PICCOLO SPAZIO PUBBLICITARIO
VUOI FARE CARRIERA POLITICA?
VUOI DIVENTARE CONSIGLIERE COMUNALE, ASSESSORE O MAGARI SINDACO?
TI SERVIRANNO ALCUNI REQUISITI CHE SOLO NOI POSSIAMO FORNIRTI.
RIVOLGITI
A
CE.S.PA.
(CENTRO STUDI PALUDE)
ED AVRAI QUELLO CHE CONTA
-UN PACCHETTO DI 300/400 VOTI
-I BUONI PER OFFRIRE CAFFE’
-SE SEI STATO UN PESSIMO PROFESSIONISTA CANCELLEREMO DALLA MEMORIA COLLETTIVA QUESTA MACCHIA
-DISPONIBILITA’ DI 5 POSTI “CENTUNISTI” PER AVVIARE AL LAVORO RAPPRESENTANTI DI FAMIGLIE NUMEROSE
-AMICIZIA CON POLITICO PROVINCIALE, CHE FA SEMPRE COMODO PER VANTARSI CON GLI ELETTORI E CON LE…ELETTRICI.
-CONOSCENZA DELL’ITALIANO ELEMENTARE (QUESTO DIPENDERA’ DAL TUO TALENTO PER LE LINGUE)
-IL LINGUAGGIO DEI PESCI, PERCHE’ MOLTE VOLTE DOVRAI STARE ZITTO.
-DAVANTI AL MUNICIPIO VERRAI SEMPRE ATTESO DA UNA VENTINA DI LECCACULO DI VARIA ESTRAZIONE, PER DIMOSTRARE ANCHE CHE SEI MOLTO DEMOCRATICO.
-UN GIORNALISTA TESSERATO COL TUO PARTITO
-CONOSCENZA DELL’ANATOMIA DELLA CAPRA E DEL CAPRETTO
-FORNITURA DI BAVETTA CON SIMBOLO DEL PARTITO, PER I VARI BANCHETTI.
-SE NON SEI SPOSATO O FIDANZATO, TI AFFIANCHEREMO UNA RAGAZZA CHE SI VANTERA’ DI ESSERE TUA “AMICA” PER LA DURATA DEGLI INCARICHI POLITICI ED UN RAGAZZETTO FACTOTUM, IL QUALE CREDERA’ CHE TU GLI POTRAI CAMBIARE LA VITA.
-I BUONI PER OFFRIRE CAFFE’
-SE SEI STATO UN PESSIMO PROFESSIONISTA CANCELLEREMO DALLA MEMORIA COLLETTIVA QUESTA MACCHIA
-DISPONIBILITA’ DI 5 POSTI “CENTUNISTI” PER AVVIARE AL LAVORO RAPPRESENTANTI DI FAMIGLIE NUMEROSE
-AMICIZIA CON POLITICO PROVINCIALE, CHE FA SEMPRE COMODO PER VANTARSI CON GLI ELETTORI E CON LE…ELETTRICI.
-CONOSCENZA DELL’ITALIANO ELEMENTARE (QUESTO DIPENDERA’ DAL TUO TALENTO PER LE LINGUE)
-IL LINGUAGGIO DEI PESCI, PERCHE’ MOLTE VOLTE DOVRAI STARE ZITTO.
-DAVANTI AL MUNICIPIO VERRAI SEMPRE ATTESO DA UNA VENTINA DI LECCACULO DI VARIA ESTRAZIONE, PER DIMOSTRARE ANCHE CHE SEI MOLTO DEMOCRATICO.
-UN GIORNALISTA TESSERATO COL TUO PARTITO
-CONOSCENZA DELL’ANATOMIA DELLA CAPRA E DEL CAPRETTO
-FORNITURA DI BAVETTA CON SIMBOLO DEL PARTITO, PER I VARI BANCHETTI.
-SE NON SEI SPOSATO O FIDANZATO, TI AFFIANCHEREMO UNA RAGAZZA CHE SI VANTERA’ DI ESSERE TUA “AMICA” PER LA DURATA DEGLI INCARICHI POLITICI ED UN RAGAZZETTO FACTOTUM, IL QUALE CREDERA’ CHE TU GLI POTRAI CAMBIARE LA VITA.
LA REDAZIONE
15 commenti:
Sono più che interessata.
Che devo dare in cambio?
L'anima l'ho gia ipotecata!
DIMMELO TE !
