12 giugno 2010

TROPICAL



Alla fine una soluzione si trova sempre. Acri è una città di gente ragionevole e dopo incomprensioni e disguidi si arriva a risolvere il problema in maniera pratica e civile.
Caffè per tutti al Bar Centrale.

A.S.

8 commenti:

J. ha detto...

Ciao popoli!
Vi scrivo da qui, tra me montagne. finalmente, ho portato con me il computer. Ieri sera vicino alla baita ho potuto ascoltare le rane. Le crochice. Una meraviglia. Poi le ho sognate. Ora, se mi pemettete di ciotiare un altro po', ve lo racconto. Scrivo, come me lo ricordo, direttamente nella finestrella...

Episodio 1) C'era una volta un paese lontano da Roma, pieno di animali che vivevano intensamente. C'erano gli asini, le mucche, le capre, le pecore, le pulci, i pidocchi, i maiali, i polli (sapete quali), le galline covatuse, gli uccelli, i rettili, le tartarughe, i lupi, le oche, e tutti gli altri insomma. Un vero paradiso zoologico, per intenderci.
In questo simpatico paese il passatempo principale era questo: acchiappare le mosche al volo. Quando se ne acchiappava una si diceva a voce alta: eh, ho acchiappato una mosca!
Seguiva un forte applauso, ragli, cri cri, cra cra, grunf grunf, bau bau, miao miao, chicchirichi, etc. Quindi, tutto contento, ricevuta la medaglia con la mosca d'oro, la rilasciava. E quella tutta contenta pensava: pure quest'altra volta l'ho scampata bella.
Ogni tanto c'erano le elezioni; Chissà perché, ma una volta vincono i rospi, ed un altra le rana. Il paese era quindi profondamente diviso dal punto di vista anfi bio.
Quasi la metà per la ranunchie e quasi l'altra metà per i rospi. Tutto andava avanti cosi, tranquillementen da secoli (i sogni sono strani, eh?). Quando vincevano le crochice, i rospi facevano il muso tra loro, nelle umidità sotto boscho; E viceversa. Con le rana che, intristite, stagnavano più del solito...
Ma, ecco che avvenne un miracolo. Un giorno, una crochicia meno o più crochicia delle altre dipende dai punti di vista si disse: e se invece di continuare ad acchiappar le mosche come tante povere crochicie non ci mettessimo a...

- a fra poco per il seguito...

va be', lo correggo un po' ha detto...

Ciao popoli!
Vi scrivo da qui, tra le montagne. finalmente, ho portato con me il computer. Ieri sera vicino alla baita ho potuto ascoltare le rane. Le crochice. Una meraviglia. Poi le ho sognate. Ora, se mi permettete di ciotiare un altro po', ve lo racconto. Scrivo come me lo ricordo, direttamente nella finestrella.

Episodio 1) C'era una volta un paese lontano da Roma, pieno di animali che vivevano intensamente. C'erano gli asini, le mucche, le capre, le pecore, le pulci, i pidocchi, i maiali, i polli (sapete quali), le galline covatuse, gli uccelli, i rettili, le tartarughe, i lupi, le oche, e tutti gli altri insomma. Un vero paradiso zoologico, per intenderci.
In questo simpatico paese il passatempo principale era questo: acchiappare le mosche al volo. Quando se ne acchiappava una si diceva a voce alta: "eh, ho acchiappato una mosca!"
Seguiva un forte applauso, ragli, cri cri, cra cra, grunf grunf, bau bau, miao miao, chicchirichi, etc. Quindi, tutto contento, ricevuta la medaglia con la mosca d'oro, colui che l'aveva acchiappata la rilasciava. E quella tutta contenta pensava: "pure quest'altra volta l'ho scampata bella!"
Ogni tanto c'erano pure le elezioni. Chissà perché, ma una volta vincono i rospi ed un altra le rana. Il paese era profondamente diviso dal punto di vista anfibio.
Quasi la metà votava per le ranunchie e quasi l'altra metà per i rospi. Tutto andava avanti cosi, tranquillamente, da secoli (i sogni sono strani, eh?). Quando vincevano le crochice, i rospi facevano il muso tra loro, nelle umidità del sotto boscho; e viceversa; con le rana che, intristite, stagnavano più del solito...
Ma, ecco che avvenne un miracolo. Un giorno, una crochicia dell'opposizione meno o più crochicia delle altre, dipende dai punti di vista, si disse: "e se invece di continuare ad acchiappar le mosche come tante povere crochicie non ci mettessimo a..."

