11 settembre 2008

VOTO DI CONDOTTA. A SCUOLA DI DISCIPLINA


da Umanità Nova



Finalmente possiamo stare tranquilli. Nelle scuole torna ad avere effetto il voto di condotta (o meglio la "valutazione del comportamento") ai fini della promozione; ci si metterà il grembiule che, secondo l'ineffabile ministra Gelmini, "servirà a ripristinare ordine e uguaglianza"; si studierà "Cittadinanza e costituzione" per 33 ore in un anno, un'insegnamento che prende il posto della vecchia "Educazione civica" con lo scopo di creare cittadini "consapevoli". Ci voleva così poco a ridare smalto e lustro alla scassata scuola italiana!"Bentornata severità" titolano i giornali i quali "informano" che consensi numerosissimi giungono da intellettuali, psicologi e associazioni delle famiglie e Berlusconi non perde l'occasione per unirsi al coro intimando agli studenti indisciplinati di andare "dietro la lavagna" (peccato che sia impossibile, visto e considerato che le "lavagne" odierne sono affisse al muro...).La lotta al "bullismo" nelle scuole si salda così alla campagna sicuritaria che il governo ha lanciato in grande stile dando il via sia alla militarizzazione sia alle molteplici misure che sul territorio sindaci "creativi" hanno preso per ristabilire "la buona educazione". In un crescendo di "grida" manzoniane si vieta di tutto e di più, dal bere da una bottiglia per strada allo sdraiarsi nei parchi, dal divieto di raduno all'accattonaggio, fino al rovistare nella spazzatura in cerca di un po' di cibo o di qualche vestito... Si multa chi non cede il posto agli anziani, chi siede in modo scomposto sulle gradinate, chi mangia in luoghi pubblici...A fronte di un innegabile degrado della vita collettiva, particolarmente evidente nei centri metropolitani – e che ha ben altre cause, dalla pauperizzazione crescente, alla carenza degli alloggi, all'insicurezza del lavoro, all'alienazione di una vita/merce priva di senso - la cura pare essere una sola: il ritorno al "vecchio" mondo, ad un modello di vita che ha già dimostrato i suoi limiti nel corso del processo di "modernizzazione" del paese, a partire dagli anni '60. La logica del "buon padre di famiglia" che accompagna, sia a destra che a sinistra, la pratica del ceto politico dominante si dimostra però del tutto ideologica, incapace di misurarsi con l'insieme dei problemi posti da una società in completa trasformazione. Mentre crescono le sfide in un mondo contrassegnato da profonde diseguaglianze e da politiche di guerra si pensa di rispondere allo stato di malessere in cui soggiaciono gran parte delle vecchie e nuove generazioni, in preda ad uno stato di precarietà esistenziale, incrementando la lista delle ordinanze punitive e tagliando i fondi destinati alla trasmissione delle conoscenze, alla cultura, al sociale. Lo Stato si intromette sempre più nel privato per imporre comportamenti a suo dire virtuosi, ma poiché il civismo, il vivere sociale non si può imporre con la forza, il risultato sarà un incremento dei comportamenti "antisociali" con la conseguente spirale perversa azione-reazione in un continuum senza fine.Le misure che l'onnipresente Gelmini, alla spasmodica ricerca di notorietà, continua ad elargire con un'incredibile faccia tosta – le ultime a carattere razzista sulla scarsa, a sua dire, preparazione degli insegnanti meridionali – rientrano in questo progetto. A fronte di tagli per la scuola di 7 miliardi e 832 milioni entro il 2012, di soppressione di 87mila docenti e 43mila ATA nell'organico del personale (e qualcuno snocciola cifre ben più grandi), ci si preoccupa di grembiuli e di condotta! Non ci si deve stupire. Poiché chi ne pagherà le spese sono ovviamente i lavoratori della scuola, gli studenti ed i genitori soprattutto per l'aumento del numero minimo di studenti per classe e per scuola, dovuto alla contrazioni delle classi e delle scuole che, soprattutto nelle zone montane, nelle isole, nelle zone periferiche del paese, hanno costituzionalmente un basso numero di studenti. Ma l'aumento del numero di studenti per classe (magari con il ritorno al docente unico nelle scuole elementari, come da tempo va chiedendo Bossi) non incide solo sull'occupazione dei lavoratori della scuola, bensì sulla generale qualità del processo di apprendimento. Sarà sempre più difficile lavorare nelle classi, nei laboratori, nelle palestre, con 30-35 studenti per classe, con insiemi sempre più eterogenei per cultura e provenienza, senza ausili didattici, senza sostegni linguistici. Consci di questo vogliono mettere indietro le lancette degli orologi, ritornare al mitico "voto di condotta" (visto che la via delle punizioni corporali è poco praticabile...), alla irreggimentazione degli studenti dentro grembiuli ed uniformi, al ripristino dell'autorità del signor maestro/a. A tal proposito non guasta ricordare la proposta di Ignazio La Russa, attuale ministro della guerra, di inserire la cerimonia dell'alzabandiera all'inizio delle lezioni. E se poi non bastasse il voto di condotta si può sempre pescare a piene mani all'esperimento che ci viene dal Texas ove in un piccolo distretto scolastico, l'Harrold Independent School District, si è stabilito che gli insegnanti potranno presentarsi in classe armati. "La sicurezza è una grossa preoccupazione, vediamo troppa rabbia in questa nostra società e in passato abbiamo avuto corsi di docenti aggrediti" ha detto l'irreprensibile preside.Chiedersi da dove deriva tanta rabbia e tanto malessere è forse troppo per questi signori: dovrebbero mettere in discussione la gerarchia e la proprietà sulle quali è costruita questa società.Più consapevole Ernesto Galli della Loggia che sul "Corriere della Sera" del 21 agosto firma un editoriale che rilancia la necessità di una scuola basata sul concetto dell'idea di Nazione convinto che la crisi della scuola sia la crisi dell'idea Italia. Ricollegarsi con il passato, alle radici, alla tradizione: questa la soluzione della crisi (!!).Intanto Laura Biagiotti, Moschino e Blu marine prendono la palla al balzo: a voi la condotta, a noi i bozzetti per le divise di ordinanza che a breve saranno a disposizione dei presidi. Il "made in Italy" è sempre una garanzia.




