22 maggio 2009

Partono partono partono...



Partono partono partono... I giovani lasciano il Mezzogiorno e migrano verso il Nord, così confermano i dati Istat e Svimez .
A lasciare le nostre terre sono i giovani più istruiti, coloro che hanno studiato e non riescono a trovare un impiego remunerativo dopo i sacrifici fatti.
Soffrono di più i possessori di elevato titolo di studio, quali i laureati ed inoltre tendono a migrare con una propensione molto più elevata rispetto alle altre categorie.
Il dato è allarmante: nel 2004, ad esempio, circa 270.000 conterranei sono partiti, ma gli osservatori spiegano che l'informazione è sottostimata, in quanto non si tiene conto di coloro che si spostano senza modificare la residenza nel comune d'origine.
Negli anni 60' il picco massimo fu di 296.000 unità, in quei tempi ci si spostava definitivamente, i rapporti di lavoro erano per lo più stabili ed a tempo indeterminato, allo spostamento fisico seguiva quello delle variazioni anagrafiche comunali; le rilevazioni erano molto più vicino alla realtà.
Oggi stimare il fenomeno è divenuto più difficoltoso, i giovani si spostano per un periodo più o meno lungo senza modificare i propri dati, vanno e vengono, non hanno la possibilità di stabilizzarsi, di sistemarsi come era permesso ai loro padri.
Il mercato del lavoro meridionale non gode di buona salute, risultati scoraggianti emergono dalle ricerche, e più che al tasso di disoccupazione bisognerebbe guardare ai tassi di occupazione e di attività, la difficoltà nel trovare lavoro è aumentata.
I giovani che rinunciano a cercarne uno sono infatti aumentati di 500.000 mila unità nel quinquennio 2000 - 2005.
La causa scatenante della migrazione di massa è l'assenza di possibilità di realizzare le proprie aspirazioni in un territorio divenuto ostile allo sviluppo economico.
Particolare è il caso della Calabria, una regione che ha una speciale vocazione nel produrre “cervelli”, il più alto tasso percentuale del Meridione di iscritti e laureati per le classi giovanili, ma allo stesso tempo il più alto numero di migranti, con circa 18.000 unità nel 2004.
Il fenomeno, oggi poco presente nel dibattito politico (con rare eccezioni), meriterebbe maggiore attenzione sia da parte delle istituzioni e istituti di ricerca, ma anche dai mezzi di comunicazione di massa e dal sistema radio televisivo.

[Salvatore Pace]
da www.arealocale.com

1 commento:

Erri De Luca racconta l'immigrazione da Lampedusa ha detto...

Erri De Luca racconta l'immigrazione dal cimitero di Lampedusa dal programma "Che tempo che fa" del 20 maggio 2009
http://www.youtube.com/watch?v=gPEmvU3R_i0
(R.Lo.)