Il bilancio partecipativo è una forma di consultazione tra gli amministratori ed i cittadini, attraverso il quale la cittadinanza è chiamata ad esprimere le sue proposte per la costruzione del bilancio comunale, partecipando al processo decisionale per la scelta di quali opere e quali servizi attivare nell’anno successivo.
Questo strumento è nato nella città brasiliana di Porto Alegre alla fine degli anni ’80, divenendo oggetto di sperimentazione in numerose città di tutto il mondo, specialmente dopo il Word Social Forum del 2001.
Anche in Italia, alcune medie e grandi città hanno già applicato il bilancio partecipativo, Modena per esempio, e soprattutto quei Comuni governati dal Centro-Sinistra in quelle zone all’avanguardia nell’utilizzo di strumenti di partecipazione collettiva nelle scelte amministrative corrispondenti sempre ai quattro capitoli affrontati nel bilancio tradizionale: opere pubbliche, ambiente, sport, cultura politiche giovanili e politiche sociali.
Sperimentare un nuovo modello di bilancio, come quello partecipato o partecipativo, non si pone come “delega di responsabilità” ai cittadini da parte degli amministratori, ma si propone come “riequilibrio di responsabilità” nella gestione della città, quindi condivisione delle scelte con gli abitanti per meglio rispondere alle esigenze della comunità su tutto il territorio, urbano ed extra-urbano, promuovendo un’idea forte di cittadinanza con il coinvolgimento nella vita politica anche di chi abitualmente non vi partecipa, con attenzione particolare alle donne ed ai giovani. Ciò vuol dire che l’amministrazione esce dal Palazzo e va tra la gente.
Il confronto nelle assemblee propositive servirà a far emergere, attraverso la progettualità, i bisogni dei cittadini che vivono quotidianamente il contatto con il territorio. Attraverso il bilancio partecipato si adotterebbe, così, un modo innovativo e competitivo di amministrare con il contributo della popolazione, senza la necessità imperante di uno stratega dei numeri.
Avv. MARIO ROMANO
Questo strumento è nato nella città brasiliana di Porto Alegre alla fine degli anni ’80, divenendo oggetto di sperimentazione in numerose città di tutto il mondo, specialmente dopo il Word Social Forum del 2001.
Anche in Italia, alcune medie e grandi città hanno già applicato il bilancio partecipativo, Modena per esempio, e soprattutto quei Comuni governati dal Centro-Sinistra in quelle zone all’avanguardia nell’utilizzo di strumenti di partecipazione collettiva nelle scelte amministrative corrispondenti sempre ai quattro capitoli affrontati nel bilancio tradizionale: opere pubbliche, ambiente, sport, cultura politiche giovanili e politiche sociali.
Sperimentare un nuovo modello di bilancio, come quello partecipato o partecipativo, non si pone come “delega di responsabilità” ai cittadini da parte degli amministratori, ma si propone come “riequilibrio di responsabilità” nella gestione della città, quindi condivisione delle scelte con gli abitanti per meglio rispondere alle esigenze della comunità su tutto il territorio, urbano ed extra-urbano, promuovendo un’idea forte di cittadinanza con il coinvolgimento nella vita politica anche di chi abitualmente non vi partecipa, con attenzione particolare alle donne ed ai giovani. Ciò vuol dire che l’amministrazione esce dal Palazzo e va tra la gente.
Il confronto nelle assemblee propositive servirà a far emergere, attraverso la progettualità, i bisogni dei cittadini che vivono quotidianamente il contatto con il territorio. Attraverso il bilancio partecipato si adotterebbe, così, un modo innovativo e competitivo di amministrare con il contributo della popolazione, senza la necessità imperante di uno stratega dei numeri.
Avv. MARIO ROMANO
5 commenti:
Egregio avvocato, è bello sapere che ci sono altre persone che sognano ad occhi aperti un mondo migliore.
Ed è ancora più bello sapere che certi sogni sono più concreti di quanto immaginiamo.
Peccato che con la "scheda" in mano dimentichiamo di aver desiderato cose possibili da ottenere.
Secondo voi ci drogano nelle cabine elettorali?
Il Bilancio Partecipativo che ci ricorda Mario Romano è, dunque, l'esatto contrario di quanto si è SEMPRE fatto ad Acri.
Ovvio,come fai a dire ai cittadini che tutti quei numeri sono frutto di fantasia.
Diventate imprenditori edili e parteciperete anche voi al bilancio acrese. Ovvio no?
Ovvio due volte.
Ecco perché, quindi,
ACRI PRODUCE.
Cosa produce?
Oltre agli Assessori,
Produce Edili.
Da là, dalla
bella attività
di questi Esteti,
gli strani
comportamenti
di Libertà negata
che per non vedere
i loro casermoni
ed altri
capolavori,
esce di notte.
O con la nebbia.
O con la neve...
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