25 gennaio 2008

ANCHE AD ACRI L’ARROGANZA DI MANHATTAN



Rischia di essere una stupidaggine, ma il paragone mi viene di farlo e di scriverlo. Ho letto su “Repubblica” del 22/01/08 un articolo di Antonio Monda sul progetto editoriale dello scrittore newyorkese Jonathan Lethem ed altri colleghi per raccogliere fondi al fine di impedire un progetto edilizio di 4 miliardi di dollari, chiamato Atlantic Yard, nella zona di Brooklyn, il quale prevede la costruzione di una grande arena ed una serie di grattacieli di sedici piani. Gli scrittori presenti in questa raccolta di racconti, già uscita negli USA, intitolata come tutto il movimento contro l’edificazione, “Brooklyn was mine”, sono tutti del famoso quartiere del ponte e si sono schierati al fianco dei suoi abitanti “che ritengono il progetto orribile, poco funzionale e deleterio sul piano dell’impatto sociale. A ciò si deve aggiungere che chi abita al di là del ponte non ha mai considerato con simpatia il concetto stesso di grattacielo, ritenendolo un simbolo dell’arroganza di Manhattan”.
Certo Acri non è New York, e da molti punti di vista ciò è positivo, infatti cosa c’entra Acri con Brooklyn e Manhattan?
Il primo paragone, in proporzione, ci può stare, ovvero l’Atlantic Yard con il vecchio progetto di Piazza Purgatorio, il secondo un po’ meno, perché in campo letterario i nostri paragoni viventi sono molto scarsi, anche se abbiamo alcune persone che si occupano della cultura in modo molto, ma molto, discutibile ed essi non ci rappresentano.
Vedere come, in luoghi così distanti e differenti, accadano situazioni similari è sorprendente, perché se a Brooklyn, nelle zone di Prospect Park e Park Slope, l’arroganza dei potenti e degli speculatori vuole realizzare l’Atlantic Yard da 4miliardi di dollari, ad Acri la stessa arroganza voleva costruire, a Piazza Purgatorio, un mostro di cemento da 4 milioni di euro, poi, per nostra fortuna, grazie ad un comitato cittadino, il progetto è stato bloccato dagli organi competenti.
La vera differenza sta nel fatto che lì a Brooklyn un gruppo di scrittori del quartiere si schiera con gli altri abitanti per fermare l’arroganza, invece ad Acri i custodi spiantati della cultura, i vari Cristofaro, Abbruzzo e Vigliaturo, non hanno detto una parola contro l’oscenità che si voleva costruire in una zona centrale della nostra città, e questo per non parlare anche di altre cose.
Qualcuno penserà che tutto questo discorso sia una stronzata e sarà anche così poiché il nostro professore non è Norman Mailer. Però, con tutto ciò, voglio dire che dove esiste la cultura, e che si esprima in maniera diffusa attraverso la letteratura, la musica, l’arte od altro ancora, si ravvisano segni e segnali di civiltà, quella civiltà che favorisce il benessere collettivo. Alla fine, tanto per restare in tema e tornare in Italia, c’è l’esempio degli scrittori veneti che in questi giorni, attraverso le parole ed i libri, si schierano contro l’ondata del razzismo istituzionale, il quale invade la loro regione. Questo a testimonianza che la letteratura e l’arte hanno sempre combattuto contro le ingiustizie, che siano esse speculazioni edilizie o razzismo, come succede in Veneto.

ANGELO SPOSATO

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono completamente d'accordo. Sia per quanto concerne il giusto paragone tra Manhattan e Piazza Purgatorio ad Acri (!) che, per conseguenza, su quanto Angelo Sposato ci dice esplicitamente - come si deve - su certa "cultura" e quindi sui consueti comportamenti pubblici della maggior parte dei nostri soliti "Guardiani del Tempio". Tutto questo, insomma, è vero al di là di ogni possibile dubbio.
L'andazzo generale, è questo. Da tanti e tanti decenni... Troppi.