
Le strade di Acri per il prossimo bar le conosco tutte e mi è noto anche il frastuono di ovatta, davanti agli occhi, in pomeriggi secchi e nelle “notti di pietra”, la scenografia della fuga ed il tempo che improvvisa a scappare sulla via per Cosenza ad intrecciare binari. Uno spleen di Baudelaire, una storia raccontata come nella città delle luci ed il boato come gesto "d’anticipo sul mio stupore". Acri, innocua città capace di tagliare la gola ai tuoi accampati, di sferzare i polpacci degli emigranti fino alle luci dell’autostrada. Mi lasci nelle tasche l’incedere del mio camminare, a snocciolare pugni e risposte, ad imbrogliare il destino, bluffando un full d’assi in attesa che mi sventagli un poker. Andate a farvi fottere perché fin quando la mia lingua si allena a battere il vaffanculo, certamente mi salverò.
Mi salverò dalle allucinazioni tagliate male, da sindaci e copriletto, da lustra scarpe con la laurea in economia, dalla fantasia di geometri e ragionier fantozzi. Mi salverò dal delirio di assensori, dalla titolatrìa dei giornalisti, dagli scribacchini a cinquanta euro, a prestazione d’ufficio, a pompino, ad inculata. Mi salverò dalle statali, dalle provinciali e dagli incendi, mi salverò dai consigli comunali, riunioni di cani randagi…all’osso, all’osso!!! Polpa, filetto e prosciutto, mi salverò dalle lattughe fresche davanti al Municipio, mi salverò dal volontariato del capitalismo da morti di fame, mercedes a cambiali, bmw a cambiali, amore in liquidazione, la figa di mia moglie in saldo di fine rapporto. Mi salverò dalla cocaina con gli antibiotici, mi salverò dalla mia faccia ritratta dalla benzedrina, dallo speed-ball, dall’efedrina. Mi salverò dalle curve e dai politici ragazzini, dal loro italiano, dalle loro lauree copiate, mi salverò dai loro libri mai letti, dai loro concerti da casalinga di raiuno. Mi salverò dalla galleria, dal raglio del sindaco, dalla fungia, da Duglia, dai fiumi corretti all’ammoniaca, dalla vita miserabile degli altri, dalla compra-vendita dei voti, di otto ore a settimana…grazzie assessò! Mi salverò, "come una bestia feroce", mi salverò con il mio juke-box, con i miei libri di poesia, con le feste di amici. Mi salverò perché le mie parole parlano, si scrivono, si pronunciano, si liberano. Mi salverò perché ad Acri ci sono stati Vincenzo Padula e Giuseppe Antonio Arena, mi salverò dagli ascensori a specchio, dai fiumi ricoperti, dalla scarsa ironia nei ristoranti fuori mano, mi salverò dalla presunzione dei regnanti, mi salverò dalla vocazione a sudditi del resto, mi salverò dagli universitari, dai laureati in cravatta come gigolò della politica, mi salverò da quelli senza potere d’acquisto, mi salverò da quelli che volevano comprare qualcosa con un pacchetto di venti voti, mamma papà zio e zia, mi salverò da quelli che ci hanno provato e adesso vanno a dire che nulla può cambiare, mi salverò dai professori e dai medici, dall’ospedale che sprofonda, dalle facce da mulino bianco dei giovani politici, mi salverò dalle loro espressioni e dalla loro lingua levigata tra le chiappe altrui. Mi salverò dagli imprenditori e dal loro delirio fallico di costruttori checche, dalle loro palazzine, mi salverò dai centri commerciali, da Las Vegas ed Atlantic City, mi salverò dagli impiegati comunali, dal mio vecchio professore di musica, dal suo classismo, mi salverò dai vigili urbani, mi salverò dalla Palude e dai preti, mi salverò dalle cento giornate in agricoltura, dal medico dell’inps, dai contributi, dalle pensioni. Mi salverò dall’ingresso con tessera, mi salverò dai partiti, mi salverò dai Suv e dalle station wagon, mi salverò da una moglie mignotta, da figli spietati, mi salverò dallo zoo di uomini davanti alle sezioni di partito, mi salverò dagli ingegneri ambientalisti, dagli architetti e dal loro teatro, mi salverò dai film sui preti, mi salverò dalle due del pomeriggio, mi salverò da trecento euro al mese nei supermercati, dai sindacati a