max.var.

29 commenti:

Anonimo ha detto...

PINK FLOYD

Another Brick in te Wall

J.xck ha detto...
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me ha detto...
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Salvatore ha detto...
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Anonimo ha detto...

Kappler da Socialismo tascabile degli Offlaga Disco Pax.

Io dormivo.
Mia madre andava a lavorare presto.
Arrivava l'una ed ero ancora a letto.
Ricordo che mi alzavo, vestivo,
prendevo la borsa con dentro i libri del giorno prima
ed uscivo dalla finestra della mia stanza,
mentre mamma entrava dalla porta.

Mamma si fidava di me.
Una volta andò al ricevimento dei professori,
perchè era una fase politica intensa, assemblee, cose così.

Il docente di agraria era un omone vestito di nero
ultracinquantenne ed anche ultraconservatore.
Ti terrorizzava solo a guardalo.
Lo avevamo ribattezzato, visto l'abito e lo stile,
'KAPPLER'.

«Suo figlio é una brutta persona - le disse -,
non studia niente, non viene mai a scuola
e quando viene fa casino,
sciopera, contesta, sobilla. Stanca.
La scuola a suo figlio non serve.
A suo figlio serve il militare
nella legione straniera.

Ma non pensi che io sia prevenuto,
ho dato quattro compiti in classe
è stato assente a tutti e quattro.
Mancavano tre giorni agli scrutini e gli ho detto:
"Va bene che la scuola borghese e gentiliana non le piace,
ma forse un due prima della maturità
non le piacerebbe neanche quello".

E allora io sono venuto a scuola il pomeriggio,
a 56 anni e quasi alla pensione,
per far fare un compito a suo figlio
che ne ha saltati 4 su 4 in un quadrimestre.
Ha preso otto.

Poi mi ha detto:
"Prof, in pagella mi dà otto?
La media è otto, no?"

Suo figlio, signora,
ha la faccia come il culo!»

Mia madre torna e fa:
«Ragazzo mio, hai qualcosa che non va».
«Kappler, mamma, mi ha dato otto?»

Kappler and? in pensione
tre anni dopo quella maturità.
Morì nel giro di qualche mese.

me ha detto...
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me ha detto...
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Anonimo ha detto...

Il controllo dei Bimbi con gli Psicofarmaci
Di Peter Breggind M.D. dal libro: "Tutto quello che sai è falso" - www.nuovimondimedia.it