- a fra poco per il seguito...

J. ha detto...

episodio 2)

...: "e se invece di continuare ad acchiappar le mosche come tante povere crochicie non ci mettessimo a..."
La nostra ranunchia (una che aveva vissuto intensamente per due mesi nella Fontana di Trevi prima di ritornare al paese per vantarsene con le compagne paesane), salta allora sulla grossa pietra al centro dello stagno, e si mette ad allertare i compagni lavoratori e le compagne lavorattrici. Questi emergono e, incuriositi, l'ascoltano.
La crochicia che ci tiene a mostrare il suo patriottismo, il suo forte attaccamento allo stagno: "Compagne, compagni, qui a forza di acchiappare le mosche, con medaglia o senza, e di far pipi nell'acqua, io mi sono rotta i c! A che serve vivere intensamente nello stagno comunale se nel municipio ci sono solo i rospi? Eh? No, non si puo' continuare a stare nel fondo cosi, non siamo più ai tempi delle nostre antenate! E' arrivato il momento di cambiare le nostre abitudini acquaticole! Propongo che a partire da questo momento, di sostenere i rospi! Non dimenticatevi che ci assomigliano!
Sono sicura che accetteranno di essere appoggiati dal momento in cui sanno che con l'alternanza, la prossima volta vinceremo noi! Proponiamogli di mantenere la maggioranza, ma abolendo, una volta per tutte l'opposizione! In questo modo, non le perderà più nessuno! Ognuno ne trarrà quindi gran benefici, pure online. A parte gli asini ed i poeti beniteso. Ma di quelli chi se ne f!"
Le rane, dopo un momento di incertezza storica, cominciano a comprendere i vantaggi che potranno trarre da questa svolta politica, da un tale compromesso. Qualcuna, tuttavia, vota contro e pensa già a rifondare il partito su nuove basi, cioè su nuovi stagni. La larga maggioranza delle rane, dell'opposizione, approva dunque la proposta della teorica ranunchia "romana".
Saltano fuori dallo stagno, e pluf pluf cra cra si recano nel municipio i Costi adirti.
I rospi inanto, avvertiti dall'elicottero della protezione civile che una folla di ranocchi e di ranunchie sta saltellando lungo via Roma, cominciano a gonfiarsi come buoi, un po' dalla rabbia, un po' per la paura, ma soprattutto dalla sorpresa. Una muta domanda si coagula negli spiriti a sangue freddo dei rospini: "Si tratta di una manifestazione pacifista dell'opposizione, o di un colpo di stato?"

a fra poco per il terzo episodio

N.B. ha detto...

va da sé che l'epoca del pci non c'entra. D'altronde, adesso, quando si parla di pci si tratta di computer.
Per gli errori di grammatica vedete se potete correggerceli voi, cari amici. Se ci concentriamo su queste cose perdiamo il piacere, l'immediatezza dello slancio libero....
Merci.

A presto, allora, per il terzo episodio...

J. ha detto...

Episodio 3)

... Una muta domanda si coagula negli spiriti a sangue freddo dei rospini: "Si tratta di una manifestazione pacifista dell'opposizione, o di un colpo di stato?"

