E così lo specchio della nostra città, la sconcia e immanente rappresentazione grafica di ciò che siamo, il grigio succedersi delle monotone giornate acresi scandito unicamente dal susseguirsi di feste religiose e ricorrenze familiari, il cui unico e, neanche tanto, recondito scopo è quello di farsi una bella scorpacciata di "fusilli e purpette", attraverso una serie di immagini plumbee come queste uggiose giornate di dicembre, ha trovato degna collocazione in un luogo a noi famoso per il degrado e l´abbandono a cui è stato destinato da un´amministrazione comunale per la quale è già un eufemismo definirsi tale.Nel mese di dicembre dello scorso anno ebbi modo, per il lavoro che svolgo, di prendere visione in anteprima del cartellone fotografico, con le immagini della nostra città, che avrebbe trovato successiva posizione nella Porta Parco, situata in località Varrise. Indignato e soprattutto arrabbiato per la qualità e i soggetti di alcune immagini, ma soprattutto per la filosofia del "last minute" alla quale era stata improntata la sua realizzazione, scrissi un dettagliato resoconto sulla medesima, pubblicato su Acrinrete.info (http://www.acrinrete.info/new07.asp?id=1710). Tale articolo ebbe delle ripercussioni nel mio ambito lavorativo, anche nei confronti del sottoscritto (però come si suol dire, "piscia chiaru e va n´cudu allu miedicu") ma soprattutto a livello della direzione del Parco Nazionale della Sila e, in qualche misura, anche in seno all´amministrazione comunale acrese, tanto che la posa in opera del cartellone incriminato venne sospesa ad interim in attesa di una realizzazione di diversa fattura.E´ passato un anno e, com´era lecito attendersi, la realizzazione del nuovo cartellone è caduta nel dimenticatoio, come buona parte delle dichiarazioni programmatiche della compagine governativa locale, tanto che l´ente preposto alla messa in opera del sopracitato ha optato, in mancanza di meglio e soprattutto per portare a conclusione il lavoro ad esso commissionato, per la definitiva collocazione del tabellone originario.Molti diranno che ci sono problemi più importanti da risolvere e, se vogliamo, uno fra i tanti è proprio lo stato di in cui versa l´ex colonia Varrise (vedi i video su You Tube qui di fianco) che sebbene abbia subito un restauro in periodi abbastanza recenti è ora nuovamente caduta in uno stato di totale fatiscenza. A tal proposito mi preme richiamare un altro mio scritto, pubblicato sempre su Acfrinrete.info, relativo alla possibilità di ottenere dei finanziamenti per la rivalorizzazione di vecchie strutture ricadenti nel territorio del Parco della Sila (http://www.acrinrete.info/new.asp?id=1872). La Porta Parco così realizzata rappresenta pertanto il degno punto d´accesso per i malcapitati pellegrini che si accingessero a varcare i confini del territorio comunale tanto che sarebbe stato opportuno scrivere:
Iu trasu alla citata dolerusa,
Iu mi nni vaiu d´intra li terni peni,
Iu vaiu ntra gente morta e minnittusa.
La Giustizia de Ddiu nvita mi teni.
De lu Spiritu Santu accompagnata,
De Gesù Cristu ch´è llu primi Beni.
Prima de mia si ci è cosa crijata
Stà ternamenti, ed iu nnitiernu duru.
Perdissi ugne speranza chi ha l´intrata.
Chisti paroli a nnivuru culuru
Vidivi scritti ncima de na porta,
E dissi:
Illu rispusi dde persuna accorta:
Ugne pagura chi lu coru porta.
Simu arrivati dduvi ti dicietti:
Cca viderai li genti dolerusi
Ch´hau persu lu Signuri e lli ntelletti.>>
-Tratto dalla Divina Commedia "U Mpiernu" in dialetto calabrese di Salvatore Scervini-
Ah, quasi dimenticavo. E´oramai ben consolidata la tradizione acrese che vuole dei cassonetti di rifiuti posti in bella vista di fronte a bacheche o tabelloni.
Domenico Gallipoli
13 commenti:
Manch'i cani Signuri!
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