre io e Soriano bevevamo e li ascoltavamo.Poi Rozitchner diceva a Soriano: “Che hai qualche rimasuglio cattolico?”, e Soriano rispondeva: “No, ma bisogna portare rispetto...”, solo per farlo arrabbiare. “Che devo rispettare? - diceva Rozitchner a Soriano, che veniva accusato di cattolicesimo - voi cattolici avete un torturato sul muro, un crocifisso, un elemento di tortura che tenete in tutte le camere, sopra il letto, e fate l'amore guardando il torturato, fate i figli pensando alla tortura...” e continuavano a questo modo per tutta la notte. Sempre Soriano arrivava in ritardo, e tirava fuori un tema di discussione, li provocava, gli altri si arrabbiavano, e poi si metteva da parte con me, io e Soriano li ascoltavamo e ci bevevamo sopra. Quando Soriano morì, nunca mas nos volvimos a reunir. Non ci incontrammo. Mai più.
Intervista di Alberto Prunetti – IL MANIFESTO – 10/05/2005
Osvaldo Bayer (Santa Fe, Argentina, 1927) è uno degli scrittori argentini più popolari. I suoi lavori di indagine storica, posti al crocevia tra il romanzo e l'indagine archivistica, hanno rivelato la ferocia del potere istituzionale e riscattato dall'oblio le storie dimenticate di ribelli e refrattari. Tra le sue opere: La Patagonia Rebelde; Severino Di Giovanni, el idealista de la violencia; Los anarquistas expropiadores; Simón Radowitzky, ¿mártir o asesino?; La masacre de Jacinto Aráuz; A La Patagonia Rebelde, proibito negli anni della dittatura militare argentina, si ispirò l'omonimo film di Héctor Oliveira, vincitore di un Orso d'argento al festival di Berlino.

APPENDICITE DI UN RACCONTO: "L'ORLANDO DISOCCUPATO", SECONDO EPISODIO


L’ORLANDO… PROFESSORE

Inaspettatamente la partenza di Orlando, con la convocazione di supplente presso una scuola del nord, arrivò così improvvisa da non lasciare espressioni di umore e rimpianti, ma precisa in quella visione, forse lisergica, del settentrione devastante nella vita di un provinciale del sud.
Orlando ha sempre pensato ad un treno che parte dalla Calabria per il nord come una corda di metallo e finestrini, dove il cappio “aggarra” uno sperone di salvezza e poi salire, salire fino al quinto piano di un condominio fuori Milano,
Egli da bambino cercava di scappare da scuola, e adesso insegna storia, la prima guerra, la seconda, il sessantotto, il risorgimento, a ragazzi che lo filmano col telefono e lo spediscono per il mondo.
Certo, da quelle parti si vede questo mondo, senz’altro le sue periferie, il futuro in struttura di cemento armato, amianto, mutui di trent’anni e ragazzini col petto gonfio di crack, il resto sono affari, colombiana, bond argentini, Italia Uno, i romanzi di Bianciardi, le case editrici, i ricchi del centro che abitano sul lago di Como ed “i milanesi che ammazzano al sabato”. Adesso si ritrova anche lui a galleggiare in questa “bottiglia d’orzata”, a scostare la nebbia come una tenda sulla finestra, per affacciarsi su quello strano sud lombardo, fatto di siciliani, calabresi, maghrebini, nigeriani ed altro, altro ancora, come un mondo preso dalle caviglie con la testa in giù.

ANGELO SPOSATO

14 maggio 2008

NOTIZIE PIRATA

*Rintracciati i due assessori. Sono stati scoperti in un camping delle Barbados.
*L' assessore al bilancio dà una spiegazione astrologica ai suoi errori: "Non sono di questo segno".
*Il cercatore Versace Don Sergio pubblica un libro dal titolo: "LA MODA NELLA CRISTIANITA': ABITI RELIGIOSI E SFILATE PRIMA DEI ROGHI", la prefazione è di Donatella Versace.
*Convegno di alcuni scienziati per dimostrare l'esistenza del PDL ad Acri. Gli esperimenti prevedono alcune feste con veline e calciatori per far venire allo scoperto queste strane creature locali.

