Rannuvolatesi, il cielo stellato sopra di me ad inabissarsi solerte dietro la scia del nero inchiostro e la pagina bianca di nuovo a prender vita riga per riga. Una tastiera qwerty, il desktop luminoso, la legge (im)morale (fuori) dentro me. Avrei dovuto imparare a farmi domande meno compromettenti e soprattutto avrei dovuto imparare ad indagare risposte più varie. In limine l’ossario idiomatico percettibile. A tu per tu con gli altrui fantasmi. Non si esce da questo collo di bottiglia. La banalità del… le canzoni e a margine note che spiovono lettera a lettera. L’alfabeto è una (cir)convenzione per palati fini. Le conversazioni placano l’ansia degli stolti, non si ascolta che se stessi. L’arguzia spande rovine.
Il fare. Il fare. Il fare. Il faut. Hic et nunc.
Di mattino presto. Con il vestito buono. Perché bisogna pur darsi da fare. Il proprio dovere è la (rap)presentabilità. Mai scaccolarsi in pubblico, le buone maniere sono indizio e fine. Con la coscienza a posto da esibire. La democrazia ha i suoi riti e bisogna pur prestarsi, presenziare alla pantomima, per far finta che…, per approfittarne al momento giusto, per farne e prenderne parte, per quieto vivere. Una croce da analfabeti sul segno convenuto. Il sorriso di convenienza ed il certificato elettorale che mi ritorna in tasca. Non mi hanno mai chiesto una carta d’identità: la comunità è convenienza. Lo stato di polizia è pulizia esteriore.
Ricordo quella volta, che rivoltami al presidente di seggio rifiutai la scheda per le comunali. Non avevo scelta. Non c’era da scegliere. Questo qui cerca rogne, mi suggerirono perplessi gli occhi scrutatori. Spiegai nei limiti del momento e del mio possibile. M’assecondarono come si suole fare con chi fa mostra di non aver senno. Me ne uscii con un sorriso lieve d’imbarazzo. Fuori posto.
Avevo preso a fotografare cimiteri d’auto. Mi sembrava un’attività propedeutica. Quei relitti, da cui si poteva ancora cavare qualcosa, mi confortavano. Il disfacimento come semina per il futuro. Fare e disfare.
Ogni competizione, consultazione, campagna elettorale ha le sue specificità in una cancrena (chiamata democrazia) che non ammette cura. Spariti i partiti. Ridisegnata la geografia degli schieramenti, il politico è faccia e codazzo, appetiti e stazza. L’ideologia non divide più ma accomuna, la certezza del pennacchio senza pagar pegno: dire, fare, baciare, lettera, testamento. L’ascensione in campo. Ed io, inutilmente, a domandarmi quanti e chi siano i parlamentari europei, uscenti, eletti in Calabria. E chi lo sa? A fermarmi. A cambiare attenzione. Altre domande. A che, o a chi, serve un’assise provinciale di 36 + 1 consiglieri? In un disegno di federalismo fiscale o federalismo punto e basta, strombazzato da mane a sera ai quattro venti senza mai entrare nel merito, quale il senso dell’accanimento terapeutico nei confronti di enti come la provincia e le comunità montana? Quanto ci costano? E qual è la loro utilità se non la disponibilità di altri scranni ed altre occasioni per le solite facce? Il terremoto aquilano, con il can can di responsabilità usa e getta dejà vu, non ha forse dimostrato che l’autonomia territoriale è ben lungi dall’essere una realtà possibile o semplicemente auspicabile? Ed il fatto che nel consiglio provinciale cosentino uscente vi siano ben 7 addottorati in medicina e un farmacista di contorno, non è forse l’ennesimo sintomo di come non ci possa essere cura in Calabria per l’inferma sanità? Domande, per carità stupide domande, che t’arrivano alla mente quando non hai un cazzo da fare se non scrivere quattro cosette per far bella figura e chiamarti fuori dal coro. Un voto, un maledetto /benedetto voto a cosa dovrebbe servire o servirmi? Un diritto /dovere da esercitare per essere cittadini-sudditi-clienti-consumatori-telespettatori a pieno titolo