22 marzo 2010

Rien ne va plus, les jeux sont faits.




Le donne e gli uomini di buona volontà candidati a governare la cittadina acrese sono ormai designati. Per altri giochi di potere subalterni, invece, l’opera di transustanziazione è ancora in corso.
Il “pensiero unico” che caratterizza questo periodo storico inevitabilmente investe la nostra città. E mentre dai giornali nazionali apprendiamo che la lotta per la disinibizione sessuale, storicamente di sinistra, è divenuta ora appannaggio esclusivo della destra (anche se ad uso e consumo differente da come intesa a sinistra) o che la privatizzazione delle risorse, storicamente di destra, da circa vent’anni è argomento caro alla sinistra, notiamo in ambito locale l’ estrema facilità con cui è avvenuta la transumanza dei politici da un partito all’altro. Ma, ancora più grave, osserviamo con rammarico l’uguaglianza dei programmi politici, non tanto nelle proposte quanto nella incapacità di analizzare in maniera diversa la realtà acrese.
Alcune categorie, ad esempio “sviluppo” ed “infrastrutture”, sono ancora oggi assunte dai politici in maniera acritica, più intuitiva che analitica. Si compie sempre l’errore, a mio parere, di leggere il nostro territorio facendo un paragone rispetto ad altre città che ci sembrano migliori, “più sviluppate”. E da questo confronto Acri è studiato (come specchio) nella sua manchevolezza, ed appare “sottosviluppato”: se affermo che Acri non ha un collegamento autostradale adeguato, ad esempio, sto descrivendo Acri tenendo in considerazione un’altra città, magari Rende, che invece gode di un buon collegamento autostradale. Questo modo di procedere è decisamente contraddittorio ed occulta le vere potenzialità del territorio.
Chi scrive è convinto che la mancanza di infrastrutture (a prescindere dall’oggettivo disagio costituito dal cedimento strutturale della statale 660), anziché essere il vero problema dell’isolamento di Acri, è solo uno stonato stornello di autocommiserazione che inibisce la valorizzazione delle risorse.
Utilizzando la logica del confronto in maniera costruttiva possiamo affermare che Tropea (VV), nonostante abbia un collegamento stradale piuttosto buono, è difficile da raggiungere nel periodo estivo per la congestione del traffico che interessa l’autostrada quanto la statale. Ma la spettacolare attrazione turistica rende insignificante le condizioni avverse della strada. Ora, non siamo così ingenui da voler comparare le specificità di Tropea alla città di Acri ma, a mio parere, l’eccessiva massa di gente che gravita su quel territorio nel periodo estivo, che ha dato origine ad una selvaggia cementificazione della costa per rispondere all’esigenza dei parcheggi e dei servizi, restituisce un’ immagine tutt’altro che invidiabile.
L’argomento su cui bisogna riflettere è, semplicemente, la necessità di una diversa capacità di rappresentazione della distanza.
Se si creano le condizioni per rendere desiderabile il raggiungimento di Acri, la strada intrisa di curve che dovranno sostenere le genti e i costi in più sostenuti dai fornitori di merci, saranno con estremo piacere il gioco che vale la candela.
Ma come creare le condizioni per rivitalizzare Acri? Sicuramente non con la sterile retorica dei politici in campo. E’ vero che i programmi politici, fortunatamente, non vengono rispettati, ma leggere fantomatiche volontà di rendere il territorio acrese appetibile per i capitalisti del Nord, in uno stadio in cui questi chiudono le loro aziende (a causa della crisi economica dovuta al fatto che gli imprenditori, incapaci di scorgere investimenti produttivi per la sovrabbondanza di tutte le merci, da almeno vent’anni preferiscono la forma finanziaria/speculativa di investimento per valorizzare il loro capitale), significa procedere in maniera ostinatamente ideologica al problema della disoccupazione che svuota Acri.
Ma è anche decisamente sconfortante essere succubi del politico di turno che vanta la capacità di riuscire ad attrarre maggiori finanziamenti, per due ragioni. La prima, perché i finanziamenti a pioggia non vengono mai spesi in maniera oculata e spesso danneggiano il territorio, salvo favorire l’interesse degli amici. La seconda, perché la legislazione comunitaria vigente mette direttamente in relazione il committente alla fonte di finanziamento rendendo superflue sinistre mediazioni. Per attingere ai finanziamenti è infatti sufficiente la sola bravura del committente a stilare il progetto che, se coerente con le direttive, viene approvato; e a tal riguardo il Comune può avvalersi, eventualmente, degli stagisti dell’Università, stilando il protocollo opportuno.
In più, le forze che possono dare alla politica nuovi stimoli non sono i giovani in quanto tali, cioè quelli (subordinati ai vecchi politici e) utilizzati come leva per vincere le elezioni simulando il ricambio generazionale. Le premesse per il cambiamento, a mio parere, sono da ricercare nelle “energie da contraddizione” che accumulano tutte le classi di età, ma che si disperdono nell’ incapacità di agire ed incidere i processi avversi (globalizzazione, governo centrale, lobby di potere di vario genere) che negano il diritto di poter decidere le sorti del luogo abitato.
Acri ha una “vocazione agricola”, è vero. Ma pensare di investire nel settore agricolo per riconvertire gli impianti e rendere i prodotti competitivi per “lo sviluppo in termine di profitto”, dunque per passare da un’agricoltura tradizionale ad un’agricoltura di tipo intensivo tale da aumentare la produzione e ridurre i costi ed il prezzo, significa non solo ignorare le difficoltà generali dell’economia rurale calabrese, la Politica Agricola Comunitaria (PAC) e le nuove tendenze ecosostenibili, ma anche la sistematica eccedenza delle produzioni che si registra in Europa dagli anni Ottanta (e che assorbe il 50% del bilancio comunitario per l’acquisto delle derrate destinate alla distruzione).
Le produzioni agricole locali, invece, dovrebbero essere incentivate e messe in rete tra loro per favorirne lo sbocco nel mercato interno e diminuire la dipendenza dalla grande distribuzione, con ottima ricaduta per il circuito economico e per la qualità dell’alimentazione.
Le pratiche per uno sviluppo auto sostenibile come il “chilometro zero”, l’ ”agricoltura sociale”, la “zootecnia biologica”, il “turismo responsabile”, le possibili energie alternative, vale a dire le possibilità generali di economia alternativa, fortunatamente, non sono più un segreto per nessuno. Ma della lungimiranza politica per procedere ad un’inversione di rotta rispetto al pensiero prevalente (che ha fallito), per ora, nemmeno l’ombra.
L’esigenza di abbandonare le illusioni sulla propria condizione è l’esigenza di abbandonare una condizione che ha bisogno di illusioni.” (Karl Marx 1843)


FABIO DE MARCO

41 commenti:

J.xck ha detto...

