Di, a, da, in, con, su, per, tra, fra. Le preposizioni o le proposizioni? Nel dubbio meglio schioccar le dita, recitar da ingenuo e navigare nelle acque basse. Sì, nel web (wonderfully entertainment briefing). Il pantano unidimensionale. Sì, l’occhio strabico sul mondo, la piazza virtuale, la democrazia tutta bell’imbellettata affabile con tutti. Tutti uguali al cospetto dell’unico Dio. …Perché non si ha altro Dio all’infuori del web (wide expo of buddha-bar)! Il nick name, l’avatar, i pruriti adolescenziali, la mise en place su you-tube. Al riparo, sotto copertura, millantatori nati! Per non rischiare di ritrovarsi dalla parte del torto, dalla parte sbagliata della barricata, tra i soliti quattro sfigati. I proponimenti, i buoni propositi, le furfanterie. Ah, l’innocenza degli inotipisti!
Il web (wild exciting bullettin) come instrumentum ad tutelam regni, dove la comunità si fa community nel crogiuolo del simulacro del genius loci. Dove ogni chat ricalca il ciangottio, il berciare pettegolo, sboccato, a mezza bocca, del vico, del pianerottolo, del mercato. Con un lessico ed un cifrario per iniziati, anziché no. Un miagolio da decifrare, le cri du chat, the cat a far le fusa, …internazionali per così dire. Dove il sottaciuto brama vendetta ed ogni conquista dà corpo al riscatto dell’intera città per “raccontare dei successi/ e dei fischi non parlarne mai.” …Bene, bravi, bis, 7+.
Navigando su e giù, nell’iper-fetazione di informazioni, si ha a volte la netta sensazione di non giungere ad un capo di niente, di trovarsi davanti al riflesso d’una squallida tivù regionale. In un supermarket per non tutte le tasche. Tutto da scaricare, nulla da soppesare. Una festa di partito perfettamente sovrapponibile alla festa del santo patrono, l’articolo del corrispondente locale a moltiplicarsi in tutta la sua inutilità di cronaca di quartiere, le messaggerie a non aggiunger niente agli essemmesse e nei commentari l’io internauta ad eccedere, a sollazzarsi, in sostanza a non aggiungere un cazzo. È la blogosfera bruzia lor signori! L’entusiasmo delle prime ore a strizzar l’occhio o chiuderli tutt’e due: …fottiti pure mio caro blog del mio cuore! E le eccezioni, in quanto tali, a contarsi sulle dita. Nemmeno una traccia della “primavera” fuori calendario di appena un anno fa, sbocciata sull’onda delle inchieste di Luigi de Magistris e cavalcata dal quotidiano la Provincia Cosentina (che nel frattempo nemmeno si stampa più) ed eclissatesi in uno sbadiglio. La democrazia di facciata, intanto, aggiorna le sue homepages con uguale disposizione arresa e identica carta carbone dei media di vecchio stampo. È il fallimento del World Wide Web in quanto tale o cosa? Dove si sono arenate disanime e discussioni? Dov’è finita la sinistra alternativa, antagonista, radicale? Dove i movimenti? Dove s’è rifugiato l’estro calabro-italico che dà frutti solo oltre-confine? Qui e là sopravvivono solo alcuni miseri resti che appaiono come congelati, in attesa di aggiornamenti che, forse, non arriveranno mai o tanto per. E dove naufraga la verve giovanilistica della nuove generazioni? A cosa attinge, a cosa si abbevera, in che Cristo spera? I giovani. I giovani. I giovani. …Ma come si può nutrire speranza nei giovani? “Mentre parecchi facevano l'università/ Alcuni si impiccavano in garage/ Lasciando come ultime volontà le poesie di Vian...” Per fortuna la gioventù è una malattia di cui si guarisce in fretta, finendo miseramente con l’avvizzirsi e con l’esibere tronfia la propria saggezza disinteressata. La tecnologia inventa e si rinnova, e l’(e-)business impazza (cribbio come mi piace quella e fra le tonde!) Un semplice touch e sei gia collegato! E par far che? E, soprattutto, per dire cosa? …Avanti a chjazza un gapiriri saccu. …S’u sani tria si sari a via via. Il contegno dei proverbi a farsi fottere. Tutto il mondo in palmo di mano, ma a quale prezzo? La complessità senza più cittadinanza. …È l’autunno che avanza…
Il web (wild exciting bullettin) come instrumentum ad tutelam regni, dove la comunità si fa community nel crogiuolo del simulacro del genius loci. Dove ogni chat ricalca il ciangottio, il berciare pettegolo, sboccato, a mezza bocca, del vico, del pianerottolo, del mercato. Con un lessico ed un cifrario per iniziati, anziché no. Un miagolio da decifrare, le cri du chat, the cat a far le fusa, …internazionali per così dire. Dove il sottaciuto brama vendetta ed ogni conquista dà corpo al riscatto dell’intera città per “raccontare dei successi/ e dei fischi non parlarne mai.” …Bene, bravi, bis, 7+.