Sono qui oggi in veste di direttore del Centro internazionale di studi di psichiatria e psicologia (Icspp), e anche per conto di me stesso, in qualità di medico, psichiatra e di genitore. In tutto il paese i genitori subiscono pressioni da parte delle scuole, che li costringono a somministrare medicinali psichiatrici ai figli. Di solito gli insegnanti, gli psicologi scolastici e il personale amministrativo lanciano dure minacce asserendo di non riuscire a insegnare ai bambini senza l'aiuto di farmaci. A volte suggeriscono che solo cure mediche possano sottrarre questi bambini a un futuro tetro, fatto di delinquenza e fallimenti nel lavoro. Arrivano anche a chiamare i centri per la protezione dei bambini, perché indaghino sui genitori sospettati di negligenza nei confronti dei figli; e a volte testimoniano contro questi ultimi in tribunale. Spesso le scuole raccomandano i medici che prediligono l'utilizzo di farmaci stimolanti per il controllo del comportamento. Questi farmaci stimolanti includono il metilfenidato (Ritalin Concerta e Metadato), oppure forme di anfetamina (Dexedrina e Adderall).
Quello che oggi mi propongo di fare è fornire a questo comitato, ai genitori, agli insegnanti, agli assistenti sociali, e a tutti gli adulti interessati una base scientifica che giustifichi un rifiuto dell'uso di stimolanti nel trattamento del disturbo di "deficit d'attenzione iperattivo", o per controllare il comportamento di un soggetto in classe o a casa... L'Adhd viene diagnosticata a quei bambini il cui comportamento è in conflitto con le aspettative o le richieste dei genitori e/o degli insegnanti. La diagnosi di Adhd è semplicemente una lista di comportamenti che la maggior parte delle volte causano conflitto o disturbo in classe, specialmente nelle classi che esigono di attenersi a determinare regole di comportamento.
Diagnosticando al bambino l'Adhd, a questi viene addossata la responsabilità del conflitto. Invece di esaminare il contesto in cui il bambino vive - perché questi è agitato o disobbediente in classe o a casa - il problema viene attribuito a un difetto cerebrale del bambino. Sia la classe che la famiglia vengono esentati da ogni critica o dalla necessità di migliorare la situazione, e al contrario il bambino diventa l'unica fonte del problema. La somministrazione di farmaci al bambino diventa allora una risposta repressiva al conflitto, in cui il membro più debole, ovvero il bambino, viene drogato per renderlo più sottomesso e ubbidiente. I disturbi ossessivocompulsivi nel bambino, provocati con i farmaci, rappresentano il bisogno di sottomettere quest'ultimo senza problemi a un'attività scolastica che risulterebbe altrimenti noiosa o angosciante... Molti osservatori hanno concluso che le nostre scuole e le nostre famiglie non sono in grado di venire incontro ai bisogni dei bambini in modi differenti. Riferendosi nello specifico alle scuole, molti insegnanti si sentono sotto stress a causa delle condizioni in cui si trovano le classi, e sono mai preparati ad affrontare i problemi emotivi dei bambini. Le classi stesse sono spesso troppo numerose, ci sono troppo pochi assistenti insegnanti e volontari che diano una mano, e i materiali educativi sono spesso antiquati e noiosi, rispetto alle tecnologie moderne che al giorno d'oggi hanno presa sui bambini. Diagnosticando malattie ai nostri bambini e somministrando loro droghe non facciamo altro che trasferire le responsabilità dalle nostre istituzioni sociali e da noi stessi in quanto adulti ai bambini pressoché impotenti di cui dovremmo occuparci. Non identificando e non venendo incontro ai loro reali bisogni educativi - ambienti scolastici più sicuri, insegnanti più preparati, aule più confortevoli per gli insegnanti e per i bambini, curriculum più interessanti e tecnologie educative più attraenti - non facciamo altro che danneggiare i bambini. Allo stesso tempo, quando diagnostichiamo malattie ai bambini e li sottoponiamo a cure con i farmaci, priviamo noi stessi dei nostri poteri di adulti. Anche se ci sentiamo momentaneamente sollevati da ogni colpa, immaginando che il problema è nel cervello dei bambini, finiamo col minare la nostra stessa capacità di intervenire per risolvere i loro problemi.

ninnillo ha detto...
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ninnillo ha detto...
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anonima ha detto...
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ninnillo ha detto...
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Salvatore ha detto...
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anonima ha detto...
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Salvatore ha detto...
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Anonimo ha detto...

Toc toc. Si può?
Pardon, mi si scusi.
Dalla scepsi alla sepsi un eCci di troppo. Da qui all'inazione... l'esito finale se si vuole.
La scelta della non scelta o la non scelta della scelta?
Voglio capire.
Mi soverchia nel frattempo, scolastico, l'arbirtio, del libero in campo.
Nel tentativo di scegliere di non scegliere, niente idealogie e libertà di giudizio, lanternino in mano piluccando qui e là, nel bel mezzo delle intemperie delle risposte e/o non risposte... e non sei manco relativista!
Di grazia, ninnillo esimio, ci spieghi?

anonima ha detto...
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anonima ha detto...
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ninnillo ha detto...
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anonima ha detto...
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Anonimo ha detto...

1000, 999, 998, 997...Cribbio, ma ci sono pure i decimali, i giorni, le frazioni minime del tempo! E poi cos'è questa improntitudine di andare indietro come i gamberi! Compito troppo arduo gent.ma anonima di spirito (...Giulietta?)!
Esimio Ninnillo, il fatto è che ogni uomo, si pone le sue domande, vuol capire. L'arrogante innocenza dei perchè infantili ci perseguita. In fondo son sempre le solite domande. Non aver risposte ci sgomenta, ci rallenta il passo e Salvatore, o chi per lui ne rimane interdetto. E pure Giulietta.
Cum grano salis, come sopra.

anonima ha detto...
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