L'ultimo paragrafo dell'articolo:

"Le pratiche per uno sviluppo auto sostenibile come il “chilometro zero”, l’ ”agricoltura sociale”, la “zootecnia biologica”, il “turismo responsabile”, le possibili energie alternative, vale a dire le possibilità generali di economia alternativa, fortunatamente, non sono più un segreto per nessuno. Ma della lungimiranza politica per procedere ad un’inversione di rotta rispetto al pensiero prevalente (che ha fallito), per ora, nemmeno l’ombra."

Della lungimiranza politica... da noi nemmeno l'ombra dunque (= c'è poco da stare allegri, per usare una formula eufemistica).

Se ho ben compreso e sintetizzando al massimo:

- Ci sono interessi predominanti basati sullo statu quo quindi, su una struttura economica ed una ideologia che "ha fallito". Eccetera.

- I partiti di sinistra ad Acri (restiamo nel boccale doc) sono lontani anni luce dalla lungimiranza di cui parla Fabio, dalle idee tra puntini del paragrafo qui sopra.
Idee "nuove" che circolano e come in giro per il mondo. Da qualche anno soprattutto. La loro teorizzazione essendo tutt'altro che recente invece.
Ora, nell'ambito di un sistema politico basato sulla rappresentanza, sui partiti, in certi programmi altrove queste idee ci sono. Costituiscono la base di certi programmi.
(Che siano poi criticabili perché non abbastanza e diversamente libertari, ad esempio, lasciamolo da parte qui.) Penso ad alcuni partiti e movimenti ecologisti di sinistra, fra l'altro.

Da noi nemmeno l'ombra.
A questo punto sorgono spontanee due domande (una in effetti), senz'altro ingenue ma va be':
Perché da noi no?
Com'è possibile?

Già, com'è possibile dal momento in cui in tanti altri posti, ripetiamolo volentieri, non si parla d'altro?

Giulietta ha detto...

Forse, la risposta più essenziale alle domande di J.xck ce l'avrei, modestamente...

Siccome Fabio cita Marx mi dico:
"... l'esigenza di abbandonare una condizione che ha bisogno di illusioni"
non è ancora penetrata nella sovrastruttura dei nostri "rappresentanti" politici.
In altre parole (più all'antica rispetto al 1843): per il momento, almeno, ai politici acresi "'un l'aiuta la cheapa" (= la sovrastruttura)

Filomena ha detto...

Se ho ben compreso il ragionamento di Giulietta: l' "esigenza" (di abbandonare) non puo' (ancora) accedere alle idee (alla "testa"), alla sovrastruttura, poiché resterebbe bloccata dalla "condizione": al livello più immediatamente economico della struttura, dello "stomaco" quindi, che si nutre di "illusioni" ?

anonima ha detto...

Vorrei far notare a Filomena ed a Giulietta che i rapporti tra economia e ideologia a livello teorico (e pratico) sono estremamente problematici.
Ne sapevano e sanno qualcosa gli stessi marxisti quando si trattava o si tratta di interpretare in modo il più possibilmente univoco le idee che Marx aveva sviluppato... su questo "punto" pertanto essenziale della sua dialettica.

Detto questo, l'ignoranza abissale delle idee di cui ci parla Fabio, da parte dei politici acresi, non puo' più "comprendersi". In alcun modo.
Sostengo molto volentieri, quindi, il detto ricordato da Giulietta. La sua risposta. Gira gira, teoricamente o praticamente, la mancanza di esigenza, è soprattutto nelle "teste".

Giulietta ha detto...

Peccato che i nostri marxisti non ne discutano quasi più di queste cose. Da nessuna parte d'altronde, a parte, beninteso, qualche rivista e sito (etc.) specializzato.
Per il resto è successo come se questo "bisogno teorico" (tentare di capire tante cose della nostra realtà) fosse diventano improvvisamente superfluo.
Eppure, c'è una profusione di nuove idee in giro, che si tratti di politica, di scienza, e di mille altre cose. Non è la complessità che manca, in quanto alla materia...
Lo scrivo perché è attualmente evidente che i partiti di sinistra, anche quelli ancora comunisti, non è che insistano troppo sulla teoria. Quasi l'esatto contrario di quanto accadeva prima.
Ritornando all'articolo: se i partiti si assomigliano nei programmi (Fabio accenna ai cambiamenti, agli spostamenti di "personale" da un partito all'altro), questo non è anche dovuto al fatto che ci siano, concretamente, delle difficoltà per quanto concerne la comprensione "teorica" ("univoca", come accadeva prima)della realtà? (politica, sociale, culturale, etc.).
Non è comunque il colmo che, con questa penuria... le idee ricordate da Fabio possano essere trascurate etc. anche da tanti teorici ex o ancora marxisti?
(che poi, ci sono parecchi punti in comune questione socialismo)
Uno, a forza di rifletterci a queste cose, potrebbe anche pensare: o la prendono dall'alto (gli "integri" dalla a alla z, ad esempio), o sono oramai "bene" integrati in un modo o nell'altro (...), o troppo delusi (posizione più rispettabile ma fino ad un certo punto), o, chiaramente, non credono più in niente, e allora...
Non si puo' fare l'economia di queste interrogazioni.
Altrimenti, si resta all'io accuso te di tipo quasi "preistorico"
(o, se si preferisce... e tanto per ricordarne una visto che la religione la vorrebbe rifare da padrona: alle invettive tipo "alla S. Paolo" con le sue "illuminate" maledizioni e promesse di terribili pene: ma quali spiegazioni dava a parte la cattiva fede ed altre "cattiverie" al comportamento di chi non credeva in quello che andava predicando? - mi riferisco alle epistole - potremmo fare altri esempi, anche in campo meno "spirituale" e molto più recente, evidentemente)