*J.XCK, uno dei nostri commentatori, è riuscito, finalmente, a conoscere la Bellucci, che però gli ha detto : "Mi presenti il tuo amico Angelo "

LA REDAZIONE


LE TASSE ALCOLICHE

PORTA LU VINU CA NUA SIMU CCA !
(IL NOSTRO PASSATO, IL NOSTRO PRESENTE, IL NOSTRO FUTURO)

FOTO "RUBATA" A WWW.ACRINRETE.INFO
PENSIERINO ZEN DI VALLONE CUPO: CHI LAVORA MANGIA TANTO, CHI LAVORA POCO HA TEMPO PER ANDARE A RISTORANTE.

LA REDAZIONE


VUOTO A RENDERE

ADESSO IL 70% DEI DIPENDENTI
COMUNALI VUOLE
LICENZIARE LUI !
AH!AH!AH!AH!

PENSIERO ZEN DI NOSTRA FATTURA: LE PAROLE SONO COLLEGATE AL PENSIERO, NON ALLA BOCCA!!!

LA REDAZIONE

13 maggio 2008

"Senza pretesa di voler strafare io dormo al giorno quattordici ore anche per questo nel mio rione godo la fama di fannullone .




In perfetta linea berlusconiana, l'attuale governo comincia a dettare moda. Insomma, diventa trendy e cool ogni cosa di provenienza governativa. Non appena il ministro Brunetta ha dichiarato che nella pubblica amministrazione ci sono troppi fannulloni, ecco che il nostro Sindaco si pronuncia sui dipendenti comunali di Acri (vedi articolo http://www.acrinrete.info/new.asp?id=2076). Praticamente, e per una volta siamo daccordo con lui, il sindaco accusa il 70% degli impiegati municipali di essere degli scansafatica. Innanzitutto, se fossimo stati noi tali impiegati e così definiti, a torto o a ragione, possedendo una dignità, stamattina avremmo scioperato e chiesto spiegazioni al primo cittadino per questa accusa di furto dello stipendio tutta da dimostrare, poi, la cosa ancora più grave vogliamo porla come domanda: se il sindaco è di questo avviso, e probabilmente ha ragione, perchè non prende dei provvedimenti e fa valere i suoi poteri, tutelando così anche la collettività, la quale non può giudicare dall'esterno l'operato dei troppi dipendenti comunali? E' paradossale fare una dichiarazione del genere, molto grave e pesante, senza adottare soluzioni per stabilire un equilibrio corretto tra il numero di impiegati e le funzioni da svolgere, ammettendo di non avere gli strumenti per contrastare questa sorta di ammutinamento in sonnecchiose mattinate in ufficio e capatine al bar, ma questi strumenti, il sindaco, ci risulta possederli!

Per i dipendenti che si sentono coinvolti ecco un sito dove approfondire la conoscenza dell'argomento...però solo nelle ore d'ufficio, sul conto del Comune! http://www.fannullone.com/


LA REDAZIONE



RISULTATI SONDAGGIO

Grazie per la fiducia a Geppino...alla bella figa le troveremo, comunque, un posto!

CHI VORRESTI COME PROSSIMO SINDACO DI ACRI?

Tonino Carotone........ 8 (9%)
Una bella figa..............16 (18%)
George Clooney...............4 (4%)
Geppino .........................55 (62%)
Keith Richards.................5 (5%)

LA REDAZIONE

12 maggio 2008

LA SCOPERTA DELLA PSICANALISI

IL NOSTRO COMUNE IN COLLABORAZIONE CON LA FONDAZIONE PALUDE

PRESENTA:

"PUTTANE O PUTTANATE"

CONVEGNO SULL'ETERNO DILEMMA TRA L' ESSERE E IL DIRE

Interverranno molti politici esperti di entrambe le questioni...per una volta avranno argomenti di cui parlare!

LA REDAZIONE

PEPPINO



Anche noi vogliamo ricordare Peppino Impastato, proponendovi questo URL dove è contenuta la sua voce nelle trasmissioni di RADIO AUT:

LA REDAZIONE

PENSIERINI

Illustrazione tratta da "IL MALE" settimanale di satira politica (1978-1982)

9 maggio 2008

NOTIZIE IN PIANO ATTICO

*Il primo cittadino di Nutley scrive al nostro sindaco: "Mia moglie vuole sapere se l'insalatiera che ci hai portato l' hai comprata all' IKEA".

*L'Assessore al Bilancio decide di tagliare tutto...anche la corda!

*Ad Acri la maggioranza non esiste, l'opposizione non esiste...è più probabile l'esistenza di Dio e che J.XCK si porti a letto la Bellucci.

*Il nuovo addetto stampa del comune è Don Sergio. Presto anche un nuovo incarico sacerdotale: Pastore, in Sila però!