fabbricare pensioni, dagli avvocati e dalle loro fatture al comune, ecco perché ci sono tanti avvocati ad Acri! Mi salverò dalle nuove strade asfaltate, dal sindaco casellante, dagli assessori disoccupati sotto ricatto, mi salverò dai comizi e dalle schede elettorali, mi salverò dal museo e dai posacenere, dalle bomboniere da matrimonio, dai lampadari e dall’arte concepita dai finanziamenti pubblici, mi salverò da quei duecentomila euro, mi salverò dall’eurispes e dagli intagliatori di legno. Mi salverò dalle comunità montane, dal piano colore, dal piano regolatore, dalle tavolate dei tutti amici…di nessuno, mi salverò da chi cambia partito, dai rivoluzionari anonimi, dai blog e dai siti internet, dalle mense scolastiche con requisiti miliardari, dai commercialisti e dagli imprenditori a reddito zero, mi salverò un giorno, mi salverò una notte, mi salverò un mattino, mi salverò otto ore al giorno e tredicesima, mi salverò e ferie pagate, mi salverò in malattia, in cassa integrazione, in disoccupazione speciale, mi salverò senza vertenza, mi salverò, credo. Mi salverò da questa città senza strada, non orizzonte, senza strada, perché una strada sbuca sempre tra le gambe di un orizzonte. Mi salverò da questo posto, dall’idillio della follia, malata d’ospedale, brulla di ogni esistere creativo, mi salverò da questo paese di piagnistei e tristezza, colmo come un bicchiere di veleno. Mi salverò dal cianuro, dalla coca cola senza rum, dal vino delle serre pugliesi, mi salverò dai poeti sentimentali, cuore amore e beautiful, mi salverò dai ragazzetti e dai loro rave party da zecchino d’oro, mi salverò dai pittori, dagli artigiani, dai fotografi. Mi salverò un giorno dalle parti dei Caraibi, voglio però vedere in alto mare come mi salverò!
ANGELO SPOSATO
Mi salverò dalle allucinazioni tagliate male, da sindaci e copriletto, da lustra scarpe con la laurea in economia, dalla fantasia di geometri e ragionier fantozzi. Mi salverò dal delirio di assensori, dalla titolatrìa dei giornalisti, dagli scribacchini a cinquanta euro, a prestazione d’ufficio, a pompino, ad inculata. Mi salverò dalle statali, dalle provinciali e dagli incendi, mi salverò dai consigli comunali, riunioni di cani randagi…all’osso, all’osso!!! Polpa, filetto e prosciutto, mi salverò dalle lattughe fresche davanti al Municipio, mi salverò dal volontariato del capitalismo da morti di fame, mercedes a cambiali, bmw a cambiali, amore in liquidazione, la figa di mia moglie in saldo di fine rapporto. Mi salverò dalla cocaina con gli antibiotici, mi salverò dalla mia faccia ritratta dalla benzedrina, dallo speed-ball, dall’efedrina. Mi salverò dalle curve e dai politici ragazzini, dal loro italiano, dalle loro lauree copiate, mi salverò dai loro libri mai letti, dai loro concerti da casalinga di raiuno. Mi salverò dalla galleria, dal raglio del sindaco, dalla fungia, da Duglia, dai fiumi corretti all’ammoniaca, dalla vita miserabile degli altri, dalla compra-vendita dei voti, di otto ore a settimana…grazzie assessò! Mi salverò, "come una bestia feroce", mi salverò con il mio juke-box, con i miei libri di poesia, con le feste di amici. Mi salverò perché le mie parole parlano, si scrivono, si pronunciano, si liberano. Mi salverò perché ad Acri ci sono stati Vincenzo Padula e Giuseppe Antonio Arena, mi salverò dagli ascensori a specchio, dai fiumi ricoperti, dalla scarsa ironia nei ristoranti fuori mano, mi salverò dalla presunzione dei regnanti, mi salverò dalla vocazione a sudditi del resto, mi salverò dagli universitari, dai laureati in cravatta come gigolò della politica, mi salverò da quelli senza potere d’acquisto, mi salverò da quelli che volevano comprare qualcosa con un pacchetto di venti voti, mamma papà zio e zia, mi salverò da quelli che ci hanno provato e adesso vanno a dire che nulla può cambiare, mi salverò dai professori e dai medici, dall’ospedale che sprofonda, dalle facce da mulino bianco dei giovani politici, mi salverò