Per dire: quand'è che una certa dose di lungimiranza... comincerà a far parte, concretamente, delle preoccupazioni, non solo dei politici, ma di chiunque si interessi di queste cose?
Ad avere una qualche incidenza sulle scelte politiche?
A cominciare da quale data?
(dall'abolizione dei partiti? - ok... ma da parte di chi? - giusto per "scherzare" un po' a questo punto)
Di questo passo (parlo del boccale doc), fra quattro, cinque anni?
Fra dieci o venti?
Fra venti o cinquanta?

Oddio, tutto questo ben sapendo che da noi una ventina di persone a queste cose ci pensano. Anche se non necessariamente da un unico punto di vista
...

anonima ha detto...

Sarebbe interessante, a proposito dello sviluppo auto sostenibile, vedere un po' come potrebbe funzionare, da noi, concretamente, una "agricoltura sociale". In che modo resterebbero convinti dei suoi vantaggi e benefici (comuni) coloro che potrebbero adottarla. Dove e come e con quali incentivi etc.
Non nascondendoci le difficoltà di questo possibile "affare" che si baserebbe , dunque, sull'interesse collettivo piuttosto che immediatamente privato. Sulla solidarietà. Quindi su una "economia morale" (là dove viene privilegiata quella mercantile: il mondo e le persone come merce, etc.). Diciamo del tipo un po' "socialismo utopistico", tanto criticato dallo stesso Marx. Si voleva scientifico, oggettivo: mercato da considerare indipendentemente da considerazioni morali, etc.; restando in questa prospettiva, nella linea di Smith, e d'altri economisti liberali - ancorché moralista in fondo Marx lo era e come, ma va be', continuiamo...

Per ritornare ai politici che dovrebbero interessarsi a queste cose...
Ultimamente, ho visto delle immagini dell'isola di Pasqua nel Pacifico. Si parlava dei monoliti, i famosi moai.

Ognuno di noi ce li avrà presenti, e forse qualcuno ci sarà pure stato...
Che c'entrano? Un po' di pazienza, please.

Non so se ci avete fatto caso, ma fanno subito pensare ai nostri mal combinati politici impettiti, sulla Piazza...
Certo, quelli del nostro boccale doc un po' si spostano rispetto ai "guardiani della Grande Rapa/=Isola,Roccia" (Rapa Nui - Rapa... guarda caso! - ehm, il sindaco è un "dc" ma questo non c'entra naturalmente - di rape ce ne sono e tante pure negli altri partiti).

Si spostano di qualche passo, ogni tanto, per rimettersi nella sola posizione che "conoscono", quella fissa...
Ho messo le virgolette poiché si tratta di spostamenti automatici, robotizzati...

Perché ne parlo? Ebbene, considerandone la pesantezza ed il numero (600 circa sull'isola: molto di più che i nostri consiglieri comunali, ancorché se ci mettiamo quelli che via via vanno in pensione - mentre altre 400 sono incomplete, pronte ad essere elevate, elette nelle elezioni a venire, via via che il bisogno di qualche sostituzione si fa sentire), considerato il numero ed il peso di queste macigni nostrani (sull'isola, a secondo delle dimensioni, decine di tonnellate - la più grande è alta 21 metri), non sarà per nulla facile smuoverle.
Ancorché, senza ritornare ai metodi utilizzati dai polinesiani, noi, con qualche potente gru municipale...

Li potremmo mettere dove? Ma lungo la Crista perbacco triplo! Con lo "sguardo" rivolto verso il mare, verso le rovine di Sibari magari...

Notiamo che contribuirebbero, in tal modo, al "turismo responsabile"...
Ma ce lo immaginiamo il numero di persone che verrebbero là per ammirare gli udc, i pci, i pdl, etc. pietrificati?

Una la faremmo "leggermente" somigliare a questo, l'altra a quello...
L'importante è che conservino, come le moai, l'immobilità propria ad ogni faccia di pietra che si rispetti...

Tutto questo andrebbe approfondito, naturalmente, con grande serietà.
Anche perché sembrerebbe che i polinesiani, cosi come i nostri moai comunali, a forza di disboscare l'isola...

penelope ha detto...

Ciao ô popoli delle sette Magiche Montagnole, vedo che la ragazze del blog si sono messe a teorizzare, grave...
Io, intanto, sono andata in vacanza qui sotto.
Buona visione, c'è pure la musica e potete perfino giocare... a nascondino...

http://www.paris-26-gigapixels.com/index-fr.html

Ad uno di questi giorni, per sempre vostra, P.

il chiuR.Lo. ha detto...

