Per far chiarezza su alcuni dubbi riscontrati durante la raccolta delle firme a sostegno della legge di iniziativa popolare per l’acqua bene comune, avvenuta due anni fa, vorrei sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto al vero problema dell’acqua, sperando di evitare future errate affermazioni palesemente derivate dal modo in cui il senso comune ha colto il problema della privatizzazione. In particolare vorrei evidenziare che il problema non è solo locale, non deriva quindi da una cattiva amministrazione comunale e non è neanche una sorta di calamità dovuta ad eventi straordinari.
Gli apologeti della privatizzazione hanno persuaso la coscienza della collettività diffondendo notizie paradossali, ad esempio che il rincaro dell’acqua derivato dalla privatizzazione sarebbe un incentivo per stimolarne la riduzione dei consumi, oppure, specie in ambito locale, sarebbe uno strumento più efficace contro gli evasori che per anni non hanno pagato la bolletta; altri ancora sostengono benefici in merito alla manutenzione, alla gestione della risorsa in sé, ed a tanti altri problemi strutturali, peraltro facilmente opinabili; basterebbe infatti iniziare a concepire i problemi di gestione pubblica (che indubbiamente ci sono) non come “naturali” sventure collettive (avvolte da uno spesso velo mistico), ma come diritti che quotidianamente ci vengono negati.
Per individuare le dinamiche che hanno portato alla privatizzazione dell’acqua bisogna, innanzitutto, osservare l’ambito sovranazionale. Sicuramente non è mia intenzione, in questo scritto, fornire considerazioni sui caratteri della globalizzazione o su come questa decisione, come tante altre che interessano la vita quotidiana di ognuno di noi, sia stata contratta in assoluta assenza di democrazia dalle eminenti tecnocrazie sovranazionali. Mi preme riportare, però, che nel 1992, in occasione della Conferenza Internazionale delle Nazioni Unite sull’acqua a Dublino, è stato introdotto formalmente il principio dell’acqua come “servizio di cittadinanza”, che deve essere preso a carico del consumatore del servizio stesso. Tale principio è stato “codificato”l’anno successivo dalla Banca Mondiale, e sostenuto sia dall’Organizzazione Mondiale del Commercio che dall’Unione Europea, notoriamente impegnata nella spinta alla liberalizzazione dei servizi.
Ridefiniamo dunque le conclusioni citando Vandana Shiva (2006): “oggi ci troviamo di fronte ad una crisi planetaria dell’acqua, che minaccia di aggravarsi nel corso dei prossimi decenni;
il peggioramento della crisi è accompagnato da nuove iniziative per ridefinire i diritti sull’acqua. L’economia globalizzata sta cambiando la definizione di acqua da bene pubblico a proprietà privata, una merce che si può estrarre e commerciare liberamente. L’ordine economico globale chiede la rimozione di tutti i vincoli e le normative sull’uso dell’acqua e l’istituzione di un mercato di questo bene. I sostenitori del libero commercio dell’acqua vedono i diritti di proprietà privata come unica alternativa alla proprietà statale e i liberi mercati come il solo sostituto alla regolamentazione burocratica delle risorse idriche”.
Coloro che sostengono che l’acqua debba rimanere un bene pubblico più di qualsiasi altra risorsa, possono opporsi a queste tendenze resistendo dal basso ai recenti provvedimenti di liberalizzazione/privatizzazione dell’acqua.
Fabio De Marco
18 commenti:
- Se andiamo avanti cosi don S. e don G. per risparmiare sulle offerte dei fedeli, li benediranno con l'acqua S. Pellegrino
Io, per ristabilire un certo equilibrio tra prediche e preghiere passerei molto volentieri al vino
se pure tu ti metti a reificare lo Spirito, addio santissima trinità
ha parlato la Sacra Colomba
Colombina, please...
http://it.wikipedia.org/wiki/Colombina_%28maschera%29
allora, per caso non saresti tu questa?
http://www.youtube.com/watch?v=c0CvnSa_otM
Chers amis, scusate "se cambio" argomento passando dall'acqua minerale a quella salata...
Figuratevi che stamattina prendendo il caffè ho letto questo sul Quotidiano, a proposito delle manifestazione degli ambientalisti davanti alle prefetture calabre:
"«Non ce la beviamo la verità della Prestigiacomo, quella della nave Catania e delle anfore - dice l’ambientalista Francesco Cirillo - è palese il ritardo con il quale il Governo si muove sulla storia delle scorie. Perfino a Cassano Ionio, dove ci sono 35.000 tonnellate di ferriti di zinco, fatto acclarato, non si sta facendo nulla. Per non parlare del cromo esavalente che si trova nei pressi della fabbrica Marlane di Praia a Mare e dei ritardi sulla bonifica del fiume Oliva, ad Amantea»."
Per l'articolo completo:
http://ilquotidianodellacalabria.ilsole24ore.com/it/calabria/cosenza_prefetture_protesta_navi_dei_veleni_scorie_radioattive_sitin_4522.html
Allora? Ebbene, che il nostro bravo Francesco Cirillo (era stato ad Acri, etc.), stia riferendosi alle ANFORE di cui J.xck diceva? Quelle dell'Arca di Noé... visibili sulla fotografia del sommozzatore speciale de "Il Galoppino del Mezzogiorno"?
(wow!)
L'avevamo messo sul Blog a gonfievele se vi ricordate, in un commento degli inizi del mese.
(Sul mio il 4 nov.)
In breve, ci fa veramente piacere che ci sia stata questa ulteriore conferma: sull'Arca e le anfore. E da parte di Francesco Cirillo, che salutiamo.
Il suo blog ben documentato blog si chiama "scirocco", nei link.
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Un saluto alla nuova utente, a Colombina! Ed a tutti i marinai dei 7 poveri Mari...
Ah, dimenticavo: da noi si è occupato il municipio per vedere un po' se qualche anfora di vino non sia atterrata tra i registri dello stato civile? ...
Cara Penelope, Francesco parla di anfore romane...
Ciao bella! Va be', sempre di anfore si tratta. Quindi davanti Cetraro ci sarebbe sia l'Arca che una galera, romana...
Ritornando all'acqua minerale, ho sentito dire che il Calamo ed il Mucone sono radioinattivi grave, soprattutto là dove si scontano. A chi la colpa
al vino
un altro di questi complotti internazionali?
un altro di questi complotti inernazionali?
Che c'entra? mica don S. e don G. lo fanno venire dalla California
quello di Camillo allora?
a me pero' sembra assai buono, ed attivo come si deve
Smettetela di dire sciocchezze a quest'ora, chi si tratta di acqua privatizzata e non di vino.
Cercate di essere meno incoerenti, prego.
Ah queste Dame
Piuttosto, da noi bisognerebbe:
1) manifestare per le strade del comune contro la privatizzazione dell'acqua
2) fare una veloce occupazione municipale non violenta, con asportazione temporanea dei rubinetti e chiusura delle porte WC
tramite chiave
(senza o con presa d'ostaggio)
3) una volta là, indagare accuratamente, come suggerisce la prof, tra gli scaffali dello stato in civile alla ricerca delle anfore
ok, ma se invece delle anfore ci troviamo qualche fiasco, cosa ne facciamo?
Ovvio:lo beviamo.
Io porto una suppressata piccante,il pane chi lo porta?
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