dalle loro espressioni e dalla loro lingua levigata tra le chiappe altrui. Mi salverò dagli imprenditori e dal loro delirio fallico di costruttori checche, dalle loro palazzine, mi salverò dai centri commerciali, da Las Vegas ed Atlantic City, mi salverò dagli impiegati comunali, dal mio vecchio professore di musica, dal suo classismo, mi salverò dai vigili urbani, mi salverò dalla Palude e dai preti, mi salverò dalle cento giornate in agricoltura, dal medico dell’inps, dai contributi, dalle pensioni. Mi salverò dall’ingresso con tessera, mi salverò dai partiti, mi salverò dai Suv e dalle station wagon, mi salverò da una moglie mignotta, da figli spietati, mi salverò dallo zoo di uomini davanti alle sezioni di partito, mi salverò dagli ingegneri ambientalisti, dagli architetti e dal loro teatro, mi salverò dai film sui preti, mi salverò dalle due del pomeriggio, mi salverò da trecento euro al mese nei supermercati, dai sindacati a fabbricare pensioni, dagli avvocati e dalle loro fatture al comune, ecco perché ci sono tanti avvocati ad Acri! Mi salverò dalle nuove strade asfaltate, dal sindaco casellante, dagli assessori disoccupati sotto ricatto, mi salverò dai comizi e dalle schede elettorali, mi salverò dal museo e dai posacenere, dalle bomboniere da matrimonio, dai lampadari e dall’arte concepita dai finanziamenti pubblici, mi salverò da quei duecentomila euro, mi salverò dall’eurispes e dagli intagliatori di legno. Mi salverò dalle comunità montane, dal piano colore, dal piano regolatore, dalle tavolate dei tutti amici…di nessuno, mi salverò da chi cambia partito, dai rivoluzionari anonimi, dai blog e dai siti internet, dalle mense scolastiche con requisiti miliardari, dai commercialisti e dagli imprenditori a reddito zero, mi salverò un giorno, mi salverò una notte, mi salverò un mattino, mi salverò otto ore al giorno e tredicesima, mi salverò e ferie pagate, mi salverò in malattia, in cassa integrazione, in disoccupazione speciale, mi salverò senza vertenza, mi salverò, credo. Mi salverò da questa città senza strada, non orizzonte, senza strada, perché una strada sbuca sempre tra le gambe di un orizzonte. Mi salverò da questo posto, dall’idillio della follia, malata d’ospedale, brulla di ogni esistere creativo, mi salverò da questo paese di piagnistei e tristezza, colmo come un bicchiere di veleno. Mi salverò dal cianuro, dalla coca cola senza rum, dal vino delle serre pugliesi, mi salverò dai poeti sentimentali, cuore amore e beautiful, mi salverò dai ragazzetti e dai loro rave party da zecchino d’oro, mi salverò dai pittori, dagli artigiani, dai fotografi. Mi salverò un giorno dalle parti dei Caraibi, voglio però vedere in alto mare come mi salverò!
ANGELO SPOSATO
52 commenti:
mi sa che sei già sulla via di damasco, tu e i tuoi......
Ognuno di noi sottovaluta sempre il numero di stupidi in circolazione.
Ed ecco un altro (mister no) che ha letto Allegro ma non troppo ( con Le leggi fondamentali della stupidità) di Carlo M. Cipolla!
E infatti: "giorno dopo giorno siamo condizionati in qualunque cosa che facciamo da gente stupida che invariabilmente compare nei luoghi meno opportuni"
Tu sei pazzo!
Ma un gran bel pazzo. Dieci di te ed Acri guarirebbe dalla cecità.
Invece di insultarvi a vicenda seguiteci "sulla via di damasco" ,folgaratevi con la verità e camminate con noi verso una nuova vita.
sono sempre io, deucalione, mi chiedevo che cosa è la stupidità per mister no
Mi salverò da tutto ciò solo se il mio fegato cederà prima che la merda intorno mi soffochi.
Mi salverò da tutto ciò perchè il vomito sta per tendermi un agguato in gola.
Mi salverò solo se morirò, e morendo andrò nel caldo inferno, dove le anime giuste continueranno a bruciare come funghi nati su pannelli di eternit.
mi salverei solo se i coglioni come deucoglione occupassero gli spazi fascisti e merdosi che si meritano. Qui non siamo in democrazia stronzo, qui c'è libertà di pensiero e non di parola. Fanculo...