Nel duello Loiero-Scopelliti deciderà la variabile Callipo
Repubblica — 22 marzo 2010 pagina 11 sezione: POLITICA INTERNA

REGGIO CALABRIA - Bisognerebbe non vedere e non sentire. Non sentire, soprattutto. Giuseppe Scopelliti, candidato a presidente per il centrodestra, sindaco di Reggio Calabria, a Radio 2. Domanda: «Ci dica con chi confina la Calabria». Risposta: «Con la Basilicata naturalmentee la Puglia.A sud con la Sicilia». L' hanno disorientato, ha poi ammesso il candidato che ad oggi ha le maggiori chance di venire acclamato come futuro governatore. Disorientato forse, sicuramente bisognoso di un ripasso almeno in geografia. Nella stessa sfortunata trasmissione (in radio la par condicio non è stata attivata purtroppo) Scopelliti ha incespicato persino sulla indicazione della catena montuosa più alta, dando all' Aspromonte (più vicino a casa sua) ciò che è del Pollino (lontano da lui però, piuttosto a nord). Se sentire fa male, vedere fa ancora peggio. La regione è una frana continua, un dissesto permanente, visibile e amaro. Solo a Cosenza città si contavano ieri 27 strade interrotte. Le montagne cedono al cemento, e il cemento si affloscia ai lati del mare. L' autostrada che Fiorello ha giustamente descritto come un percorso immaginato dalla Nintendo per il suo gameboy, è un gomitolo di buche e deviazioni. Non si cammina. Si resta immobili e persi. Persi, per esempio come quando si annotano le cartelle giudiziarie dei candidati, la lunghezza di quei curriculum, e il numero dei concorrenti coinvolti o solo lambiti da inchieste: al centro a destra e a sinistra. Brividi indiscutibili. Sono 59 i soggetti che avrebbero bisogno del giudizio, prima che della società calabrese, di un giudice. In Calabria sembra che manchi e il codice etico, a cui hanno dichiarato di aver fatto ricorso i partiti in gara, si è rivelato per quello che si supponeva fosse: un foglio di carta straccia, una lunga linea d' ombra. Con tutta questa nebbia addosso la campagna elettorale si è sviluppata nel solito modo: poco rumore pubblico, molta azione privata. Prediletto il porta a porta rispetto ai comizi, le cene ai ritrovi in piazza, le telefonate agli incontri pubblici. Meno fumo e molto più arrosto. Silenziosa ma non per questo poco dispendiosa, la campagna impone il deja vù. Chi c' era c' è. Tutti nomi sperimentati, vecchi guardiani della preferenza, sono di nuovo in corsa per giungere all' agognato seggio. E quindi, e prima di tutti, Agazio Loiero. E' sulla settantina, ma sente di avere l' ardore del neofita: «Vincerò».

il chiuR.Lo. ha detto...

Loiero è governatore uscente (dopo essere stato deputato per un numero infinito di anni, e sottosegretario e ministro) e voglioso di rientrare. Sa cos' è la Calabria e soprattutto come si deve trattarla. Conosce alla radice il senso profondo dell' amicizia, sa come nutrire la clientela, sa come imbandire la tavola. Le liste che lo sostengono sono agguerrite e il Partito democratico raccoglie dentro di sé il bene e il male di questa terra. Concorrenti agguerriti, gregari capaci di rastrellare voti e bucare muri ritenuti invalicabili. Nella testa di lista tutti gli assessori uscenti, e consiglieri, capigruppo, politici sperimentati e anche un po' affaticati dall' età. Nelle liste collaterali (civiche e dei partiti minori) tutto il meglio della società civile affluente: liberi professionisti o dipendenti pubblici. Il meglio, in Calabria, si chiama sanità. La sanità è la cassaforte dorata dove stipare certezzee incarichi: la Regione ha accumulato un miliardo e trecento milioni di euro di passivo di bilancio e sembra contenta del deficit sviluppato. In Calabria troppo spesso patologie gravi sono incurabili, ma in Calabria medici e infermieri, barellieri e sindacalisti sono ai primi posti nell' impegno politico attivo. Il grano si fa con la salute e Loiero ha in cascina tanto grano. Loiero è forte a nord, Cosenza e la fascia costiera, fortissimo al centro, tra Catanzaroe Vibo. Dove si dice il centrodestra si sia afflosciato presto e con qualche colpevole intelligenza col nemico. Tanto da far litigare Scopelliti, il leader, col deputato del Pdl Michele Traversa, padrino di Catanzaro ma anche, questa l' accusa, amico del nemico, cioè di Loiero. Al quale i fastidi vengono invece da Pippo Callipo, industriale del tonno e soprattutto terzo sgradito candidato in lizza. Il suo 14 per cento di voti accreditati (percentuale che col passare dei giorni si assottiglia finoa prevedere un assestamento intorno all' 8-9 per cento) brucia le speranze oltre ogni limite. Dietro Callipo c' è Italia dei valori. Dietro l' Idv, De Magistris che qui raccoglie consensi significativi. Questo pacchetto di mischia all' interno del centrosinistra - unica regione dove Di Pietro fa corsa a sé - alimenta le speranze già cospicue di Giuseppe Scopelliti che a sud della regione, Reggio Calabria e provincia, farà corsa a sé raccogliendo preferenze strabordanti. I sondaggi stimano una differenza di cinque punti percentuali tra lui e il governatore uscente, forbice che gli fa ritenere possibile, se non quasi certa, la presa della Regione. "Insieme per cambiare", lo slogan che lo accompagna. Per cambiare? Ecco sul punto la decisione straordinaria di Angela Napoli, deputata anticosche e sua compagna di partito, pubblicata sulle pagine del Quotidiano della Calabria: «Vuol sapere chi vincerà le elezioni? La ' ndrangheta. I clan avranno la maggioranza assoluta comunque vada a finire. Per questo ho deciso di non andare a votare, non voglio essere complice di quanto sta avvenendo. Mi sono resa conto di decine di candidature all' insegna del trasformismo, di prestanomi, di parenti, di indiziati, di rinviati a giudizio e persino di condannati!». Anche dopo il 28 marzo questa terra sarà costretta a respirare l' odore del compromesso morale e dell' indifferenza. La speranza? Non c' è chi nemmeno prova ad alzare la mano per indicarla. - DAL NOSTRO INVIATO ANTONELLO CAPORALE
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/03/22/nel-duello-loiero-scopelliti-decidera-la-variabile-callipo.html

il chiuR.Lo. ha detto...