Piano con questi spot pubblicitari .... qualche partito potrebbe prenderli come esempio:-)
Ah la stima imperitura, i monumenti che dovremmo subito innalzare in memoria perenne di quei politici che, riconoscendosi nella pratica carrieristica definita dalle precise Regole dettate dal Centro Studi, senza esitazione alcuna per la vergogna procedessero alla propria, immediata, soppressione. Grazie ad una forma qualsiasi, anche nostrana, di doveroso hara-kiri...
A proposito di Altopiano,
stanotte ho avuto un incubo terribile. I consiglieri comunali, gli assessori, i sindaci, ed altri architetti e geometri... avanzavano a passi da gigante. Si erano trasformati, metamorfosati in polifemici mostri meccanici. Delle specie di frantoi giganteschi mi sembra, dotati di gambe e piedi smisurati, con l'occhio enorme che funzionava come un laser omicida.
Avanzavano con un rumore di ferraglia assordante, calpestando tutto sul loro passaggio: gli alberi, le case, la gente che correva senza speranza.
Tutto veniva frantumato, triturato, schiacciato, distrutto...
Ah se non mi fossi svegliato in tempo...
Sono persuaso che basterebbe un nonnulla per farci diventare, perlomeno, un po' ottimisti. Ma dev'essere situato troppo in alto, fuori portata...
Ho avuto anche io un incubo simile.Distruzione,incendi,colate astronomiche di cemento,bustarelle giganti....
I miei avevano però sembianze normali,così come li vediamo tutti i giorni.
Solo che... non mi sono ancora svegliata.
Cara Libertà, cosa pensi che hanno nella testa tutti questi campioni a parte i soldi e una inaudita dose di cicuta? secondo te, c'è qualcos'altro di veramente importante?
La libertà!
Libertà di pensare ed agire secondo i propri desideri.
Libertà di inseguire un sogno e poterlo realizzare.
Libertà di decidere della propria vita senza essere costretti a nascondersi dietro l'ipocrisia del potere.
Roussueau scrisse anche:"Il più forte non è mai abbastanza forte da essere sempre il padrone,se non trasforma la sua forza in diritto e l'obbedienza in dovere...La forza è una energia fisica;non vedo assolutamente quale moralità possa ricavarsi dai suoi effetti.Cedere alla forza è un atto di necessità,non di volontà,tutt'al più potrà essere un atto di prudenza."
Che cosa abbiano loro in testa non saprei dirlo.Probabilmente qualche piantina marcia di "erba e da ciotia".
Presi singolarmente e fuori dai loro "compiti" istituzionali sembrano quasi normali.
Nei banchi del potere si trasformano.
Avete notato che i tg non parlano più di crisi economica e famiglie in difficoltà?
Eppure siamo ancora al punto di partenza.
Ma per loro i rimpasti e la legge sulle intercettazioni, sono più importanti della fame e delle reali necessità del paese.
E pazienza se il popolo soffre,non è così da secoli?
Certo che la libertà è importante. E' fondamentale...
Ha proposito di Rousseau, ho trovato questa presentazione dove c'è, qui verso "la fine", quanto citi. Permetterà di situarla nell'opera.
Questo riassunto mi è parso assai chiaro, ed essenziale. Si puo' vederne il seguito cliccando:
http://www.filosofico.net/rousscontrsocial.htm
---
---
"Il Contratto Sociale di Jean-Jacques Rousseau
A cura di Paolo Petricca
Del “ Contratto Sociale” di Robert Derathè
Rousseau è più propriamente un moralista, ma egli stesso nell’ Emile ci dice che "bisogna studiare la società attraverso gli uomini, gli uomini attraverso la società: chi volesse trattare separatamente una politica della morale non capirebbe mai niente di nessuna delle due". R. Sostiene che l'uomo sia buono in natura e amante della giustizia dell'ordine, ma di tendenza malvagio: è dunque da società a corrompere gli uomini, proporzionatamente allo radunarsi. Nel Discorso sopra l'origine dell’ineguaglianza il filosofo sostiene che la maggior parte dei nostri mali viene dall'opera nostra e che avremmo evitati conservando il mondo di vivere semplice, uniforme e solitario che c'era prescritto dalla natura. Ovviamente egli non vuole cancellare la società e tornare ad uno stato di vita naturale, che ovviamente non ho mai considerato la situazione dell'uomo isolato come una situazione reale. L’immobilismo è uno stato di natura, che l’umanità supera con lo scatto della perfettibilità, così però il tema della depravazione trova la sua consolazione nel tema dell’elevazione: l’uomo isolato conserva i privilegi di benessere e pace rispetto a quello di società, mentre quest’ultimo riesce a sviluppare “ le più sublimi facoltà e mostra l’eccellenza della natura”.