Intanto, mentre le ranunchie pluf pluf avanzano verso il piazzale, il popolo misericordioso, meno gli asini ed i poeti naturalmente, applaude o fischia, dipende, a più non posso. "W le crochicie!" urlano gli uni senza sapere perché; "Forza rospi!" ribattono gli avutri animali come se fossero allo stadio.
Le divisioni politiche trasversali erano evidenti. Metà delle pulci erano per le rane e metà per i rospi. Stessa cosa per le mucche,i montoni, le oche, i polli (sapete quali), le galline covatise, pardon covatuse, e tutti gli altri.
I giornalisti, un mulo ed una pecora, scrissero poi che si stava per venire alle mani. Dimenticandosi che si trattava di zampe e di corna soprattutto.
Il corteo avanzava saltellando tra la popolazione di elettori, mentre i rospi, allarmati, disorientati non sapevano che pesci pigliare. Intanto, dopo l'allerta dell'elicottero, avevano chiamato i vigili. Caso mai ci fossero multe da affibbiare per inosservanza del divieto di traffico, sul solito senso unico.
In testa, sulle spalle di due grosse crochicie, un zampa sull'una e una sull'altra, come in certi film con gli indiani du due cavalli (...), c'era la nostra ranunchiella "romana". Quella che aveva predicato l'alleanza coi rospi (per l'appello al popolo si veda sopra, episodio 2).
Si trattava (nel mio sogno, attenzione), di un "bel" ranocchio di medie dimensioni, assai classico insomma. Ma che fin da piccolo aveva dimostrato certe predisposizioni assai particolari, sembrerebbe (sempre mentre dormivo come un ghiro). Fra l'altro, quando si svolgeva l'annuale gara di salto in alto, tra cadamu e Muccunu, questa crochicia, assai scaltra, ancorché non molto intelligente (sono due cose diverse pure nel mondo anfibio), si nascondeva sopra il ranocchio più dotato, quello che zumpava meglio insomma, senza farsi vedere da nessuno (le crochicie sono miopi com'è noto, quasi quanto le talpe). Una volta in alto, op là saltava ancora più su, e logico; Ed era cosi che riusciva a vincere un sacco di premi. Tra cui, ben cinque ranocchi d'oro.
In queste belle e coraggiose condizioni, quando per motivi di studio sportivo ando' a Roma dove si mise subito a mollo nella Fontana di Trevi per migliorarsi ancora di più dal punto di vista atletico e spiritoalo, malgrado i suoi sforzi, i suoi pluf pluf, là solitari, non riuscendo a vincere nulla (le rane romane sono terribili questione salto in alto: non per nulla abitano nella "città eterna", cioè olimpionica), decise che nulla valeva tanto quanto la sicurezza dello stagno di casa, autoctono. Là, nessun rischio che potesse perdersi. E poi c'erano molte più mosche e zanzare che a Roma, da quando avevano messo in marcia il depuratore.
Bene, portata in trionfo, ecco che la testa del corteo si accinge, finalmente, a penetrare nel portone arruzzato del municipio. Ma là, la nostra rana teorico-sportiva, salta giù. Vuole essere sola a parlamentare con la Giunta. Cioè, a sedurre i rospi eletti. Le rane si grattano la testa o i cosi, ma capiscono l'antifona. E si mettono quindi a battere le zampette e a saltellare sul post.
Incitata dagli "Evviva le Ranunchie", petto in fuori e panza in dentro, la nostra campionessa stava per mettere il musetto nell'anta, quand'ecco che gli si presentano davanti, bloccandogli il paesaggio, due vigile con nel mezzo, tra le gambe, la faccia brutta piena di tubercoli del...

- a tra poco per la quarta puntata

J. ha detto...

cari amici, vado a fare un giretto nei boschi (senza computer!) per vedere un po' cosa combinano queste di qua, nel loro stagno.
A più tardi per la continuazione del sogno.
Ehm, immagino che vi stiate chiedendo chi si è affacciato tra le gambe dei vigili orbini, sulla soglia del portone. Un po' di buona pazienza, non è nelle mie intenzioni farvi soffrire.

J. ha detto...

episodio 4)

"...bloccandogli il paesaggio, due vigili con nel mezzo, tra le gambe, la faccia brutta piena di tubercoli del..."

...del dott. Rospotini, l'assessore alle patate pubbliche. Pieno di verruche ellucinogene, questi, prima di occuparsi delle patate (afrodisiache) comunali aveva ricoperto importanti incarichi nell'Ufficio Tecnico. Questo architetto, famoso per le sue idee più genuinamente rospigne, ogni volta che il suo partito, grazie all'alternanza con le sempiterne crochicie rivali si ritrovava nell'Ufficio, alla direzione soprattutto, la prima cosa che voleva fare era quella di mettere a secco tutti gli stagni comunali; ma ogni volta i suoi compari e colleghi glielo impedivano, spiegandogli che senza acqua non si sarebbero potuti riprodurre nemmeno loro! Per accontentarlo, dato che aveva una grossa influenza, a livello elettorale, si dovette limitare a fare grupi dappertutto. Ecco perché nel territorio ce n'è pieno, di buchi. Un buco ogni due metri quadrati. Grazie a questa politica detta del buco, per ibernare non c'è comune, forse che ne possa vantare altrettanti (ma come verificare quando si dorme?). D'inverno, ci ronfano dentro che è una bellezza. Ron ron... ron ron... Dappertutto.
Se all'inizio si trattava di buchi semplici, per rospi senza pretese insomma, via via, grazie all'architetto Rospotini ed ai suoi subalterni, se ne costruirono di due, tre... e perfino di dieci piani in certi ultimi casi, forniti di doppio ascensore, uno che sale e l'altro che scende. I ranocchi tentarono di bloccarli, e addirittura di ntipparne qualcuno quando nell'Ufficio c'erano loro. Ma siccome temevano di ritrovarseli fra le zampe, con evntuali scioperi eccetera, si dicevano saggiamente: "Meglio se stanno nei buchi loro, cosi non vengono qui a romperci le uova nostre!" (nei sogni la logica lascia a desiderare, ma che possiamo farci, eh?)

