To’ guarda chi ti rispunta: l’on. , non più tale, Fausto Bertinotti! L’ex presidente della camera nel suo pastrano incerato che fa tanto commissario (Colombo, Derrick… Sheridan… fate voi.) col suo incedere blasè che fa tanto tenerezza: …cribbio, ma come faranno i salotti televisivi senza il suo cachemire, il suo porta-occhiali, le sue Church da 700 euro ai piedi e la sua erre moscia? Pure lui alla manifestazione di giovedì. Farsi vedere vale sempre la pena soprattutto per un presenzialista della sua stoffa, promosso sul campo (quale?) professore universitario della facoltà di Scienze politiche e Giurisprudenza del capoluogo umbro. Il subcomandante Fausto, infatti, (non si sa a che titolo visto che non è nemmeno laureato), sta tenendo un ciclo di lezioni presso l’ateneo di Perugia e la sua presenza alla manifestazione in qualità di professore (precario?) potrebbe essere pienamente iscritta alla difesa del salario: il suo naturalmente! Invece no. I rifondaroli sono abili e con il fiuto lungo, non c’è protesta sul suolo italico che essi non cavalchino per assumersene la paternità e cercare di trarne al dunque profitto. Questa politica (di lotta e di governo?), però ha stufato e mostrato il fiato corto. Non paga più unirsi alla lotta trafelati e col pugno alzato. L’onda avanza, inonda ed esonda al grido né di destra e di sinistra e le bandiere rosse ormai fanno solo ridere. Certo gli scontri di p.za Navona potrebbero ingannare: la destra e la sinistra sulle barricate come nei migliori anni, ma a credere che la sinistra riesca ancora ad indottrinare le masse sono rimasti solo Berlusconi e i suoi accoliti, e per altri versi il senatore a vita Kossiga che continua imperterrito a sputare sul fuoco. Di kefiah, magliette del Che e stanche liturgie di sinistra, per fortuna non se ne sono viste tante in questi giorni. Di reduci in quanto tali, che spiegano e presenziano ancora se ne vedono e sentono, ma… hai voglia dire di nuovo il ‘68, il ’77, l’85, la Pantera. L’onda rossa (posse) s’è inabissata: “…questo è il momento /devi batterlo il tuo tempo/ Batti il tuo tempo/ batti il tuo tempo per fottere il potere. ” Nessuno vuole più fottere il potere ma tutti vogliono il potere di fotterti.
Non svicoliamo, però. L’onda della protesta studentesca è stata cavalcata da tanti, da destra e da sinistra, ognuno per propria convenienza. A cominciare da quei professorini o professoroni, in aspettativa oppure no, che cumulano onori giovandosi ora del loro essere parlamentari ora del loro essere accademici senza data di scadenza. Nemmeno Veltroni s’è lasciato sfuggire, del resto, l’occasione per cercare di capitalizzare la non messa in discussione della sua leadership all’interno del piddì inventandosi l’ennesima raccolta firme. Di Pietro ha benedetto il nuovo corso veltroniano e recitato da par suo la parte di difensore della sua borsa valori (ma che razza di nome è, per un partito, Italia dei Valori?). E poi ritornando a bomba sulla sinistra radical-chic-frufru, le sue anime sono tornate a marciare distinte e separate, cosicché, parafrasando Gaber, si potrebbe dire: due disgrazie in un corpo solo! In realtà, Rifondazione la sua indole multipara l’ha manifestata fin dalla nascita. I suoi parti, lungo la sua breve esistenza, hanno figliato divisioni e finte rappacificazioni, circoli fantasmi e/o double-face, congressi à la carte e liti di condominio, equilibrismi e funambolismi. Alla conventio ad escludendum del passato verso i partiti di centro destra si è sostituita la non belligeranza, la collaborazione, la mutua assistenza. Così non è raro osservare come dei rifondaroli siedano nella stessa maggioranza insieme ad ex-fascisti, rivendutosi al pubblico come attivisti di Forza Italia o di Alleanza Nazionale (ora UDC), così come accade a Bisignano. D’altronde, tanto per introdurre una nota di cronaca rosa, lo stesso leader della Sinistra Arcobaleno Fausto Bertinotti il suo animo non violento, tollerante e soprattutto bipartisan l’ha coltivato pure in casa se il figlio Duccio è convolato in seconde nozze con la figlia d’un consigliere di Alleanza Nazionale di Ostia, ma ciò potrebbe essere indicato come un semplice pettegolezzo da riviste gossippare, perciò meglio passare oltre.