Un altro tema però ci introduce al Contratto Sociale, quello dell’importanza delle istituzioni politiche ( prefazione al Narcisse), in cui R. si accorge che alcuni dei vizi da lui analizzati per l’uomo sociale in realtà vengono per un uomo mal governato….qui avremo il passaggio per francese dalla morale alla politica . Dunque vediamo come il termine preciso istituzioni si sostituisce a quello di società. Il punto chiave di questo passaggio è nell’introduzione al Narcisse:”Tutti quei vizi non appartengono tanto all’uomo, quanto all’uomo mal governato”. Cos’ bisogna porsi il problema del governare visto che un popolo sarà ciò che il suo governo lo farà essere. Così R. decide di scrivere le Institutions Politiques, dove un R. legislatore si occupo, innanzitutto dei popoli come governabili (indispensabili in questo caso saranno tutti gli esempi sui popoli antichi; questo confronto gli permetterà di mostrare come le istituzioni politiche valgono quanto gli uomini che esse avranno saputo formare. Gli “uomini illustri” di Plutarco non sarebbero esistiti senza le sublimi istituzioni dei popoli antichi, mentre gli uomini moderni devono in gran parte la loro corruzione alla stoltezza e all’inettitudine delle loro istituzioni. Questo confronto è stato fatto nel Discours sur les sciences et les arts mtre nel discours sur l’inegalitè il confronto oppone l’uomo selvaggio a quello civilizzato.
Qui le istituzioni ad essere in possibilità di ricevere aiuto dal testo sono quelle giovani o particolarmente meritevoli, o non troppo radicate nella perdizione di un certo tipo di società (Polonia), ma anche per le altre è possibile salvare i loro individui; a ciò vediamo molto legato L’Emile con le sue massime di educazione utili per salvare dalla perdizione il cittadino mal governato.
II
Uno dei progetti maggiori della carriera filosofica di R. è Istitutiones politiques opera di enorme respiro che egli stesso aveva auspicato come opera che gli avrebbe dato la fama. La sua attività letteraria si disperderà costantemente, al contrario per esempio di Montesquieu che riuscirà nell’ Esprit des lois proprio grazie alla sua costanza di lavoro. L’opera fu concepita nel 1743-4, ma iniziò a prendere vita solo nel 1754, mentre si potrebbe anche pensare che il manoscritto abbia avuto inizio a Ginevra nel 1756. Alcuni dei suoi concetti nascono prima, ad esempio la sovranità di cui rileviamo tracce già nella dedica introduttiva al Discours sur l’inegalitè. Le sue idee nascono dalle letture e dalle esperienze; R. non è stato partecipe della vita politica del suo stato nella sua epoca ma è stato un ottimo osservatore, di uomini e istituzioni del suo tempo. Lo stampo dell’opera però è politico, dunque va preso in considerazione il fatto che le letture di R. furono determinanti nella sua stesura: egli citava spesso Platone ma conosceva anche Aristotele; tra i moderni era conoscitore di Machiavelli, Bodin, Hobbes, Grozio, Pufendorf, Barbeyrac, Locke, oltre agli autori contemporanei, tra cui spicca Montesquieu. Non denota nemmeno particolare rispetto per i suoi predecessori, visto che li ingiuria quando li confuta e li passa sotto silenzio quando utilizza loro pensieri.
III
I principi sono perfettamente chiari anche se l’argomentazione è a volte difficile da seguire:
- 1. Nessun uomo ha l’autorità naturale sul proprio simile. Ne consegue che nessuna autorità può essere legittima, se è istituita o se viene esercitata senza il consenso di coloro che vi sono sottomessi.
- 2. L’autorità (sovranità) politica risiede essenzialmente nel popolo. Essa è inalienabile e il popolo non può affidarne l’esercizio a nessuno. Il singolo che rinunci alla sua libertà, rinuncia nello stesso tempo alla sua qualità di uomo. Così, un popolo che rinunci all’esercizio della sovranità con un patto di sottomissione, si annulla con quest’atto; ci sarebbero solo un padrone e degli schiavi. Le leggi sono l’espressione della volontà generale, e quando un uomo sostituisce la sua volontà a quella di un popolo, non c’è più un’autorità legittima ,ma un potere arbitrario. Poiché la legge non è che la dichiarazione della volontà generale, è chiaro che, nel potere legislativo, il popolo non può essere rappresentato.
