L’ORLANDO… PROFESSORE
Inaspettatamente la partenza di Orlando, con la convocazione di supplente presso una scuola del nord, arrivò così improvvisa da non lasciare espressioni di umore e rimpianti, ma precisa in quella visione, forse lisergica, del settentrione devastante nella vita di un provinciale del sud.
Orlando ha sempre pensato ad un treno che parte dalla Calabria per il nord come una corda di metallo e finestrini, dove il cappio “aggarra” uno sperone di salvezza e poi salire, salire fino al quinto piano di un condominio fuori Milano,
Egli da bambino cercava di scappare da scuola, e adesso insegna storia, la prima guerra, la seconda, il sessantotto, il risorgimento, a ragazzi che lo filmano col telefono e lo spediscono per il mondo.
Certo, da quelle parti si vede questo mondo, senz’altro le sue periferie, il futuro in struttura di cemento armato, amianto, mutui di trent’anni e ragazzini col petto gonfio di crack, il resto sono affari, colombiana, bond argentini, Italia Uno, i romanzi di Bianciardi, le case editrici, i ricchi del centro che abitano sul lago di Como ed “i milanesi che ammazzano al sabato”. Adesso si ritrova anche lui a galleggiare in questa “bottiglia d’orzata”, a scostare la nebbia come una tenda sulla finestra, per affacciarsi su quello strano sud lombardo, fatto di siciliani, calabresi, maghrebini, nigeriani ed altro, altro ancora, come un mondo preso dalle caviglie con la testa in giù.
ANGELO SPOSATO
Inaspettatamente la partenza di Orlando, con la convocazione di supplente presso una scuola del nord, arrivò così improvvisa da non lasciare espressioni di umore e rimpianti, ma precisa in quella visione, forse lisergica, del settentrione devastante nella vita di un provinciale del sud.
Orlando ha sempre pensato ad un treno che parte dalla Calabria per il nord come una corda di metallo e finestrini, dove il cappio “aggarra” uno sperone di salvezza e poi salire, salire fino al quinto piano di un condominio fuori Milano,
Egli da bambino cercava di scappare da scuola, e adesso insegna storia, la prima guerra, la seconda, il sessantotto, il risorgimento, a ragazzi che lo filmano col telefono e lo spediscono per il mondo.
Certo, da quelle parti si vede questo mondo, senz’altro le sue periferie, il futuro in struttura di cemento armato, amianto, mutui di trent’anni e ragazzini col petto gonfio di crack, il resto sono affari, colombiana, bond argentini, Italia Uno, i romanzi di Bianciardi, le case editrici, i ricchi del centro che abitano sul lago di Como ed “i milanesi che ammazzano al sabato”. Adesso si ritrova anche lui a galleggiare in questa “bottiglia d’orzata”, a scostare la nebbia come una tenda sulla finestra, per affacciarsi su quello strano sud lombardo, fatto di siciliani, calabresi, maghrebini, nigeriani ed altro, altro ancora, come un mondo preso dalle caviglie con la testa in giù.
ANGELO SPOSATO
7 commenti:
Molto bello il tuo racconto.
Auguriamoci che quel triste treno stia lontano da noi il più possibile.
E che ci sia data opportunità anche sotto il nostro splendido cielo.
Merci!
Ricetta alquanto originale.
Proverò evitando la mostarda.
Come si fa ad abbinare la mostarda alla lenticchia?
In fatto di cucina i francesi sono proprio curiosi.
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