28 maggio 2013

Numerologia


Poniamo il caso che io mi sia candidato ad una tornata elettorale e sia riuscito a prendere 3 voti. Il totale dei votanti in questa occasione è stato di 10 persone, per cui io ho preso il 33% dei voti. Alle elezioni successive mi sono ricandidato e ho preso 4 voti ma, in questo caso, i votanti sono aumentati e sono stati 40. In base ai calcoli matematici ho preso il 10% dei voti.
Allora chiedo: “In quale tornata elettorale ho preso più voti? Alla prima in cui ho ottenuto il 33% dei voti o alla seconda che ne ho ottenuto 4 invece che 3?

Credo che molte persone non sappiano rispondere a questa domanda non perché non ne abbiano la capacità ma per una sorta di illogicità acquisita dal sistema politico e comunicativo di massa che incorniciano i risultati per cui si percepiscono sempre come importanti ed alti in numero.
Per cui a chi risponderà che ho preso più voti alla prima elezione perché ho raggiunto il 33% allora potrò far notare che ho preso 3 voti ed alla seconda 4 e viceversa a chi sosterrà che io abbia preso più voti alla seconda elezione in virtù dei 4 voti in valore assoluto allora potrò far presente che alla seconda elezione ho ottenuto il 10% dei voti al contrario della prima in cui ne ho ottenuti il 33%.

Allora come possiamo capire qual è la volontà degli elettori?
Secondo me il sistema è semplice: calcoliamo la percentuale ottenuta dai partiti o dal candidato non in base al numero del rapporto fra i voti ottenuti ed il numero dei votanti ma in base al numero degli aventi diritti al voto.
Mi spiego meglio. Riprendendo l'esempio in cui ero io il candidato e posto il numero degli aventi diritto al voto a 100, nel caso degli esempi di cui sopra alla prima elezione ho preso il 3% ed alla seconda il 4%. In questo caso la percentuale è affidabile e soprattutto veritiera della volontà degli elettori.

Riportando questo ragionamento alla realtà locale ed ai risultati elettorali di queste votazioni comunali 2013 allora possiamo fare lo stesso calcolo.
Dai risultati risulta che: il candidato Cristofaro ha ottenuto 5332 voti ovvero il 38,47% delle preferenze, Tenuta ha ottenuto 5079 voti pari al 36,65% e Maiorano 3477 pari al 24,87% (dati ministero dell'interno). Queste percentuali sono ottenute sulla base del numero delle persone che si sono recate alle urne ma se calcoliamo la percentuale sul numero totale degli aventi diritto (ovvero 21.340) allora possiamo notare che Cristofaro e Tenuta si sono fermati ambedue a meno del 25% e Maiorano è distanziato e si aggira intorno al 17%.

Per cui, come può un candidato che da questi risultati non è gradito dal 75% della popolazione rappresentare la stessa? Qual è la volontà popolare gli permette di rivestire il ruolo di sindaco? Come si comporterà il futuro sindaco nei confronti dell'altro 75% della popolazione che non lo condivide?

Un'altra annotazione a margine riguarda un altro fattore ovvero il numero dei votanti. Essi sono diminuiti di 777 unità rispetto a marzo 2010 che in una realtà come la nostra, in cui il 99% (e forse più) dei voti è regolato da varie dinamiche clientelari, rappresenta un numero abbastanza alto di persone che hanno capito che neanche il clientelismo li salverà dalla situazione in cui si trovano e in cui ci stanno portando.

Angelo Algieri

2 commenti:

marialuisa ha detto...

A proposito di numero di voti: secondo quale principio, logica o sentimento sì da una preferenza ad un candidato?
Vada per le preferenze date ad un candidato nuovo alla politica sull'onda del tanto sbandierato cambiamento, senza tenere conto dei fili che lo manovrano, dei legami di parentela con i soliti noti, dei gruppi occulti e quant altro.
Prendiamo invece un candidato presente alla politica da anni che non ha mai fatto in pratica nulla di politico, nessuna proposta di legge, nessun piccolo intervento incisivo su una società semplice coma la nostra. Magari un bel discorso sull'ambiente e relativa proposta di progetto per la sua difesa, un incontro con i commercianti e ristoratori e relative proposte di soluzioni per i disagi che vivono in questo particolare momento, una proposta per il lavoro giovanile che non preveda necessariamente un’assunzione al Comune, un incentivo alla lettura per le giovani generazioni o una gita al mare per gli anziani, insomma tutte quelle cose che dovrebbe fare un politico per essere rieletto.
Forse sono stata distratta negli ultimi tempi, ma non mi risulta che i candidati eletti con un elevato numero di voti abbiano fatto qualcosa di concreto in ambito politico.
Allora in conformità a cosa ricevo trecento e più preferenze?
Stima? Simpatia? Amicizia? Parentela?
Si può parlare di voto politico?

Anonimo ha detto...

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