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Confessioni di un mangiatore d'oppio. Thomas de Quincey.
Celeberrima narrazione autobiografica, considerata uno dei capolavori della letteratura inglese della prima metà del XIX secolo, le Confessions of an english opium-eater (1821) descrivono la parabola umana ed artistica del suo autore nell'Inghilterra dei primi anni dell'Ottocento. La veste data da De Quincey a questa specie di cursus vitae è quella di un affascinante contenitore in cui trovano posto divagazioni, introspezioni, curiosità, fatti di costume e informazioni mediche. Numerose appaiono, nel testo, le notizie biografiche relative alla fanciullezza e alla giovinezza errabonda dello scrittore, condite con citazioni colte in latino, greco, italiano e francese. Un accenno viene fatto anche ad alcune personalità letterarie dell'Inghilterra del tempo, e in primo luogo a Coleridge, amico dell'autore.
Purtuttavia, al centro della narrazione, idolo e demone di De Quincey è l'oppio, il cui consumo, se ha permesso allo scrittore di scoprire nuove sensazioni e di raggiungere una forma di illusoria libertà spirituale, lo ha reso gradualmente schiavo, divenendo col tempo centro delle sue preoccupazioni quotidiane e della sua stessa esistenza. L'autore. comunque, in nessun momento esprime una chiara condanna di questa sostanza, e, meno ancora, indulge su considerazioni di carattere moralistico. A questo proposito va però sottolineato che gli effetti devastanti dell'oppio e dei suoi derivati iniziarono ad essere percepiti in tutta la loro gravità dall'opinione pubblica inglese (ed europea) solo negli ultimi decenni dell'Ottocento e ancor più agli inizi del Novecento. In piena epoca vittoriana (1856) Thomas de Quincey poté curare tranquillamente, come si è accennato, una nuova edizione delle sue Confessioni, ampliata in alcuni suoi punti, senza incontrare alcuna difficoltà e anzi, con l'incondizionato appoggio dei suoi stessi editori.
Non solo, hanno anche iniziato a risparmiare.
Allo scorso motoraduno,dopo la conferenza nel suggggestivo palazzo falcone,hanno cacciato tutti fuori ed invitato al banchetto solo le partecipanti all'elezione di miss valle crati!
Escluse dalla festicciola anche le mamme delle miss(infreddolite sotto la pioggia).
(ANSA)- CROTONE, 25 SET- Diciotto aree nei territori di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro sono state sottoposte a sequestro preventivo. Nel provvedimento il Tribunale di Crotone ipotizza che siano state utilizzate 350 mila tonnellate di scorie pericolose contenenti arsenico, piombo, mercurio, per realizzare, tra l'altro, i piazzali di due scuole pubbliche di Crotone, parcheggi e la pavimentazione di una banchina del porto. Sette gli indagati per smaltimento illegale e disastro ambientale.
La stupidità è nel disegno di un paesaggio dei miei compagni delle elementari.
In basso il terreno con la casetta, in cima al foglio una striscia di azzurro con il sole, in mezzo il nulla.
Oltre ad alzare la testa a guardare le ciavole o ad abbassarla fino a guardarvi i piedi in segno di sottomissione, avete mai provato a spingere lo sguardo oltre la linea dell'orizzonte?
Proprio sulla scia dello scenario poetico e devastante che emerge dal post, volevo segnalarvi che in effetti c'è qualcosa di davvero importante da salvare; il sito dei ragazzi di Locri www.ammazzatecitutti.org potrebbe chiudere. I ragazzi hanno bisogno di noi! Per far si che la calabria non sia solo quello che descrivi, ma che possa continuare ad avere voce anche chi sbatte il pugno sul tavolo (e magari metaforicamente anche in faccia ad un mafioso) sosteniamoli!
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CITY OF BLINDING LIGHTS
LIVE FROM CHICAGO
caro mister no, ma il tuo sguardo va oltre l'orizzonte e magari arriva anche all' 8 in orizzontale
8 in orizzontale !!!!!! non soffermatevi mai alla sola prima impressione. andate oltre la percezione della vista, vedete con il cervello, vi comparirà una altro mondo. a proposito 8 orizzontale è infinito
cogita... ergo sum?
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