9 gennaio 2009

ULIVETI & VIGNE & FRUTTETI


Caro Direttore,
la ringrazio per l'invito a spedirle altri progetti (nella breve presentazione alla mia lettera sui CAUTI e sugli ASINI, apparsa nel numero di maggio). Bene, veramente questo invito mi ha fatto piacere. Adesso, mi è venuta voglia di scrivere a Confronto il riassunto di alcune considerazioni che possono, forse forse, interessare i lettori: specialmente quei concittadini che fanno politica. Dalla mattina alla sera...
Ecco: in Italia ha vinto l'Ulivo; e ad Acri, pure. Orbene... nell'attesa, aspettando l'esito ed i risultati della prodezze del Prodi (così potremo giudicare), e dei prodi acresi (speriamo non siano nè CA-UTI nè CADUTI), possiamo sin da ora affermare questa evidente verità vera: è la prima vera volta che i vegetali vincono le elezioni! Ulivi... Querce... Eccetera. Altro che “Verdi”! Siamo immersi in piena campagna! Sarà una agricultura... Totale? Stavo per scrivere Acricultura, ma mi sono ravveduto. Aspettiamo. Osserviamo...
Ma, voilà il Progetto: mi domando per conseguenza, con la più intima serietà di cui sono capace, se non sarebbe indispensabile una Opposizione unita sotto il segno e nel partito della Vite. Siamo nel mediterraneo, no? L'Ulivo, la Vite, O sole mio...
Restiamo ad Acri: il nostro territorio è pieno di ulivi; e di vigne: dato che sono molti i politici e le persone Specialisti della Vigna. Siamo un popolo di viticultori non dimentichiamolo. La stessa Unità d'Italia mi appare inconcepibile senza l'olio ed il vino. Peccato che non posso, qui, sviluppare questa bella teoria fondamentale. Pure la Questione Meridionale, La Questione del Settimo Giorno oramai (Mezzogiorno è passato e c'è tanta gente che non se ne è accorta!), trova buoni riflessi nel vino; ed il nostro è per altro eccellente quando lo è, come si dice saggiamente. Ma, mi si permetta di aggiungere che da ragazzino La Questione del 1/2 giorno mi faceva credere che alle ore 12:00, precise, a mienzujuornu insomma, da qualche parte vi dovevano essere persone che facianu quistioni, chi si dieticavanu! Una simpatica vecchietta di Padia (comare Maria, grande amica di comare Antonietta) sentendo questa frase ripetersi continuamente nei fragorosi discorsi elettorali, con o senza altoparlanti, finì col domandare a compare Sarbaturu (questo nostro anziano pareva molto esperto in politica): Compà, ma chi madanova cumbinanu a ‘su benadittu mienzujuornu? Si minanu, o ‘un mangianu?
Tra l'Ulivo e la Vite, un Centro si impone molto naturalmente. Vegetale anch'esso. Tralasciamo le solite elucubrazioni, cotte e ricotte, sul central-ISMO più a sinistra o verso la destra: son decenni che si prendono i piedi e l'anima in queste quasi diametriche che possiamo definire arteriosclerotiche. O gnacizzeati. E con quali risultati poi?
Questo Centro potrebbe essere, e perché no, il Frutteto; le componenti (i partiti) si chiamerebbero allora: Melo, Pero, Banano, Nespolo, Eccetera. Il Manifesto del Nespolo? POPOLO! COL NESPOLO SON NESPOLE!
Finalmente (uff che ventata di aria fresca) il ritorno alla terra (ad esempio, A chilla ‘e di Costi), alle famose radiche, in breve alla campagna, sarebbe completo. Certo. Ma, definitivo? (D'adivi si steanu perdiennu, sodia diri cumpà Sarbaturu. E non era per nulla allegro dicendolo.)
Ed i Legumi? Dove li mettiamo i Legumi? Domanderà il solito ingenuo. O qualcuno che ama le buone questioni per il mezzogiorno. Cosa ci facciamo con i legumi? I Citruli, le Rape, e via dicendo. Staranno con la Sinistra o con la Destra? Nella Vigna, nell'Uliveto, o nel Frutteto? Fondamentale questione: duvu si ‘mpizzanu?
La logica serve: e quindi non possiamo assolutamente immaginare che questi preziosi ortaggi formino un partito per conto loro! Sarebbe: Partito del Citrulo; o ancora: Partito delle Rape. Non possiamo crederci! E la reputazione degli eletti poi?
Finora, nei giornali della Penisola non mi pare di aver letto niente di esplicito su come si situeranno i Legumi. Mancanza letale. O, perlomeno, grave, forse decisiva, dei giornalisti. Eppur vero che questi non possono - viste le tante solite urgenze italiane - pensare a tutto. Magari, a discapito delle gesta del Bossi: Partito del Granturco, in Lombardia... Della Polenta. O dei Forza Itali. Ma qui, entriamo nell'erba, terra-terra: come la legge della caduta dei corpi pieni di aria impone al gioco del pallone.
N.B. A proposito di calcio. Sono... comunque, per l’Acri. Ma, perché mai, adesso “Nuova Acri”? La vecchia l'hanno mandata allo sfascio? Allu fierru viecchiu?
Caro Direttore, auguro buone vacanze a lei ed a Confronto. Intanto, qui luglio è piovoso.
À bientôt. Paris 10 luglio 1996*. Luigi Algieri.

(*) P.S. Sono passati quasi tredici anni. Tredici splendide annate di continuo progresso sociale ed individuale... In ogni campo, nazionale e comunale. Politica, Agricoltura, Finanza, Cultura...
- Giusto un esempio tra i più culturali: assolutamente illuminante. Via via... è diventato sempre più chiaro, evidente, che qualcuno che sia completamente allo scuro per quanto concerne, che so... il Teatro, la Letteratura, la Musica, il Cinema, la Storia, la Geografia... ebbene, ha i requisiti giusti, e quindi le più grandi possibilità teoriche per poter accedere alle prestigiose carriere, pratiche, di Eletto, di Assessore, di Sindaco...
- Per quanto concerne la nostra squadra di calci comunali: da ragazzo ne avevo viste, tantissimi anni fa quindi, due bellissime partite. Acri le perse, in casa! E quindi, logicamente... i tifosi più accesi... assediarono gli l’arbitri, barricati negli spogliatoi... Eppure, non mi era sembrato che avessero arbitrato male. Anzi. Allora, mi dissi, tra me ed i miei quattordici anni, senza esitare: Accidenti, deve essere colpa mia se abbiamo perso! E così fu che non ci misi più un piede, nel campo. Sportivo...


- Luigi Algieri, 9 gennaio 2009.

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