I “centunisti”. Un tempo questo tipo di operai, poco più di un centinaio, in servizio anche oggi presso il nostro comune per circa 150 giornate l’anno, era soggetto alla derisione e l’ironia di gran parte dei cittadini acresi, a causa dello scarso lavoro ad esso assegnato ed il conseguente stravaccamento, specie nelle giornate di pieno sole. L’idea su di essi, però, sta cambiando. Infatti, sempre più gente ritiene il loro servizio disutile, per come viene gestito, e dispendioso di denaro pubblico, poiché oltre ripulire i bordi delle strade in tempi molto diluiti e dileguati, le loro funzioni si esauriscono in altre poche direzioni, tutte molto generiche e superficiali. La responsabilità principale va, certamente, ricercata in quei dirigenti comunali che dovrebbero indirizzare il lavoro di questi operai verso una produttività migliore e maggiore, tenendo sempre conto che la collettività, con le tasse, dà modo d’essere al loro status di “centunisti”. Ma la questione, oggi, viene interpretata anche sotto prospettive nuove, non solo dal punto di vista dello spreco, poiché parte della cittadinanza acrese si pone molte domande ed anche perché gran parte ha vissuto e vive una condizione di emigrante o di lavoro mal retribuito. Vedere in questo periodo, in diverse zone, file d’auto come proscenio a questi lavoratori, che esprimono la loro irrisoria fatica in pochi metri di cunette ripulite, fa pensare, a molti, alla mancanza di dignità di queste persone, assuefatte, ormai, al giudizio negativo ed incattivito della gente che sofferma lo sguardo e la conseguente riflessione sul loro fumettistico adoprarsi a caricatura di operai, trasformato in una sorta di bivacco, mi ripeto, per nulla dignitoso. Ad essi non si chiede di fare il doppio del lavoro, ma di avere un moto d’orgoglio e di chiedere loro stessi una funzione lavorativa più produttiva, degna e meritata, e che essa non sia la solita manifestazione di assistenzialismo studiata dai politici per tornaconto elettorale. Altro punto è la presenza da più di vent’anni di molti di questi operai e la domanda viene come occhi spalancati al mattino: ad Acri sono soltanto loro i disoccupati? Pare di no. Ed allora, come mai non c’è mai stato una sorta di ricambio netto in tanti anni, dando anche ad altri la possibilità di cimentarsi nell’arte ed il mestiere del “centunista”?
I nostri amministratori farebbero bene a ripensare in maniera più responsabilizzata queste figure di manodopera nella pubblica gestione… anche perché Bossi è Ministro delle Riforme!
ANGELO SPOSATO
8 commenti:
Ho letto con molta attenzione la tua sull'argomento e devo constatare con immenso dispicere che non sei al corrente delle ultime novità.
Proprio in questi giorni il lavoro di centunista è stato inserito meritatamente nelle categoria dei lavori usuranti.
Studi medici in proposito ,condotti dal famoso dott."Dopo i mani mia suda a terra", hanno evidenziato numerosi disturbi di cui soffrono questi lavoratori.
Dai calli cronici ascellari,in taluni casi vere e proprie piaghe,a colesterolo e pressione alta,causata da eccessivo abuso di grigliate all'aria aperta.
Da sciatiche e disturbi articolari dovute a eccessiva permanenza in posizione eretta a frequenti emicranie da vino acetoso.
Sul lato psicologico disturbo del sonno quotidiano a causa dell'eccessivo via vai di automobili, a carenza di energia nel pomeriggio che limita le loro capacità di svolgere il secondo lavoro in nero.
Aggrava la situazione la loro impossibilità a pagare le tasse soprattutto quelle mediche.
Ma viste le malattie è giusto che sia così!
Per alcune figure,come quella del "boccia"(portatore d'acqua)si parla di vero e proprio mobbing.
Solidarietà è stata attivamente mostrata ai centunisti da parte dei lavoratori afor,forestali e guardia fuoco della "Crista" (particolare categoria questa che svolge le proprie mansioni in camicia e cravatta,a dimostrazione del loro grande attaccamento al lavoro).
Ed è per questi motivi che non c'è ricambio lavorativo nella categoria,gli amministratori vogliono evitare che i giovani acresi possano ammalarsi,meglio essere disoccupati ed in salute piuttosto che lavoratori così sfruttati .
...e quello alle politiche agricole e forestali è un leghista pure lui!
Poveri forestali calabresi...
Mi avete fatto venire in mente il decalogo del nato stanco di cui ricordo solo qualche passaggio:
Si nasce stanchi e si vive per riposare;
Se vedi qualcuno che riposa aiutalo;
Se ti viene voglia di lavorare siediti, vedrai che ti passa;
Se il lavoro è salute viva la malattia (specialmente se ti metti malato prima di finire le 101 giornate e porti un bel galluzzo al tuo medico).
Posta un commento