21 aprile 2013

Derive e derivazioni.


La volontà dei partiti in Italia, almeno i maggiori partiti che in questi giorni hanno mostrato tutto lo squallore di cui sono capaci, è di modificare sostanzialmente l'art. 1 della Costituzione italiana per cui da una Repubblica democratica si passerebbe ad una Repubblica Presidenziale.
Anche se a molti ciò potrebbe sembrare una cosa di poco conto o magari troverebbe molti consensi, io sono profondamente contrario a questa riforma istituzionale.
Il perché è molto semplice.

La riforma presidenziale comporterebbe un aumento dei poteri in mano al Presidente della Repubblica, il quale attualmente è già possessore dei poteri di:
  • sciogliere le Camere salvo che negli ultimi sei mesi di mandato (art. 88 Cost.)
  • nominare alcuni funzionari statali di alto grado (art. 87 Cost.)
  • presiedere il Consiglio Supremo di Difesa e detenere il comando delle forze armate, benché in qualità di ruolo di garanzia (art. 87 Cost.)
  • decretare lo scioglimento di consigli regionali e la rimozione di presidenti di regione (art. 126 Cost.)
  • presiedere il Consiglio Superiore della Magistratura (art. 104 Cost.)
  • nominare un terzo dei componenti della Corte Costituzionale (art. 135 Cost.)

le quali, insieme a tutte le altre funzioni che la Costituzione gli attribuisce, sono parte integrante della divisione dei poteri alla base di ogni società democratica e della Repubblica stessa.
L'implementazione dei poteri in mano ad un solo uomo provocherebbe uno sbilanciamento dei poteri dello Stato per cui il principio base che contraddistingue una Repubblica da una altra forma di Stato verrebbe meno.

Questa eventuale soluzione riformista provocherebbe molteplici problemi democratici.
Personalmente quello che mi preme maggiormente è la possibile deriva populista se non proprio in regime.
Purtroppo l'Italia è un Paese viscerale, inneggia e si prostra al primo demente che dice quattro cazzate e di questi esempi ne siamo pieni: Mussolini, Badoglio, l'intera DC, Berlusconi ed ora Grillo.

Immaginate il nostro Paese, dopo la riforma presidenziale, con Berlusconi Presidente della Repubblica e un altro cretino del suo partito Presidente del Consiglio. Il “piano di rinascita culturale” piduista è compiuto. Ma forse è proprio questo a cui i grandi partiti aspirano. Non dimentichiamoci, ad esempio, che Berlusca aveva la tessera P2 e ultimamente è stato coinvolto nella varie vicende P3 e P4 e chissà quante altre nefandezze ha compiuto e sta compiendo tuttora.

D'altra parte c'è il PD, sicuramente più spudorato degli altri essendo il loro nome acronimo di Pi Due. Persone con la faccia come il culo: dagli ex DC le cui gesta sono famose in tutta la penisola, agli ex PCI poi PDS poi DS che hanno completamente rinnegato il loro passato, i loro ideali, le loro battaglie e soprattutto la loro base elettorale qualunque essa sia.
Persone che si definiscono di centro sinistra solo perché la parte dell'emiciclo parlamentare che dovrebbero occupare è già presidio di Berlusconi.
Immaginate un Presidente della Repubblica ed un Presidente del Consiglio provenienti dalle loro fila. Due mediocri incapaci messi in quella posizione per fare gli affari propri e dei loro amici speculatori, costruttori, banchieri e cooperative varie che di cooperazione non si occupano affatto.

Pensate al primo fascistello che va in piazza ad urlare “vaffanculo” e riceve una marea di voti senza avere niente di serio in mano se non qualche escamotage nei momenti giusti. Pensate a loro nei ruoli chiave dello Stato.

Pensate, sostanzialmente, che attualmente una riforma presidenziale della nostra Repubblica darebbe tutti i poteri alla peggiore Italia.
Pensate ma agite.
Basta votare il meno peggio o nel caso delle comunali il parente, l'amico o chiunque possa farci il “piacere”. Con i tanti problemi che attanagliano l'Italia ed Acri abbiamo bisogno di alzare la testa, rimboccarci le maniche e andare avanti. Dobbiamo fare in modo che la meglio società venga fuori, che sia supportata dalla gente perbene, che ridia una dignità a tutti, che faccia gli interessi della popolazione e non dei gruppi di pressione che li sostengono.
Abbiamo bisogno di una rinascita sociale, politica e culturale che al momento la nostra classe politica (anche a livello comunale), la nostra classe dirigente tutta, la nostra classe imprenditoriale, la classe culturale e l'intellighenzia non possono offrirci se non, questi ultimi, in minima parte.

Basta gente. Svegliamoci.
Smettiamola di protestare e lamentarci della nostra precaria situazione. Siamo noi stessi gli artefici dalla nostra realtà e del nostro futuro. Infatti l'art. 1 della Costituzione italiana al secondo comma recita:
La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Quando vi troverete nelle urne ricordate a chi appartiene la sovranità e chi inviate a rappresentarvi.
Non accontentatevi del “meno peggio”, esigete il meglio.

ANGELO ALGIERI

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