30 luglio 2013

SUPERGIUPERCUILAQUALEFORSECERTAMENTE

Non ho mai amato certi modi di dire come "classe dirigente". Significa che si applica ancora il classismo e si determina la gran parte delle persone come subordinata ad un'altra parte più ridotta. E poi perché io, personalmente, dovrei essere governato da altri? Non mi sento così imbecille. Non sarebbe meglio una partecipazione estesa con la quale, probabilmente, si eviterebbero molti danni recati, alla collettività, dalla cosiddetta classe dirigente? Dico ciò, in base anche a recenti accadimenti, perché io da cittadino mi sono chiesto se abbia bisogno di un consiglio comunale come l'ultimo che si è tenuto nella mia città. Il taglio astioso, reazionario e giustizialista, gravemente allusivo in alcuni casi, come se il dibattere politico fosse fatto per sentito dire, ma senza essere in un contesto adatto per esprimere concetti e "sentiti dire" in maniera ciarliera e ciarlatana. Questi connotati sono riferibili, come contesto di espressione, più ad una piazza che ad un consiglio comunale. Ciò, forse, fa venir fuori ancor di più l'arretratezza culturale della mia città, dove il chiacchiericcio viene considerato dotto e ci si fa riferimento come fonte per ogni argomento. Il consiglio comunale ha espresso e confermato in pieno tale inclinazione e direzione di sottosviluppo culturale e sociale.

ANGELO SPOSATO

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