20 giugno 2008

Solidarietà nei confronti dei rifugiati


Oggi è il giorno dedicato alla solidarietà nei confronti dei rifugiati.Quest’anno è il
60° anniversario della Dichiarazione dei Diritti umani e,in Italia,L’UNHCR,L’Alto Commis-
sariato Delle Nazioni Unite per i Rifugiati,ha proposto come tema la protezione del Diritto
d’Asilo.In molte città,questo giorno è stato un momento di riflessione e di iniziative affinchè
la gente fosse partecipe e non assente ai problemi che riguardano l’intera comunità.
Attualmente sono oltre 20 mila i rifugiati in Italia e 12.207 sono le persone che hanno perso la vita dal 1988 ad oggi nei viaggi della ‘speranza’ verso l’Europa.Tra questi si contano anche 4390
dispersi.Le vittime nel canale di Sicilia sono 2.651,la zona più ‘mortale ‘per i migranti.I dispersi
sono 1641. I migranti morti nel canale di Sicilia nel 2008 sono 165.Quelli accertati sono solo 44 e
i dispersi 121.
In Italia le cifre sono basse rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea.La Germania ospita
700 mila rifugiati,il Regno Unito 293 mila e la Francia tra i 100 e i 150 mila.
L’Italia è l’unica tra i paesi dell’Unione Europea a non avere una legge organica per regolare la
situazione dei rifugiati e pertanto in balia delle decisioni dell’Europarlamento che ha votato la
direttiva della vergogna.
Definita così,questa direttiva toglie ogni speranza di confronto,stabilendo la detenzione nei cpt fino a 18 mesi,il divieto di reingresso per 5 anni.
I cpt, istituiti nel 1998, sono strutture detentive che violano i diritti umani,privando della libertà
persone che non hanno fatto altro che circolare liberamente .
‘Tutti gli esseri nascono liberi ed uguali in dignità’,questo è proclamato dalla Dichiarazione
dei Diritti umani e, nonostante ciò ,questo diritto sembra non riguardi il rifugiato,che parte da
profugo e subisce soprusi e miserie.
Il profugo costretto a lasciare la sua terra,i suoi cari senza la certezza che una volta partito
riesca a giungere alla desiderata meta che è sempre un punto di partenza.In questi giorni il mar
Mediterraneo è divenuto lo scenario di una sorte annunciata.La morte di tanta gente che paga
per colpe non sue ma di una società troppo imbarbarita dall’indifferenza e dal denaro, imbarbarita a tal punto da non avere più uno sguardo verso quell’orizzonte che delimita la nostra mente.
Noi creiamo confini e posti di blocco,lasciando fuori quell’umanità che ci da fastidio,che ci
ricorda che siamo suoi simili.Quell’umanità che ci rimanda alle nostre emigrazioni ,alla nostra
miseria ,alla fragilità della vita umana.
Profughi che diventano clandestini per nascondersi alla troppa vigilanza che non lascia passare
chi non possiede la nuova carta d’identità:la ricchezza.Ricchezza che toglie ogni libertà e che
produce una mancanza di Umanità.
Umanità negata,questa è la miseria che produce la nostra società.La globalizzazione ha creato
miseria e paura;miseria poiché i poveri aumentano in tutto il mondo e la paura anche ,paura di
perdere il poco che si ha .
Di fronte a tutto questo la società resta cieca come impossibilitata ad agire e tutto resta così
com’è. Il non intervento solidale verso chi tende una mano è uno scivolare verso una
‘ inumanità’ che potrebbe non avere un ritorno.L’uomo ,che lascia annegare o naufragare
altri uomini con gommoni pagati col sangue,non fa altro che negare se stesso e la sua stessa
esistenza,perpetuando così una barbarie che nega la felicità di esistere.
Chi sceglie il luogo in cui nascere? Non siamo liberi di fronte a questa necessità ma
siamo liberi di essere cittadini del mondo e pertanto il mondo intero dovrebbe essere la
la nostra patria,senza più confini .

Acri,20 giugno 2008
Geppino Ritacco

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