L’altra sortita, di questa settimana, è stata quella del venerando (87 anni) e venerabile gran maestro della loggia massonica P2 che è stato catapultato nel mondo televisivo in qualità di presentatore d’un programma (Venerabile Italia) per Odeon Tv. Un altro con le carte in regola: evidentemente. Incartapecorito a sufficienza, ma con le idee ben lucide. Si è detto, «in linea di massima», d’accordo con la riforma Gelmini «perché garantisce un po’ d’ordine» mentre dell’ex affiliato Berlusconi ha detto che «è l’unico che può proseguire il mio piano.» Il Piano di Rinascita Democratica, naturalmente. A cui tutti si sono abbeverati, a suo dire. «…Mi dovrebbero pagare i diritti ma non fu possibile depositarli alla Siae.» Allarmante e inquietante invece quanto egli dice a proposito delle stragi: «ci sono sempre state e ci saranno sempre perché non c’è ordine: infatti sono arrivate dopo gli anni ’60. Se domani tornassero le Br ci sarebbero più stragi.» Semplici farneticazioni arteriosclerotiche o avvertimenti di futuri e possibili scenari?
L’unica e sola speranza è che il futuro, di cui i giovani scesi in piazza vogliono essere artefici, ci liberi di venerabili e venerandi maestri così come di quei politici che potrebbero benissimo stare da una parte piuttosto che dall’altra. In questo nostro miserabile paese c’è bisogno d’una forte opposizione ad incominciare da subito per poter sperare.
Non svicoliamo, però. L’onda della protesta studentesca è stata cavalcata da tanti, da destra e da sinistra, ognuno per propria convenienza. A cominciare da quei professorini o professoroni, in aspettativa oppure no, che cumulano onori giovandosi ora del loro essere parlamentari ora del loro essere accademici senza data di scadenza. Nemmeno Veltroni s’è lasciato sfuggire, del resto, l’occasione per cercare di capitalizzare la non messa in discussione della sua leadership all’interno del piddì inventandosi l’ennesima raccolta firme. Di Pietro ha benedetto il nuovo corso veltroniano e recitato da par suo la parte di difensore della sua borsa valori (ma che razza di nome è, per un partito, Italia dei Valori?). E poi ritornando a bomba sulla sinistra radical-chic-frufru, le sue anime sono tornate a marciare distinte e separate, cosicché, parafrasando Gaber, si potrebbe dire: due disgrazie in un corpo solo! In realtà, Rifondazione la sua indole multipara l’ha manifestata fin dalla nascita. I suoi parti, lungo la sua breve esistenza, hanno figliato divisioni e finte rappacificazioni, circoli fantasmi e/o double-face, congressi à la carte e liti di condominio, equilibrismi e funambolismi. Alla conventio ad escludendum del passato verso i partiti di centro destra si è sostituita la non belligeranza, la collaborazione, la mutua assistenza. Così non è raro osservare come dei rifondaroli siedano nella stessa maggioranza insieme ad ex-fascisti, rivendutosi al pubblico come attivisti di Forza Italia o di Alleanza Nazionale (ora UDC), così come accade a Bisignano. D’altronde, tanto per introdurre una nota di cronaca rosa, lo stesso leader della Sinistra Arcobaleno Fausto Bertinotti il suo animo non violento, tollerante e soprattutto bipartisan l’ha coltivato pure in casa se il figlio Duccio è convolato in seconde nozze con la figlia d’un consigliere di Alleanza Nazionale di Ostia, ma ciò potrebbe essere indicato come un semplice pettegolezzo da riviste gossippare, perciò meglio passare oltre.
L’altra sortita, di questa settimana, è stata quella del venerando (87 anni) e venerabile gran maestro della loggia massonica P2 che è stato catapultato nel mondo televisivo in qualità di presentatore d’un programma (Venerabile Italia) per Odeon Tv. Un altro con le carte in regola: evidentemente. Incartapecorito a sufficienza, ma con le idee ben lucide. Si è detto, «in linea di massima», d’accordo con la riforma Gelmini «perché garantisce un po’ d’ordine» mentre dell’ex affiliato Berlusconi ha detto che «è l’unico che può proseguire il mio piano.» Il Piano di Rinascita Democratica, naturalmente. A cui tutti si sono abbeverati, a suo dire. «…Mi dovrebbero pagare i diritti ma non fu possibile depositarli alla Siae.» Allarmante e inquietante invece quanto egli dice a proposito delle stragi: «ci sono sempre state e ci saranno sempre perché non c’è ordine: infatti sono arrivate dopo gli anni ’60. Se domani tornassero le Br ci sarebbero più stragi.» Semplici farneticazioni arteriosclerotiche o avvertimenti di futuri e possibili scenari?
L’unica e sola speranza è che il futuro, di cui i giovani scesi in piazza vogliono essere artefici, ci liberi di venerabili e venerandi maestri così come di quei politici che potrebbero benissimo stare da una parte piuttosto che dall’altra. In questo nostro miserabile paese c’è bisogno d’una forte opposizione ad incominciare da subito per poter sperare.
Rosario Lombardo
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