Dal Blog L’Url di Emilio Grimaldi:
A Sinistra prevale il non voto

Loiero sì, Loiero no. Alcuni partiti lo osannano. Altri lo accettano digrignando i denti. “E’ il male minore”, dicono, rispetto al candidato del Pdl, Giuseppe Scopelliti. Altri ancora lo rifiutano apertamente. Sia se i vertici della loro compagine si sono schierati con lui sia che hanno deciso di astenersi dal votare nelle prossime elezioni regionali in Calabria. Della serie: le mezze verità fanno più male delle bugie.
“Noi non ci stiamo e protestiamo contro un’eventuale riconferma di Agazio Loiero e della politica-clientelare per due semplici motivi”, comunica il circolo di Rifondazione comunista di Cropani: “Ciccio Chiaravalloti”, mentre il suo partito è uno dei tanti che sostiene il governatore uscente.
“Con quale speranza oggi ci si accinge alle votazioni regionali in Calabria quando, a livello nazionale, tecnicamente si può già parlare di dittatura?” si chiede Piero Maida, del coordinamento nazionale di “Sinistra critica”, che si è già espressa per il non voto.

il chiuR.Lo. ha detto...

I due motivi del circolo sono davvero semplici. Primo: “Loiero ha fallito: la Calabria oggi è una delle realtà più povere ed arretrate d’Europa, basta guardare i dati sull’occupazione e sull’emigrazione giovanile; rendendo ormai la rappresentanza politica una “cosa” dominata dal clientelismo e dal ricatto occupazionale”. Secondo: “Loiero non è stato in grado di unire nuovamente un “centro-sinistra” ormai orfano anche di Idv che ha deciso di appoggiare Callipo insieme ad associazioni e movimenti”. L’analisi, invece, del non-voto di Maida è più complessa: “In Calabria abbiamo assessori regionali che sostengono ed appoggiano la Sorical, tessendo lodi ed esprimendo ammirazione per una gestione del servizio idrico da parte di amministratori di una società mista (pubblico – privato) che come unico scopo ha il profitto, senza tenere nella minima considerazione il fatto che trattasi di un bene indispensabile, anzi, rendendo lo stesso una vera e propria merce”. So.Ri.Cal e tanto altro. Come la Sanità. “La Sanità in Calabria è gestita solo ed esclusivamente come un grande calderone elettorale. Giovani che diventano infermieri e, combinazione, sono immediatamente assunti presso strutture pubbliche”. Come i fatti di Rosarno. “Quanto successo a Rosarno qualche mese addietro è solo il primo campanello di allarme di una grandissima crisi sociale, di cui la classe dirigente non ne nasconde l'esistenza, ma al tempo stesso non fa nulla per cercare di contrastarla o, quanto meno, attenuarne gli effetti”. Come la reale rappresentatività dei partiti. “I politici moderni preferiscono gestire gli sponsor invece che gli iscritti al partito. E più gli sponsor sono ricchi, meno sono i controlli sull’origine dei fondi elargiti. Da quando il numero degli iscritti ha cominciato a calare i partiti sono diventati dipendenti dalle donazioni dei privati per finanziare le loro campagne elettorali”. La messa in vendita del partito al miglior offerente annienta la democrazia rappresentativa e di massa perché il partito-azienda è ormai una struttura politica ed economica “personale”, che tutela esclusivamente gli interessi dei politici e dei loro sponsor. Il Popolo della libertà di Silvio Berlusconi ne è l’esempio migliore. Il premier lo finanzia quasi per intero e il partito promuove i suoi interessi e quelli dei suoi collaboratori, per esempio attraverso le leggi ad personam”. Per tutto questo il delegato di Sinistra critica invita a non andare a votare.
Il circolo, infine, spiega: “Noi non abbiamo candidati da votare, non abbiamo vincoli clientelari, non abbiamo “amici” né “amici degli amici” da sostenere, noi vogliamo solo fare i conti con la nostra coscienza ora, e con chi dirige questo partito dopo. Non faremo o appoggeremo comizi di nessun candidato, non faremo campagna elettorale”. Non solo ma “ci recheremo alle urne perché è un nostro diritto-dovere, annulleremo le schede con un voto di protesta, invitiamo chiunque voglia unirsi alla protesta di farlo”.
Loiero, un politico di sinistra? Ni.
http://emiliogrimaldi.blogspot.com/2010/03/sinistra-prevale-il-non-voto.html

J.xck ha detto...

Ho letto con attenzione questi articoli. Da quando cerco di conoscere un po' meglio le cose attuali della nostra regione pur avendole sotto gli occhi stento a crederci! Allucinante. Lo dico come lo sento....

anonima ha detto...

Attualmente, i comunisti comunisti, chiamiamoli cosi, mi sembra che sono il 3% circa degli adulti, compresi i figli.
Parlo di quelli "scientifici".

Di questi, l'1% è (veramente) contro ogni forma di proprietà privata. Si tratta dei più radicali, quelli "puri e duri". Gli "ultra".

Parte della ex sinistra (filiazioni che pasaran... dal pci;...) è quella che via via ha smesso di credere nelle basi teoriche (marxiste, leniniste, etc.) in cui il suddetto 3% si sforza di credere ancora, in un modo o nell'altro (malgrado gli sforzi teorici di qualche intellettuale, evitando di mettere accenti troppo massimalisti sulla questione della proprietà dunque... - che era alla base delle idee dei padri fondatori).

Una cospicua parte della sinistra, è sempre stata socialista e democratica: socialdemocratica. Nel senso originale, sempre di meno.

Di tutti questi, trasversalmente, c'è stato negli ultimi decenni un forte spostamento verso la destra. Verso il "capitale"... Moltissimi di meno, in senso inverso. Ma qualcosa c'è stato.

La destra. La destra si nutre, assai facilmente, carognescamente, in queste condizioni, del crollo dei regimi dell'est etc. E del capitalismo ha preso il lato peggiore. Se dire questo ha un senso. Dante si sarebbe divertito...

Sembra di esserci realmente nell'inferno dantesco. I diavoli ci sono tutti, in piena attività. I dannati pure. Le italiche bolge sono strapiene. C'è di tutto, per ogni gusto, anche doc. La corruzione e chi più ne ha ne metta nei calderoni è presente dappertutto.