o cosa? E cosa s’intende, in questa nostra Italia dove tutto fa spettacolo, con rappresentatività e rappresentanza? Chi rappresenta chi? Che senso ha il semplice vidimare una scheda con cui non si discrimina nulla (con riferimento alle inevitabili implicazioni non solo della legge elettorale cosiddetta Porcellum)? Che senso ha votare gente, cooptata o nominata dall’alto (spesso il capo della setta) o passata per selezioni che non hanno nulla da invidiare ai casting per set cinematografici/ televisivi? La gratitudine verso il proprio capo (una sorta di caporalato riveduto e corretto) in un’ottica di compensazione del semplice debito di riconoscenza degli elettori, peccato che l’uso del cappello sia passato di moda, ma ci si può sempre calare i calzoni! Evidentemente le regole e le affiliazioni dell’Opus Dei piuttosto che di Comunione e Liberazione, di logge massoniche e cosche varie hanno seminato bene, e non solo al sud. Evidentemente la politica è un business fine a stesso, o meglio con finalità il se stesso di chi la fa. E non è un’impressione. Tutt’altro. Almeno a giudicare, a mo’ d’esempio, dalla triste se non drammatica situazione della sanità calabrese: “2 milioni di abitanti , 39 ospedali pubblici, 36 irregolari. E spesso capita di stare male e non trovare posto. …7 ospedali dove c’è più personale che posti letto. Ne apriranno di nuovi. Il buco è di 2 miliardi e 166 milioni. Chi lo paga? Sicuramente i calabresi con le tasse, certamente le altre regioni che vedono allungarsi le liste d’attesa perché ogni anno 52.000 calabresi vanno a curarsi in Lombardia o Emilia Romagna, e molti di loro si sono impoveriti per questo. (Milena Gabanelli da Report, Rai 3, del 26 aprile 2009)” Oppure all’altrettanto triste e drammatico problema ambientale: “L’ecomafia è un business che non conosce crisi con un giro d’affari stimato attorno ai 20,5 miliardi di euro. Questo è quanto emerge dal Rapporto Ecomafia 2009 di Legambiente che quantizza in 25.776 gli ecoreati accertati, cioè quasi 71 al giorno ed uno ogni 3 ore. Circa metà, più del 48%, si è consumato nelle 4 regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Calabria, Sicilia e Puglia), il resto si spalma democraticamente su tutto il territorio nazionale. Il 2008 è l’anno dei record per le inchieste contro i trafficanti di rifiuti pericolosi, ben 25, con un fatturato che supera i 7 miliardi di euro. «Tutti soldi sporchi - si legge nel Rapporto - accumulati avvelenando l’ambiente e i cittadini». La montagna di scorie industriali gestite illegalmente dalla Rifiuti Spa, spiega poi il documento, in un solo anno ha raggiunto la vetta di 3.100 metri toccando un'altezza pari a quella dell’Etna. (La Stampa.it 6 maggio 2009)” Giusto a mo’ d’esempi.Il fare. Il fare. Il fare. Il faut. Hic et nunc.
Di mattino presto. Con il vestito buono. Perché bisogna pur darsi da fare. Il proprio dovere è la (rap)presentabilità. Mai scaccolarsi in pubblico, le buone maniere sono indizio e fine. Con la coscienza a posto da esibire. La democrazia ha i suoi riti e bisogna pur prestarsi, presenziare alla pantomima, per far finta che…, per approfittarne al momento giusto, per farne e prenderne parte, per quieto vivere. Una croce da analfabeti sul segno convenuto. Il sorriso di convenienza ed il certificato elettorale che mi ritorna in tasca. Non mi hanno mai chiesto una carta d’identità: la comunità è convenienza. Lo stato di polizia è pulizia esteriore.
Ricordo quella volta, che rivoltami al presidente di seggio rifiutai la scheda per le comunali. Non avevo scelta. Non c’era da scegliere. Questo qui cerca rogne, mi suggerirono perplessi gli occhi scrutatori. Spiegai nei limiti del momento e del mio possibile. M’assecondarono come si suole fare con chi fa mostra di non aver senno. Me ne uscii con un sorriso lieve d’imbarazzo. Fuori posto.
