9 luglio 2010

ALBANIA

La mia schiena
è sempre più scoperta dal mare
il vento di mareggiata
mi sfiora il cranio come un artiglio
mentre le onde gonfiano il torace
con un respiro dall’abisso.
Donne e bambini
la maternità di una nazione
la caduta degli uomini
raccolti dall’adriatico
restituiti in cenci e prostitute
alla spiaggia d’agosto.
Sarò mai più libero di adesso?
Sono trascorsi cinque secoli
e sono ancora lo stesso
a puntare il mio fegato su questo tavolo d’acqua
ma Skanderbeg è morto
non il mio naufragio
sull’orizzonte di fronte Valona e Durazzo.
Turchi russi italiani
come tutte le bandiere
pur di sventolare
hanno rubato vento alla libertà.
Sarò mai più libero di adesso?
Questo arco di fuga
dove mi scaglierà?
Come una pulce attaccato alla pelle
di questa nave.
Sarò mai più libero di adesso?
La mia libertà si conta oggi
in miglia marine
la mia gente ha perso tutto
ed altro da perdere
lo troverà l’Italia.
La riva è ancora lontana
raccolgo la mia pelle
a buon prezzo
se riuscirò ad arrivare.

ANGELO SPOSATO

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bellissima

Anonimo ha detto...

I versi

Se ne scrivono ancora.
Si pensa ad essi mentendo
ai trepidi occhi che ti fanno gli auguri
l’ultima sera dell’anno.
Se ne scrivono solo in negativo
dentro un nero di anni
come pagando un fastidioso debito
che era vecchio di anni.
No, non è più felice l’esercizio.
Ridono alcuni: tu scrivevi per l’Arte.
Nemmeno io volevo questo che volevo ben altro.
Si fanno versi per scrollare un peso
e passare al seguente. Ma c’è sempre
qualche peso di troppo, non c’è mai
alcun verso che basti
se domani tu stesso te ne scordi.
(Vittorio Sereni)