23 gennaio 2008

DALLA RIVISTA "CARTA"

Giovedì la requisitoria, a marzo la sentenza
Giuliano Santoro
[22 Gennaio 2008]
Giovedì 24 gennaio dalle 9.30 il pubblico ministero Domenico Fiordalisi comincerà la requisitoria. Solo in quell’occasione sapremo se colui il quale ha apposto la sua firma al teorema [basato su un rapporto dei Ros e su una montagna di carte accumulate dalla Digos cosentina in anni e anni di ossessivo controllo] su cui si fonda il processo in corso in Corte d’assise a Cosenza contro 13 attivisti, accusati di associazione sovversiva e cospirazione politica, deciderà di arrivare fino alla fine, e confermare [come tutti si attendono] la sua ostinazione.
All’udienza di ieri era presente anche l’avvocato dello stato. Il governo Berlusconi si era costituito parte civile come «parte lesa» per i fatti di Napoli e Genova, una posizione che l’attuale, traballante, esecutivo, ha mantenuto. Ieri la difesa ha ribadito che le intercettazioni ambientali, telefoniche e informatiche su cui si regge la fantasiosa ricostruzione di Fiordalisi, non possono essere utilizzate. Uno dei difensori degli imputati, l’avvocato Carlo Petitto, a conclusione dell’esame dei periti e dei consulenti tecnici ha rivolto ai giudici la richiesta di inutilizzabilità delle intercettazioni. E ha svolto un intervento molto accalorato, tanto che il presidente ha sentito i bisogno di ricordargli che era il momento per le arringhe.
Il perito del tribunale ha depositato la memoria su ventisei telefonate intercettate che il pm si era «dimenticato» di peritare. Poi ha parlato il consulente della difesa, il professor Luciano Romito, docente universitario di linguistica, membro dell’Associazione italiana di scienze della voce ed esperto di Fonetica forense. Romito ha tenuto una dissertazione molto interessante. Ha spiegato tecnicamente come avvengono tutte le operazioni di registrazione, chiarendo come ormai con i telefoni cellulari, non esista praticamente la distinzione tra «intercettazione telefonica» e «intercettazione ambientale». E poi Romito si è prodigato una dotta lezione di fonetica e linguistica in aula, confutando la trascrizione delle telefonate e facendo notare come anche l’inflessione della voce vada tenuta presente nel valutare il contenuto di una conversazione.
La Corte si è riservata di valutare queste eccezioni, e ha stabilito il calendario. Domani c’è lo sciopero degli avvocati. Quindi si proseguirà al 24 gennaio, quando verranno valutate le eccezioni e ci sarà la requisitoria del pm e della parte civile. Il 29, 30, 31 gennaio, 4 febbraio, 5 marzo parleranno gli avvocati della difesa.
Al termine dell’udienza, gli avvocati della difesa hanno depositato la sentenza del tribunale di Genova per il processo ai 25 accusati di devastazione e saccheggio. E soprattutto hanno segnalato la trasmissione degli atti processuali per Mario Mondelli e Antonio Bruno, due agenti polizia testimoni al processo di Cosenza e accusati di falsa testimonianza a Genova. Come ricorda il report di Supporto legale, Mondelli e Bruno «avrebbero arricchito di particolari non veri i loro racconti davanti ai giudici per sostenere la drammaticità degli eventi». Inoltre, la difesa ha depositato la trascrizione della testimonianza al processo per l’irruzione della Diaz, in cui le argomentazioni delle difese dei poliziotti sono state smontate.
Insomma, nelle carte processuali e nel contesto politico, i processi di Genova e quelli di Cosenza si intrecciano sempre più. I movimenti cosentini lanciano l’appello per il presidio al Tribunale di Cosenza di giovedì 24 gennaio alle 9. Il 2 febbraio c’è il corteo nazionale, per informazioni: www.cosenza2febbraio.org.

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