*Il cercatore Versace Don Sergio scriverà il prossimo programma per le comunali del PDUDC (abbrev. P12, in dialetto).

*Perse le tracce degli assessori Fabbricatore e Montalto. Le ricerche proseguono a Santo Domingo.

*Se il prossimo sindaco sarà di Duglia, i cittadini della frazione chiederanno asilo politico, per affinità enologiche, a Sant'Angelo.

*Dopo aver terminato la stesura del nuovo Vangelo, Don Sergio si candiderà a Papa delle Puglie e delle Calabrie. Altrimenti è prevista una sua candidatura a Dalai Lama per la provincia di Cosenza.



LA REDAZIONE...
NEL NOME DEL PADRE, DELLA FIGLIA (SOPRATTUTTO) E DELLO SPIRITO...TANTO!

AD ACRI UNA POLTRONA PER DUE???

PER QUALCHE DOLLARO IN PIU'



LA REDAZIONE

8 maggio 2008

LA PALA DEL "CENTUNISTA"



I “centunisti”. Un tempo questo tipo di operai, poco più di un centinaio, in servizio anche oggi presso il nostro comune per circa 150 giornate l’anno, era soggetto alla derisione e l’ironia di gran parte dei cittadini acresi, a causa dello scarso lavoro ad esso assegnato ed il conseguente stravaccamento, specie nelle giornate di pieno sole. L’idea su di essi, però, sta cambiando. Infatti, sempre più gente ritiene il loro servizio disutile, per come viene gestito, e dispendioso di denaro pubblico, poiché oltre ripulire i bordi delle strade in tempi molto diluiti e dileguati, le loro funzioni si esauriscono in altre poche direzioni, tutte molto generiche e superficiali. La responsabilità principale va, certamente, ricercata in quei dirigenti comunali che dovrebbero indirizzare il lavoro di questi operai verso una produttività migliore e maggiore, tenendo sempre conto che la collettività, con le tasse, dà modo d’essere al loro status di “centunisti”. Ma la questione, oggi, viene interpretata anche sotto prospettive nuove, non solo dal punto di vista dello spreco, poiché parte della cittadinanza acrese si pone molte domande ed anche perché gran parte ha vissuto e vive una condizione di emigrante o di lavoro mal retribuito. Vedere in questo periodo, in diverse zone, file d’auto come proscenio a questi lavoratori, che esprimono la loro irrisoria fatica in pochi metri di cunette ripulite, fa pensare, a molti, alla mancanza di dignità di queste persone, assuefatte, ormai, al giudizio negativo ed incattivito della gente che sofferma lo sguardo e la conseguente riflessione sul loro fumettistico adoprarsi a caricatura di operai, trasformato in una sorta di bivacco, mi ripeto, per nulla dignitoso. Ad essi non si chiede di fare il doppio del lavoro, ma di avere un moto d’orgoglio e di chiedere loro stessi una funzione lavorativa più produttiva, degna e meritata, e che essa non sia la solita manifestazione di assistenzialismo studiata dai politici per tornaconto elettorale. Altro punto è la presenza da più di vent’anni di molti di questi operai e la domanda viene come occhi spalancati al mattino: ad Acri sono soltanto loro i disoccupati? Pare di no. Ed allora, come mai non c’è mai stato una sorta di ricambio netto in tanti anni, dando anche ad altri la possibilità di cimentarsi nell’arte ed il mestiere del “centunista”?
I nostri amministratori farebbero bene a ripensare in maniera più responsabilizzata queste figure di manodopera nella pubblica gestione… anche perché Bossi è Ministro delle Riforme!

ANGELO SPOSATO

7 maggio 2008

"VADO AL MASSIMO, VADO IN MESSICO"