Allora?
Allora, il Che... se dovesse sbarcare da noi per fare la Rivoluzione, la prima cosa che farebbe, dopo aver preso una conoscenza più diretta della realtà, sul terreno... è quella di togliersi il berretto per grattarsi la testa. Prima di fare marcia indietro.
Convinto che con gli attuali calabresi tutt'al più si prenderebbe subito una fucilata alle spalle.

I libertari...
Da loro viene (soprattutto se del tipo aperto, non dogmatico...cosciente di come "siamo" cambiamo noialtri gli uomini, etc.) Lo Stimolo e l'azione per tante buone cose che si fanno presentemente, più qualche atteso "miracolo" futuro.

L'ideale? Una democrazia social libertaria.

errata corrige ha detto...

l'ULTIMO PARAGRAFO:

I libertari...
Da loro viene (soprattutto se del tipo aperto, non dogmatico...cosciente di come "siamo", di come possiamo continuamente cambiare noialtri, gli uomini), da loro viene Lo Stimolo, le azioni per tante buone cose che si fanno, presentemente.
Da loro, e da nessun altro, verrà l'atteso "miracolo" futuro.

L'ideale, il "miracolo" senz'altro fattibile? Una democrazia social libertaria.

...e sul fronte calabro quali sono i prezzi? ... .... .... ............................................................ ha detto...

da Il Mattino.it
http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=95620&sez=NAPOLI

«Voti e manifesti, le tariffe dei clan»
L'affare elezioni nel mirino della Digos

Dai venti ai cinquanta euro per un voto, mille voti a 20mila euro
Sotto osservazione deli investigatori Castellammare e Gragnano


NAPOLI (23 marzo) - Dai venti ai cinquanta euro per un voto alle elezioni regionali. Un giro vorticoso di banconote per accaparrarsi la maggioranza dei consensi, senza disdegnare il metodo della compravendita «porta a porta», addirittura condominio per condominio.
............................
Che prezzi!

"Beh proprio perché voi siete il sire
fan cinquemila lire
è un prezzo di favor"

"E' mai possibile o porco di un cane
che le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane,

anche sul prezzo c'è poi da ridire
ben mi ricordo che pria di partire
v'eran tariffe inferiori alle tremila lire"

...e sul fronte calabro quali sono i prezzi? ... .... .... ............................................................ ha detto...

da Il Mattino.it
http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=95620&sez=NAPOLI

«Voti e manifesti, le tariffe dei clan»
L'affare elezioni nel mirino della Digos

Dai venti ai cinquanta euro per un voto, mille voti a 20mila euro
Sotto osservazione deli investigatori Castellammare e Gragnano


NAPOLI (23 marzo) - Dai venti ai cinquanta euro per un voto alle elezioni regionali. Un giro vorticoso di banconote per accaparrarsi la maggioranza dei consensi, senza disdegnare il metodo della compravendita «porta a porta», addirittura condominio per condominio.
............................
Che prezzi!

"Beh proprio perché voi siete il sire
fan cinquemila lire
è un prezzo di favor"

"E' mai possibile o porco di un cane
che le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane,

anche sul prezzo c'è poi da ridire
ben mi ricordo che pria di partire
v'eran tariffe inferiori alle tremila lire"

anonima ha detto...

per il ................... : ................ .... ........ ....... ..............

E poi?

p.s. ha detto...

............ ..............

queste tariffe... non c'è italiano che non le conosca, no?

anOnImO ha detto...

capisco cosa vuol dire l'anonima. L'informazione di ".... ......... ...." ne aggiunge una di più all'infinito... che conosciamo già.
D'accordo, bordel d'un bordel borlelique! non si deve andare a votare perché ci sono politici-puttane ed elettori-puttane, e figli di puttana dappertutto e nient'altro...
A questo punto, allora, sarebbe interessante sapere quale percentuale di non votanti si prevede in Calabria. E le diverse motivazioni.

errata corrige ha detto...

"bordel d'un bordel bordelique!"

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anonima ha detto...

grazie, effettivamente è questa che dici.
Allora... e la maggior parte di questi che non andranno a puttane, a votare, cosa c pensano dei loro bordelli privati?

anOnImO ha detto...

anonima, non farci domande del c troppo difficili che senno' mandi in tilt il mio computer!
I bordelli personali, ma che cacchio ci racconti? Non esistono...

anonima ha detto...

ma non dire conneries. è per averne negato l'esistenza, quasi sistematicamente, che la sinistra... illudendosi con le sue solite "analisi logiche" ed i suoi santi personaggi incorruttibili... è finita nella
Certo, stava di fretta...

anOnImO ha detto...

ma perché mai avrebbero dovuto riflettere nel senso che dici... dal momento in cui avevano Il Catechismo?
Cosa diceva S. Paolo ai suoi "figlioli"? Cosa gli diceva sui pagani e sui greci?
Altrimenti, guai! Anatemi! Peste e corna! Gulag!

p..s. ha detto...

se non l'hai ancora letto (le Lettere) fallo. Questo personaggio, dopo essere stato il più grande persecutore di cristiani (lo scrive), ecco, che, improvvisamente (reso cieco etc.)... con la stessa fuga (notiamolo bene), fa l'esatto contrario!
Era uno sempre pieno di fuga dunque, con o senza l'Illuminazione. Prima e dopo...
Non bisogna essere psicanalisti (...) per dirsi che qualcosa di personale "non quadrava" nella solita... quadratura del cerchio umano.
Lo dico perché, secondo me, un certo comunismo (integrista) e di tipo quasi sanpaoliano.
Una volta raggiunta la purezza di sé... magari dopo una lettura... via contro gli altri ed a senso unico!
Alleluia....
E se S. Paolo, più "semplicemente", mal sopportasse la diversità pertanto irriducibile della Vita? Ingiustizie etc. "a parte"... Dal momento in cui la voleva unicamente a modo suo (secondo la Volontà divina, diceva)
Quando pensiamo a tutti i poveri seminaristi... che ha potuto terrorizzare durante i secoli dei secoli... ha colpevolizzato le coscienze come nessun altro era riuscito a fare prima di lui.