Avevo preso a fotografare cimiteri d’auto. Mi sembrava un’attività propedeutica. Quei relitti, da cui si poteva ancora cavare qualcosa, mi confortavano. Il disfacimento come semina per il futuro. Fare e disfare.
Sarò il solito acchiappanuvole, un miscredente, un bastian contrario, ma non m’importa d’indagare il nulla, il sesso degli angeli, o peggio stilare decaloghi d’antan Anarchia – style, “perché la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopo domani sicuramente…” oppure ingraziarmi i Buttiglione filosofi in sedicesimo. Le mie non scelte come le vostre scelte hanno lo stesso risultato di chi è convinto di scegliere o si presta al gioco: l’immutabilità del presente.
Ogni volta ad interrogarmi su cosa sarei in grado di fare, a cosa potrei rinunciare per difendere la mia idea di libertà. Fino a che punto potrò spingermi. Ci metto il nome (e la faccia), e dalle nostri parti (e non solo) non è d’abitudine ma per carità non confondiamo la Resistenza con la semplice sopravvivenza. Certo la politica, ma quanti ci campano con questa politica?
L’inazzurrarsi del cielo mi conforta. Custode di ferraglia e rovine a cui l’occhio alla lunga s’abitua. Apolide in terra di Calabria, cerco il conforto, come chiunque, di non essere solo.
Rosario Lombardo
8 commenti:
Zorro di Marco Travaglio
Bertinotte
Fausto Bertinotti, già segretario della Federazione operai tessili, già segretario della Cgil Piemonte, per 2 anni presidente della Camera e tuttora presidente della Fondazione Camera dei Deputati, già segretario di Rifondazione Comunista per 13 anni, già deputato per quattro legislature, già ospite dello yacht di Vittorio Cecchi Gori per le vacanze estive a Salina con Valeria Marini (con la quale la sua signora Lella ha rivelato di scambiarsi le mutande), già primatista mondiale delle ospitate a Porta a Porta nel salotto dell’amico Bruno, già ospite fisso del salotto della signora Maria Angiolillo, già protagonista della caduta del governo Prodi I (in nome della leggendaria battaglia sulle 35 ore) e coprotagonista della caduta del Prodi II, dunque due volte corresponsabile e del ritorno di Al Tappone a Palazzo Chigi, omaggiato dal Caimano con diversi orologi del Milan e molti complimenti per le squisite maniere, già protagonista della disfatta della sinistra ridotta ai minimi storici alle ultime elezioni (memorabile la conferenza stampa-funerale convocata all’Hard Rock Cafè di Via Veneto in Roma, affollatissimo di operai delle presse), già teorizzatore dell’abolizione della proprietà privata, già seguace dello psico-guru Massimo Fagioli, già titolare del quarto più alto reddito di Montecitorio con 213.195 euro nel 2006, ha scritto che Romano Prodi – cioè l’unico esponente del centrosinistra che sia riuscito a battere Berlusconi due volte su due, nonostante Bertinotti - è «uno spregiudicato uomo di potere», simbolo dello «smacco complessivo del centrosinistra». Prodi.
Le liti con Bertinotti, le pene del partito. Radiografia di uno psicanalista discusso: "Ho interpretato centomila sogni"
Massimo Fagioli il guru e il Super Io della sinistra
"Già dagli anni '70 sostenevo che le teorie freudiane sono tutte fregnacce"
di Luca Villoresi
ROMA - Di Massimo Fagioli se ne dicono molte, di tutti i colori, davanti e di dietro. Ogni tanto, certo, è lui che se la va a cercare, sfrucugliando l'omosessualità di Niki Vendola, o alzando il tiro contro le istituzioni della psicanalisi: "Freud? Un imbecille". E i freudiani? "Criminali". Come criminali? "Come chiamare una società che vuole curare solo chi ha da spendere almeno diecimila euro all'anno? La cura deve essere per tutti, non solo per i ricchi". Ogni tanto, invece, a metterlo in mezzo ci pensano gli altri, accusandolo di essere un plagiatore, il capo di una setta. E poi, ogni tanto, capita che lo infilino in qualche retroscena, senza che lui, così pare, ne sappia niente: "Che stavo per comprare Liberazione l'ho letto sui giornali. Che poi abbia ispirato la scissione di Rifondazione... non scherziamo". Comunque sia, Massimo Fagioli, il fondatore di una scuola di psicanalisi basata sulla lettura dei sogni e il ritorno all'esperienza della nascita, non recede. Nega. E rivendica.