Talvolta mi chiedo a cosa serva, per dirla anche alla romanesca, “baccagliare” sugli argomenti usuali nel nostro Blog. E’ spesso inutile e, purtroppo, innocua la sortita dei miei, dei nostri scritti di fronte al marmo di un’indifferenza instaurata attraverso il giogo dispotico della politica e del familismo locale, senza scordarci del ricatto clientelare e del cieco interesse personale in termini di potere e gestione delle risorse. Le chiacchiere slabbrate ed ascoltate nei luoghi dove più si esercita il rito della discussione, sia in forma intellettuale che turpiloquiale, mi fanno percepire che nei cittadini di Acri esista una solida consapevolezza della nostra realtà, anche se per timore, non solo riverenziale, non viene espressa in una forma più sostanziale di contestazione. Da quel che sembra dal disarmo degli acresi, dovuto pure ad un embargo culturale fortemente voluto sempre dalla classe dirigente, c’è una forma di ricatto e di baratto tra chi in generale detiene il potere, politici ed imprenditori o funzionari di vario genere, e noi cittadini disposti all’accondiscendenza indistinta su ogni gesto di questa classe, a mio giudizio popolata da molti incompetenti specializzati, però, nello scopo personale. E’ oscurantista la pratica della “cupola”, non nel senso prettamente mafioso, ma come idea di gruppo non meglio definito, ed il congenito sottostare a questa pece sculturale di noi popolazione, che riceviamo direttive da incidente frontale e le eseguiamo pur sapendo la meta suicida. Purtroppo, funziona ancora l’impostazione da codazzo nella comunità acrese, con i soliti ed anche nuovi signorotti e poi i cortigiani ed il resto a sentirci sudditi. Si nota ancora oggi l’altezzosità e la protervia della categoria impiegatizia, che rendono il rilascio di un semplice documento come un privilegio riservato a pochi, ed ancora si nota quella sorta di razzismo di classe contro chi non appartiene a discendenze di rango, siano esse di famiglia ricca o di medico dell’ospedale o di impiegato di un qualsiasi ufficio comunale. Vi ricordate chi erano i vostri compagni di scuola?
Queste cose, è vero, accadono pure altrove, l’impostazione di tipo monarchico fa parte di questa Repubblica mai apprezzata e mai resa viva per le sue promesse nella costituzione. Comunque, ad Acri dopo l’avvento di un certo benessere, di ritorno dall’emigrazione, con l’apertura di scuole, uffici, i quali determinavano un centro cittadino importante, ogni cosa è andata in mano a questa cosiddetta borghesia di avvocati, professori, ingegneri, medici ed impiegati, che nulla ha di intellettuale se non un titolo di studio e la quale ha sempre lavorato nell’antico modo di tutelare il parco del palazzo e non gli orti degli abitanti della città. Si vedono tante azioni che rispecchiano questo tipo di mentalità prevaricatrice, modellata su una maschera di contemporaneità, piuttosto televisiva, che però nasconde la spietatezza di chi ha il potere di decidere le sorti economiche e politiche, nel tentativo, sempre riuscito, di mantenere le proprie fila nella gestione e nello scavalcare, talvolta, anche la legalità. Un tempo Vincenzo Padula lottava contro Sprovieri. Ma oggi Sprovieri si chiama in tanti altri cognomi.

ANGELO SPOSATO

PER UNA VOLTA CHE SERVIVA UN MURO!

LE STRADE DEL PAESAGGIO E' UN'INIZIATIVA PER REALIZZARE 33 MURALES IN ALCUNI CENTRI DELLA PROVINCIA DI COSENZA (http://www.stradedelpaesaggio.com/). SEMBRA UN BEL PROGETTO E COME AL SOLITO ACRI NE RESTA FUORI, QUESTA VOLTA PER SCELTA DI UN ITINERARIO CHE NON COMPRENDE IL NOSTRO COMUNE. SE C'E' QUALCHE ARTISTA GRAFFITARO INTERESSATO A QUESTO BANDO, LE INFORMAZIONI LE TROVA QUI: http://www.stradedelpaesaggio.com/files/SDP-bando08-web.pdf



LA REDAZIONE

6 maggio 2008

AI CITTADINI IL GOVERNO DEL COMUNE


Acri. Dopo due anni di studi e profonde valutazioni il modello di governo locale immaginato diventa reale attraverso l'entrata in vigore del Primo Bilancio Partecipativo Acrese. Punto fondamentale nel programma di governo dell'amministrazione comunale non ancora attuato, come giustamente fatto notare da solleciti cittadini, non per dimenticanza, piuttosto perchè ha richiesto notevoli ed impegnativi studi programmatici, affinché fosse un valido strumento di gestione delle risorse.
Finalmente ci siamo: l'amministrazione comunale dà il via alla prima fase del bilancio partecipativo. A partire da oggi e fino ad esaurimento scorte ogni acrese potrà partecipare attivamente al bilancio comunale attraverso donazione obbligatoria. Saranno allestiti allo scopo in tutte le piazze del centro da lunedì a sabato, banchi di raccolta moneta, banconote di grosso taglio, oro, pietre preziose, assegni non posdatati, titoli di stato, buoni fruttiferi, che andranno direttamente nelle casse comunali. In questo modo sì dà al cittadino la possibilità di contribuire alla partecipazione politica, piuttosto che limitarsi ad usufruire passivamente di soli servizi. Cooperare alle entrate comunali è il primo passo per essere concretamente cittadini attivi. Non sono state dimenticate neanche periferie e contrade più distanti dove la raccolta avverrà porta a porta. Il governo di un territorio, spiegano gli amministratori, prevede eguale attenzione per tutti, compresi quei cittadini che rientrano ad Acri solo nel fine settimana, per i quali è stata pensata la raccolta la domenica mattina davanti alle Chiese.
Delicata anche la scelta di escludere dalla raccolta le fedi nuziali, decisione presa per evitare strumentali riferimenti ad un triste capitolo della nostra storia recente.