Bene, non ci resta che sperare in un sistema politico perfetto, dove se tu dici silo una parte di quanto scritto qui sopra, giù incatenati in altri Sotterranei...

La verità e che con sappiamo nemmeno come cavolo fare per uscirne, perlomeno un po' (!), da questa bella situazione. Dalle tariffe...

anonima ha detto...

"puttana eva" insomma (la povera quante gliene hanno dette!)
La "messa" era detta.
Andate in pace.
Amatevi, crescete e moltiplicatevi, figli di... di Carlo Martello!
Il resto non sarebbe che Appendice al testo principale.
Precisazioni per i neofiti.

Giulietta ha detto...

anonima, e di Adamo cosa ne pensi? Questo povero diavolo non appena "consumata" la "mela" per la prima volta... (certi dicono che fosse una figa), se l'è vista veramente brutta...
Mi domando quanto tempo gli ci sarà voluto per la seconda, per poter di nuovo...

anOnimO ha detto...

siamo in pieno delirio teo logico.

Vorrei precisare che sopra avrei dovuto scrivere "integralista" parlando di un certo comunismo di tipo "sanpaolano".

E fare queste considerazioni, che concernono la libertà di scelta individuale (il libero arbitrio qui).
Dal momento che il tredicesimo apostolo (si era autodefinito tale) fu reso cieco dalla luce divina... diventa strumento...

Là dove gli si poteva attribuire la responsabilità diretta delle sue azioni, delle persecuzioni (con quale zelo...), eccolo che viene messo fuori... Fuori da sé stesso. Non si appartiene più. Certo, a questo punto, e secondo questa "constatazione", ritornando sul prima dell'illuminazione, ci domandiamo se pure allora lo era, libero...
In questo senso: da dove proveniva la sua foga originaria? Da sé beninteso (se inteso come un tutto chiuso su sé stesso); ma, allora, da quale "nodo" dell'animo?
Di persecutori non ne mancavano, eh, ma era lui il campione.
Forse, era stato condizionato in quel modo fin da sempre? All'interno del Disegno divino, questo si comprende.
Certo, tutte queste cose hanno dato luogo a fenomenali controversie. Qui restiamo all'interno di questo tipo di spiegazioni.
Lutero, fra gli altri, era un grande specialista in questo genere "speculazioni".
Molto meno ottimista di S. Paolo, credeva poco o niente nell'uomo; cioè che lo si potesse cambiare: vistane anche la riduzione drastica degli eletti (!) che fa subire all'insieme dei candidati... (la grazia etc.)

Ora, se queste considerazioni le applichiamo ad altre epoche, ad altre credenze e dottrine, c'è da chiedersi cosa e chi prende il posto della Volontà divina, e via dicendo. Cos'è l'Esterno che condiziona il sé. E cosa succede nel sé per sé...

E quindi... come si spiega che certi sembrano essere predestinati... ad essere eletti... fra i tanti...
("luterianamente", o, ancor meglio... "calvinisticamente", o "biopolitologicamente" magari...)

Mentre a qualche minoritario, chissà perché (cosa gli manca?)... ma non gliene importa un fico secco, di essere predestinato o meno (!).

Clicco? Clicco!

p.s. ha detto...

non mi crederete, ma sono i pd quelli che, attualmente, se ne sbattono di più del Soggetto...
(ne conosco assai bene una buona dozzina come minimo, molto rappresentativi)
non è difficile capirne il perché

Oddio, pure ai dc non è che gli piaccia troppo guardar dentro piuttosto che fuori, ad esempio in relazione alle tariffe dell'animo (ma questi si credono comunque e sempre di essere fra quegli eletti a chi si fanno i maggior sconti... non so se è abbastanza chiaro)

anonima ha detto...

cara Giulietta, su Adamo cosa vuoi che ti dica? Ai detto l'essenziale. Sei tu la specialista per quanto concerne i maschietti calabresi...

Molto interessante quello che hai scritto tu, oh anOnImO. Io, da tutto questo ne traggo che il "pensiero unico" lo si intrattiene in diversi modi, non solamente politici voglio dire. La dimensione politica occulta il resto, dal momento in cui si crede che questo "resto" abbia poco peso.

In breve: "Se il pensiero politico è "unico" le idee che lo compongono sono pero' tante. Grazie allo scambio, poi, diventano addirittura innumerevoli."
(questa e di J.xck)

anonima ha detto...

per Rosario:

caro Rosario perché piuttosto che mettere articoli lunghi un chilometro e mezzo... che si potrebbero indicare con un semplice LINK, tagliando in questo modo le cosette scherzose che diciamo, non metti qualcosa di tuo? Non so, una cosa umoristica qui, una là... Oltre ai post beninteso.
Te lo dico come lo penso.
No, perché ad un certo punto...
Questo, che tu sia suscettibile o meno...

Bontà Sua... ma, insomma, contribuisci a renderlo un po' più vivace questo blog, e che diamine? E BUM un artico... e patabum un altro...
Bordel

Per quanto ci concerne, ci siamo divertiti fra noi...
Oddio, come già detto, fare da spettatori sarebbe bello, ogni tanto.
Ti offenderai? Ô Esimio...
Tu che ti compiaci a farlo in modo talmente distinto, bontà tua...
Puoi continuare a pensare che le nostre siano delle cazzate. Se ti canta.

Preferisco l'Angelo. Le sue poesie. E di gran lunga. D'altronde, sono le uniche cose veramente notevoli qui.
In breve, il tuo modo di fare mi sta e mi stava sul
(Vuoi fare concorrenza a S. Paolo o che?)
Insomma, come ti permetti di tagliare (apposta) i nostri dialoghetti con un chilometro e mezzo di "solite cose". E di mettere altri chilometri di trattini e puntini del c ?
L'hai fatto tante volte. E' una abitudine?
Te li darei io i trattini ed i puntini...
Ti faccio notare che quando non ci scriviamo noi, resti da solo praticamente.
Come cavolo vuoi che sul blog ci vengano più... delle solite "4" persone in questo modo?
Non te ne frega nulla?
Sei per l'ultra minoranza eccelsa?