- 3. Il governo o l’amministrazione dello Stato è solo un potere subordinato al potere sovrano ed è, nelle mani di coloro che lo detengono, un semplice mandato. Il governo cerca costantemente di sottrarsi all’autorità legislativa e tende a sostituire la propria volontà a quella del popolo nella amministrazione dello Stato. Quando ci riesce il patto sociale è infranto, ed i cittadini sono costretti, ma non obbligati ad obbedire.
La monarchia di cui parla R. lascia sovrano il popolo , dunque il potere del re è quello di far rispettare la volontà del popolo, dunque, la forma di governo appare più simile ad una democrazia che ad una monarchia. Egli è però il primo a rifiutare la sovranità del re. L’unico governo sano per R. è la democrazia spesso accompagnata dal nome di repubblica, mentre dove il re ricoprirà ancora cariche pubbliche non si rassegnerà mai a far esercitare le leggi, ma tenterà sempre di togliere la sovranità al popolo ed esercitarla a suo profitto.
Il cittadino resta libero se si sottomette alla volontà generale, che è anche la sua. Ciò è possibile solo se il cittadino fa astrazione dal suo io individuale per integrarsi totalmente nella città. La volontà generale esiste solo in uno stato composto di cittadini: non esiste nella monarchia, dove ci sono sudditi. Da qui la necessità per il legislatore di trasformar l’uomo in cittadino attraverso l’educazione pubblica, di “darlo interamente allo Stato”.
"Del Contratto Sociale o Principi del Diritto Politico
Foedris aequas\ Dicamus Leges Virg, Aeneid., XI."
In una piccola avvertenza R. ci dice che questa opera fa parte di un progetto di dimensioni maggiori, di cui rimane l’unico passo notevole, vista l’incompletezza di tale opera, il resto è andato perduto.
Libro Primo
- R. vuole ricercare, a sua stessa detta, nell’ordine civile, una regola di amministrazione legittima e sicura; egli unirà “ciò che il diritto permette con ciò che l’interesse prescrive, affinché la giustizia e l’utilità non vadano separate”.
- I: ARGOMENTO DI QUESTO PRIMO LIBRO (:L’ordine sociale)
“L’uomo è nato libero e dovunque è in catene”. L’ordine sociale è considerato sacro ed alla base di tutti gli altri, ma esso non viene dalla natura, ma dalle convenzioni: prima si dimostrerà quanto affermato e poi si considereranno le convenzioni.
- II: DELLE PRIME SOCIETA’
La più antica delle società è la famiglia, lì il legame padre figlio, si articola solo nella necessità da parte del secondo all’aiuto del primo fino all’indipendenza, poi il loro legame si rimette alle possibilità dettate dall’affetto degli individui. La prima preoccupazione è la sopravvivenza ed il primo obbiettivo è quello di essere padrone di se stesso. C’è una differenza: nella famiglia, l’amore del padre per i figli lo ricompensa delle cure che prodiga loro, mentre nello Stato il piacere di comandare sostituisce l’amore che il capo non ha per i suoi popoli. Per Grozio e Hobbes il genere umano appartiene ad un centinaio di uomini, così la specie umana è divisa in greggi, ciascuno dei quali ha il proprio capo che lo custodisce per divorarlo. Per loro i governanti hanno una natura superiore ai popoli, come pensava anche l’imperatore Caligola. Aristotele parla di uomini fatti per governare e altri per essere schiavi, vero ma chi è schiavo lo sarà sempre , si abituerà ed obbedire per lui non sarà più faticoso.
- III: DEL DIRITTO DEL PIU’ FORTE
Il più forte non sarebbe mai abbastanza forte per essere sempre il padrone, se non trasformasse la sua forza in diritto e l’obbedienza in dovere. Cedere alla forza non è un atto di volontà ma a limite di prudenza. La forza sarebbe però un diritto instabile, fino a quando non è sostituita da una maggiore, cosicché i sottomessi possano, e anzi debbano non obbedire, o meglio cercare di essere i più forti. Tutto ciò non fa della forza un diritto, ma semplicemente una forza: noi dobbiamo obbedire ai poteri legittimi.
(...)"
N. B. per il seguito, sulla schiavitù, eccetera, cliccare: http://www.filosofico.net/rousscontrsocial.htm
P.S. Forse, sarebbe meglio andarlo a leggere, in intero, direttamente nel sito dove l'ho pescato; seguendo l'indicazione, il link che ho messo sopra.
C'è qualche errore di trascrizione, di battitura. Sono i refusi presenti nel testo...
Posta un commento