Piove. La seduta comincia alle sei. Manca più di mezz'ora. Ma sotto i cornicioni ci sono già una trentina di persone in attesa. Il cuore pulsante del fagiolismo è alloggiato in uno stanzone di 120 metri quadrati a Trastevere, all'angolo di piazza San Cosimato. Qui, per quattro giorni a settimana, il professore guida una seduta di analisi collettiva che richiama, ogni volta, almeno un centinaio di partecipanti. L'ingresso è libero. Anche se con qualche limitazione. "No, lei non può entrare. Non siamo a un seminario all'università. Siamo nel mio studio privato. La seduta è un atto medico, sacro. Posso decidere chi entra e chi no. La partecipazione, peraltro, è gratuita e solo chi vuole, alla fine, lascia qualcosa, senza che nessuno controlli". Porta chiusa, dunque. La letteratura sulla dinamica delle riunioni, peraltro, è abbastanza vasta.
Dicono che lei usi, a volte, un linguaggio un po' greve. "In quattro ore una battuta che allevia l'atmosfera ci può stare. E poi usare parole più accessibili fa parte dell'arte medica. Alle mie sedute vengono intellettuali, ma anche persone meno preparate ai linguaggi più sofisticati". Un genio che rifonda la psicanalisi? O un ciarlatano assetato di potere? Il dilemma passa per questioni teoriche molto specialistiche: desiderio o bramosia? Inconscio o inconoscibile? Calandosi, per di più, in un'atmosfera molto romana: cene e cenacoli, pettegolezzi e progetti politico-editoriali. I seguaci di Fagioli sono stati popolarmente ribattezzati, da trent'anni a questa parte, i fagiolini. Il nome vi dà fastidio? "Ma no. Ci danno fastidio le calunnie. Ci chiamino come vogliono. Un nome vale l'altro". Odio e amore. I fagiolini pentiti si sfogano sui blog, ma continuano a riferirsi a "Lui", con la maiuscola. I più convinti, invece, vanno a sentire il professore anche quando fa lezione all'università di Chieti. E credono che il maestro abbia una mente leonardesca.
Architetto, musicista, arredatore, sceneggiatore, scultore, editore... L'unica professione che Fagioli non esercita abusivamente, si direbbe, è la psicanalisi. Per questa materia i titoli sono a posto. Non siamo di fronte a un analista selvaggio. Laurea in medicina a pieni voti nel 1956, specializzazione in neuropsichiatria, prima esperienze in quelli che all'epoca si chiamavano (ed erano) i manicomi... poi la guida di una comunità terapeutica in Svizzera, l'ingresso nella Società psicanalitica italiana, l'espulsione dalla Società psicanalitica italiana... La svolta alla metà degli anni Settanta. "Ho cominciato a sostenere che le teorie freudiane sono tutte fregnacce. E a tenere un seminario all'università di Roma: un successo incredibile. Venivano in centinaia. È stato l'inizio di una pratica che ho trasferito, da privato, nel mio studio di Trastevere". Dal successo sono nate anche una rivista, "Il sogno della farfalla", trimestrale di psichiatria e psicoterapia, e una libreria, Amore e psiche, specializzata nella diffusione dei testi di una casa editrice, Nuove edizioni romane, specializzata nella opere di Fagioli, autore di sette libri; l'ottavo è in arrivo.