Ufficio Stampa Municipado

5 maggio 2008

UN RICORDO DELL'...ARENA

TRATTO DA
LITOFAGO GA
Giuseppe Antonio Arena è un nome che ai più non dirà nulla. Io ho avuto il privilegio di conoscerlo e frequentarlo durante la mia adolescenza e sicuramente le sue idee libertarie e il tentativo di "praticarle" nella quotidianità, nelle relazioni con il mondo, qui e adesso, hanno giocato un ruolo molto importante anche nella mia formazione. Fra i tanti libri di argomento storico ed economico, era docente alla facoltà di economia dell'università di Napoli, nell'estate del 1981 pubblicò un piccolo libro di poesie con uno pseudonimo, Litofago GA. "Pietre e rose" è il titolo, me ne regalò una copia che gelosamente conservo e dalla quale traggo questa poesia che riletta ora ,a me , dà la misura di quanto fosse avanti il vecchio professore Arena........


Se tu fossi come Patti Smith
se fossi come me
ruberesti un quadro
non un gioiello.
Se tu fossi come Patti Smith
se fossi come me preferiresti ad una casa
un piccolo ombrello.
Se tu fossi come Patti Smith
se fossi come me
non offriresti a Roland Barthesun frammento
di un discorso amoroso
a Carter spediresti un romanzo di Charles Bukowski
a Breznev un cane ed un osso.
se tu fossi come Patti Smith
se fossi come me
sola dormiresti di giorno nel portabagagli di un treno
in coda all'ultimo binario
di notte in una lettera espresso
attraverseresti l'oceano.
Se tu fossi come Patti Smith
se fossi come me
strapperesti agli angeli le alicon la foglia di fico
nasconderesti il tuo animo
per evitare lo scandalo e la fissione nucleare
mostreresti il tuo corpo in pubblica piazza
cantando e ballando col corpo
come papa Wojtyla
come noi, io e Patti Smith


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2 maggio 2008

QUESTO E' IL PRIMO TAGLIO...CE NE SARANNO ALTRI DI DIVERSO GENERE?

IL TAGLIO DEL "MASTRO"


LA REDAZIONE

IL RITMO DE LA NOCHE

IL BALLO DEL MATTONE


LA SINISTRA ACRESE... IDEALI DI CEMENTO

LA REDAZIONE

ANTOLOGIA DI SPOON RIVER

Carl Hamblin


La rotativa del "Clarion" di Spoon River fu distrutta,
e io impeciato e impiumato,
perché il giorno che gli Anarchici furono impiccati a Chicago pubblicai questo:
"Ho visto una donna bellissima con gli occhi bendati
sui gradini di un tempio di marmo.
Una grande folla le passava dinanzi,
i volti imploranti alzati verso di lei.
Nella sinistra impugnava una spada.
Brandendo quella spada,
colpiva ora un bimbo, ora un operaio,
ora una donna in fuga, ora un pazzo.
Nella destra teneva una bilancia:
nella bilancia venivano gettate monete d'oro
da chi scampava ai colpi della spada.
Un uomo in toga nera lesse da un manoscritto:
"Non guarda in faccia nessuno".
Poi un giovane con berretto rosso
le fu accanto con un balzo e le strappò la benda.
Ed ecco, le ciglia erano state corrose
dal marcio delle palpebre;
le pupille bruciate da un muco lattiginoso;
la follia di un'anima morente
era scritta su quel volto-
allora la folla capì perché portasse la benda".


EDGARE LEE MASTERS
*QUESTI VERSI SONO INCISI ANCHE SULLA LAPIDE DELLA TOMBA DI GIUSEPPE PINELLI