Allora, questo dottore si alza sulle zampe posteriori e, dopa aver gonfiato le guance domanda a bruciapelo alla "povera" crochicia: "Cos'è sto casino? Si puo' sapere che cavolo volete? Guarda bella che ti faccio arrestare per disturbo alla letargia pubblica!"
La nostra ranunchiella che stava per dire qualcosa, resto' a bocca aperta, ammutolita. Rospotini era impressionante questione fisico, e con quel suo vocione la terrorizzava. In più, c'erano i vigili, sempre pronti quando non si occupavano delle aperture dei bar.
Dalla folla si levo' allora un sol grido, inumano: "Vai crochicia, fatti rispettare!"

a fra poco (forse) per il quinto episodio

J. ha detto...

... episodio 5)

“...Dalla folla si levo' allora un sol grido, inumano: "Vai crochicia, fatti rispettare!" “

... Nel frattempo, pero', dalle finestre e dai balconi i rospi si erano messi a fare il verso alle rane! E a gridare:" W i rospi! Abbasso i ranocchi!" E viceversa.
In breve, non si ci capiva più un girino!" (qui ci fu un salto nel buoio del sonno)
Rospi e rane, arrivati tutti là davanti oramai, cominciarono quindi a darsele beatatamente, di santa ragione.
L'elicottero della protezione dovette chiamare l'ambulanza.
Dopo qualche ora di botte da orbi e un migliaio di contusi, fortuitamente non troppo gravi, stanchi fecero infine la pace dei giusti (si festeggia ogni 12 giugno).
La nostro ranunchiella, con qualche bernoccolo, poté infine ritrovarsi faccia faccia col sindaco, illeso lui (era scappato nel soffitto, dove c’era “l’archivio”), nel grande salotto dove c'è il quadro con l'asino e i contadini.
Il primo cittadino: "Ma si po' sapiri cosa vi è preso? Venire qui a invadermi il municipio, come se fosse uno stagno! Spero che il naso del dottore non sia grave, senno'... (il nasone del dott. Ropsotini aveva triplicato di volume a causa di un diretto, tirato da non si sa chi) Chi si occuperebbe delle nostre patate al viagra e delle nostre prossime buche di dodici piani con tre ascensori?! Guai a voi se ricominciate! Ma guarda a queste! Bene, allora, ti decidi si o no a gracidarmi qualcosa! Ho altro da fare, IO, che stare a guardare le crochicie! Comprese le campionesse di salto in alto, fossero anche molto sexy! (la crochicella arrossiche... il sindaco ci sapeva fare, con le rane)
Insomma, la nostra, il nostro piuttosto, dovette mandar giù parecchi rospi, prima di poterne piazzare una!
Ma, quasi intelligente com'era, sapeva aspettare il momento più opportuno la sorniona.
Rischiarandosi la voce, lisciandosi le guancette, grattandosi la testolina, e infine (nel sogno) grattandosi pure le palline, comincio: “Carissimo sindaco, innanzitutto, mi dispiace per l'equivoco, non era MIA intenzione provocare trambusti politici di questo anfibiezza! La pace tra le nostre specie, innanzitutto! IO, una cosa, perlomeno, l'ho imparato a Roma: essere sempre educata con gli altri. Non offendere mai nessuno, specialmente l'amministrazione... Ehm, vado al sodo... non si impazienti....
(il Sindaco da grigio divento’ arancione: si stava gonfiando favolosamente, come il famoso bue...)

- a domani, forse, per il sesto episodio