La prima ribalta mediatica risale alla metà degli anni Ottanta. All'uscita de "Il diavolo in corpo" accusano lo psichiatra di aver plagiato il regista Marco Bellocchio. Cinque anni dopo, sempre con Bellocchio, Fagioli firma la sceneggiatura de "La condanna": l'accusa, stavolta, è di apologia dello stupro. Nel '98 Fagioli ha poi realizzato un film tutto suo (regista, sceneggiatore, attore, autore delle musiche), "Il cielo della luna", rimasto senza riscontri. Dal cinema all'architettura. Fagioli ha partecipato alla sistemazione della libreria Amore e Psiche, alla realizzazione di una palazzina, al restyling di una piazza capitolina incentrata su una scultura spiazzante. "E ho all'attivo anche una trentina di appartamenti. Diciamo che per me è un hobby".
Fagioli, nel contempo, non trascura l'organizzazione. Ispira convegni, con nomi prestigiosi. O si occupa di editoria. Trent'anni fa era una sottoscrizione per Lotta continua. Oggi insinuano che voglia controllare Liberazione. Sempre a sinistra, comunque: "Una persona sana di mente non può non essere di sinistra". Una scelta di campo che comporta una ulteriore, inevitabile lista degli amici (dagli ex sessantottini a Bertinotti) e dei nemici (la comparsa di una rubrica dello psichiatra su Left ha innescato una catena di dimissioni).
Citazione da un'intervista del 1991: "In quindici anni avrò esaminato qualcosa come centomila sogni, dando un'interpretazione corretta non dico nel cento per cento, ma almeno nel 99 per cento dei casi sì". Da allora sono passati altri diciotto anni. Aggiorniamo i dati? "Certo, in meglio. Ho superato pure il 99 per cento. E ottengo questi risultati perché la mia teoria, basata su quello che chiamo negazione e pulsione di annullamento, non è una chiacchiera, ma una teoria scientifica".
Sicuro di sé. Anche quando mente, sapendo che gli altri sanno che mente. Professore, perché i fagiolini sono soprattutto fagioline? "Davvero?" Professore, non c'è bisogno di entrare; si vede anche da fuori, basta contare... "Beh, non me ne sono mai accorto". Lei esercita un certo fascino. Quanto contano, per il successo delle sedute, le capacità comunicative del terapeuta? "Praticamente niente. È la teoria che guarisce". Perfino l'Ego del professore, in qualche caso, è disposto a fare un passo indietro: il carisma non conta, viva la teoria. "E mi raccomando la foto, non mettete un'altra volta quella dove punto il dito".
(22 gennaio 2009)
A un mese dal terremoto in Abruzzo, vi proponiamo un video di Francesco Paolucci, studente del Master in Giornalismo di Teramo: Terremutato.
http://www.youtube.com/watch?v=MXbG203yPAo
Al Di Là Del Vetro - Ludovico Einaudi
http://www.youtube.com/watch?v=6LxceNTx3S0
Al di là del bene e del male http://www.youtube.com/watch?v=V2fGkbUrMCU
Al di là dei sogni
http://www.youtube.com/watch?v=XCw738c6wn0
Campagna Elettorale Abusiva
http://www.youtube.com/watch?v=Z4FkSy2lt4M
Scène où Jeanne Moreau marche sur la musique de Miles Davis.
http://www.youtube.com/watch?v=saG7EELIfMM
Madeleine Peyroux - J'ai Deux Amours
http://www.youtube.com/watch?v=3GZRTm9-tz0
Germain-Rose Rouge
http://www.youtube.com/watch?v=IkegKN-VZBg
report catania parte 2
http://www.youtube.com/watch?v=53sNlLUDHzg
Noemi Letizia Papi Silvio intervista al Corriere Anno Zero 7 maggio 2009
http://www.youtube.com/watch?v=1vIh-gjYBTw
GOMORRA SCENA INIZIALE
http://www.youtube.com/watch?v=rlc2uoa-I3Q
Adriana Calcanhotto (Clandestino)
http://www.youtube.com/watch?v=FPm3qsIJopU
Lili Boniche BAMBINO
http://www.youtube.com/watch?v=P5VOqlg6STo
Dzelem Dzelem - NBE & Esma Redzepova
http://www.youtube.com/watch?v=bd2C4uyeaXw
Romica Puceanu - As munci la plug si coasa
http://www.youtube.com/watch?v=Nl1rkKqdck8
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