In breve
A quarant’anni dalla morte di Giuseppe Pinelli, il racconto della vedova del ferroviere anarchico morto in circostanze mai chiarite nella questura di Milano nel 1969.
A quarant’anni dalla morte di Giuseppe Pinelli, il racconto della vedova del ferroviere anarchico morto in circostanze mai chiarite nella questura di Milano nel 1969.
Il libro
“Ma non raggiungere la verità giudiziaria è una sconfitta dello Stato. È lo Stato che ha perso appunto perché non ha saputo colpire chi ha sbagliato. Perché in un modo o nell’altro, voglio dire direttamente o indirettamente, Pino è stato ucciso. E poi non è una questione di vincere o di perdere: semplicemente uno Stato che non ha il coraggio di riconoscere la verità è uno Stato che ha perduto, uno Stato che non esiste.” Licia PinelliLicia e Pino si conobbero nel 1952 a un corso di esperanto, a Milano. Lei voleva imparare la “lingua universale” che avrebbe facilitato la comprensione tra i popoli e portato la pace; lui voleva prendere il diploma e insegnarlo. Comincia così la loro storia d’amore. Licia, che ha cominciato a lavorare come dattilografa a tredici anni, fa la segretaria e abita in un palazzo popolare in viale Monza. Quando finisce il lavoro fa a piedi il tragitto fino a casa con Pino. Parlano tanto, hanno ideali comuni e amano leggere. Dopo due anni di fidanzamento si sposano, nonostante le diffidenze dei genitori, e conducono una vita bohémien. Pino fa il ferroviere, è anarchico e, dato che con la nascita delle due figlie Licia lo spinge a uscire, si butta nella politica attiva. Per casa c’è sempre gente, e a Licia piace. Poi arriva la notizia della morte di Pino, che si sarebbe suicidato gettandosi dalla finestra della questura, nell’ufficio del commissario Calabresi. Licia non ci crede. Secondo lei, il marito è stato picchiato, creduto morto e buttato giù. Poi arriva l’omicidio Calabresi. Licia prova orrore alla notizia ma vuole sapere la verità e avere giustizia perché ha fiducia nello Stato di diritto. E, a quarant’anni di distanza, vorrebbe ancora la verità. Il racconto sobrio e mai retorico di questa vicenda molto privata, ma non “soltanto sua”, fondamentale per la storia d’Italia recente, è arricchito da una cronologia degli eventi più importanti dell’epoca, una bibliografia aggiornata, una raccolta di testimonianze di alcune personalità su Pinelli e un inserto di foto.
“Non raggiungere la verità giudiziaria è una sconfitta dello Stato. È lo Stato che ha perso appunto perché non ha saputo colpire chi ha sbagliato. Perché in un modo o nell’altro, voglio dire direttamente o indirettamente, Pino è stato ucciso. E poi non è una questione di vincere o di perdere: semplicemente uno Stato che non ha il coraggio di riconoscere la verità è uno Stato che ha perduto, uno Stato che non esiste.”
Licia Pinelli
Il 12 dicembre del 1969 con la strage di piazza Fontana a Milano si apre la cosiddetta, “strategia della tensione”, una stagione di attentati che per oltre un decennio insanguineranno l’Italia (Piazza della Loggia a Brescia, il treno Italicus, la bomba alla stazione di Bologna), una delle pagine più buie della nostra storia recente della quale non si è accertata ancora tutta la verità.Della strage di Milano furono inizialmente accusati gli anarchici. Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969 il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli muore, in circostanze mai chiarite, precipitando da una finestra della questura di Milano. Inizialmente si parlò di suicidio, ma subito cominciarono ad affacciarsi dubbi sulla versione data dalla questura. Da quel momento comincia per Licia Pinelli una battaglia per la verità che dieci anni dopo racconterà, insieme a Piero Scaramucci, in Una storia quasi soltanto mia.In occasione del “Giorno della Memoria”, il 9 maggio 2009, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha reso omaggio, in presenza di Licia Pinelli e degli altri familiari delle vittime del terrorismo, alla figura dell’innocente Giuseppe Pinelli, “che fu vittima due volte, prima di pesantissimi infondati sospetti e poi di un improvvisa assurda fine”.Nel video e nella più approfondita intervista audio Licia Pinelli presenta insieme a Piero Scaramucci Una storia quasi soltanto mia.
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