Te ne direi altre, credimi.
Roba da lasciarti in mutande.
Malgrado il fatto che i tuoi articoli mi piacciono.

Stacci bene, giovane!

anOnimO ha detto...

hai bene a dirgliene quattro. la penso come te. non ha alcun senso dell'umorismo. sarcasmo si, tanto, ma umorismo no. peccato.
non è il solo sul blog comunque.
povera Calabria...

il chiuR.Lo. ha detto...

Taccio e m’adeguo. Ho solo da imparare dalla vostra ironia.

http://www.wikio.it/article/bisignano-bellezze-creato-177450158

L’e-mulo di San Paolo ha detto...

Pure a me mi rompe questo Rosario! Sempre col suo solito rosario, e mai che scherzi con noi! Secondo me i suoi paraocchi gli impediscono di vedere quanto siamo libertari!

p.s. ha detto...

consoliamoci pero', puoi girare quanto vuoi, anonima mia bella, su tantissimi altri blog regionali (restiamo nel boccale autoctono) ma il ritornello in sottofondo è quello praticamente.
umorismo, quasi niet. che sia anti-politico?

"meno umorismo e più politica!"
(pubblicità per i pampers)

- d'altronde, i calabresi siamo gente talmente seria che la lasciamo in eredità ai nepotes...

- abbiamo tante di quelle grandi rivoluzioni (finali) da fare...

- abbiamo tanta di quella "brutta gente" da occidere... tanti di quegli acerrimi nemici ereditati...

- noi calabresi: "gli altri hanno sempre torto perché è giusto che sia cosi"...

- te lo dico io, "il paradiso sarà calabrese o allora non sarà proprio"...

eh, qualche buon lato c'è pure: il mare... il sole... il nuovo confine con la Puglia... i compari di battesimo e di cresima...

lo so tutto questo... da più di 50 anni, mezzo secolo...
se li avessi fatti di carcere almeno ne sarei uscito! ti rendi conto?!

anonima ha detto...

par Rosario: sull'immagine del link e quanto sottintende di lotte etc... sai bene cosa pensiamo... Allora... non credo ci sia bisogno di prove

- per l'ironia e l'umorismo, fai pure. ne hai gran bisogno. ancorché non lo si puo' essere sempre e meno male

per il mulo di san paolo (che coppia divina): guarda che era un asino che ragliava tristemente... dietro l'umorismo di un padrone libertario... (?)

Rosario ha detto...

C'è una cosa che vorrei dirla seriamente. Avete senz'altro ragione ma è pure questione di tempi e di occasioni. Probabilmente di persona dispute e cazzeggi avrebbero un destino migliore, c'è un facilità che sul web è mediata, in ritardo, non sempre fruibile o intuibile.
Un saluto affettuoso

anonima ha detto...

perfettamente e seriamente d'accordo con te ô Esimio, dal vivo sarebbe molto più fruibile.

E, diciamoci la verità, non si sarebbero cu-mulate

"Vai a farti benedire da S. Paolo": ecco il genere di fruibilità (mediata questa ma cosa vuoi) che troverai senz'altro umormistica

no perché poi farsi anche trattare da fascisti (fra l'altro) meritava un'istantanea...

ma sai com'è, siamo curiosi, ci piace vedere dove vanno i calabri, conoscerli, approfondire...

e tu, ô Roasario, sei l'ideale per questo: un vero special...

allora, non la giocare anche sull'offeso, sul giustamente offeso intendo please

faresti far pipi alle galline e du

d'accordo, non ti piace aver torto, va be', ogni tanto che male c'è?

no, non hai umorismo, punto.
Ma è una cosa che si puo' rimediare credo. Tu, lo puoi...
(ma sarà dura)

Ora, possiamo stopparla qui, no?
O un'altra replichetta ci vuole?

Allez...

Rosario ha detto...

Finiamola qui, grazie. Ma prima cancelliamo tutti i post già archiviati. Per via della ricostruzione ex post... sai com'è!
vadi... vadi...

anonima ha detto...

vedi come ti contraddici?

hai replicato, ma va be', bando alle arguzie giuridiche...

per i post cancellati...
sai che se c'è un link soprattutto, si puo' farlo facilmente, no?

e tu dovresti saper perché, no?

Rosà...

anonima ha detto...

ho riletto "tutto"; una precisazione si impone (secondo me beninteso), a proposito della ricostruzione di cui, tu, Rosario, parli alle ore 17.04.

Vedi, è vero che "utilizzo" post o quant'altro posso poi trasformare in "aforismi" (o altro), nelle mie "cosette (diciamole) aforistiche" (eh, non mi prendo per Ennio, - lontano da là; né per Kraus...).

Dov'è il problema? Uno scrive una cosa più o meno lunga, "piena" di sbagli, ed è il caso dei miei scritti generalmente... Tu sai a quale velocità li scrivo i commenti nella finestrella...
Da una parte sul blog dell'Angelo, scrivo, e dall'altra su un mio computer che non è quasi mai in linea.
O su quaderni.
Quindi, non c'è nulla di premeditato.
In percentuale, sarà un 6% che ho poi aggiustato etc. dopo averli scritti su questo blog.
In senso inverso, molti di più.
E' da là che partirono, d'altronde, certi tuoi commenti sugli aforismi in generale, e su qualcuno in particolare.

Viste le difficoltà che ho con l'italiano (...), se ho potuto fare qualche piccolo miglioramento, in generale (e ancora), è stato grazie a questa immersione di un paio di due anni e più.
Che devo dire, che me la trovo eccessiva questa durata?
Ma, tu sai bene cosa si puo' fare per queste cose.