Navigando su e giù, nell’iper-fetazione di informazioni, si ha a volte la netta sensazione di non giungere ad un capo di niente, di trovarsi davanti al riflesso d’una squallida tivù regionale. In un supermarket per non tutte le tasche. Tutto da scaricare, nulla da soppesare. Una festa di partito perfettamente sovrapponibile alla festa del santo patrono, l’articolo del corrispondente locale a moltiplicarsi in tutta la sua inutilità di cronaca di quartiere, le messaggerie a non aggiunger niente agli essemmesse e nei commentari l’io internauta ad eccedere, a sollazzarsi, in sostanza a non aggiungere un cazzo. È la blogosfera bruzia lor signori! L’entusiasmo delle prime ore a strizzar l’occhio o chiuderli tutt’e due: …fottiti pure mio caro blog del mio cuore! E le eccezioni, in quanto tali, a contarsi sulle dita. Nemmeno una traccia della “primavera” fuori calendario di appena un anno fa, sbocciata sull’onda delle inchieste di Luigi de Magistris e cavalcata dal quotidiano la Provincia Cosentina (che nel frattempo nemmeno si stampa più) ed eclissatesi in uno sbadiglio. La democrazia di facciata, intanto, aggiorna le sue homepages con uguale disposizione arresa e identica carta carbone dei media di vecchio stampo. È il fallimento del World Wide Web in quanto tale o cosa? Dove si sono arenate disanime e discussioni? Dov’è finita la sinistra alternativa, antagonista, radicale? Dove i movimenti? Dove s’è rifugiato l’estro calabro-italico che dà frutti solo oltre-confine? Qui e là sopravvivono solo alcuni miseri resti che appaiono come congelati, in attesa di aggiornamenti che, forse, non arriveranno mai o tanto per. E dove naufraga la verve giovanilistica della nuove generazioni? A cosa attinge, a cosa si abbevera, in che Cristo spera? I giovani. I giovani. I giovani. …Ma come si può nutrire speranza nei giovani? “Mentre parecchi facevano l'università/ Alcuni si impiccavano in garage/ Lasciando come ultime volontà le poesie di Vian...” Per fortuna la gioventù è una malattia di cui si guarisce in fretta, finendo miseramente con l’avvizzirsi e con l’esibere tronfia la propria saggezza disinteressata. La tecnologia inventa e si rinnova, e l’(e-)business impazza (cribbio come mi piace quella e fra le tonde!) Un semplice touch e sei gia collegato! E par far che? E, soprattutto, per dire cosa? …Avanti a chjazza un gapiriri saccu. …S’u sani tria si sari a via via. Il contegno dei proverbi a farsi fottere. Tutto il mondo in palmo di mano, ma a quale prezzo? La complessità senza più cittadinanza. …È l’autunno che avanza…
Rosario Lombardo
24 commenti:
dopo aver eliminato i commenti eliminate pure l'anonima
m'ispiri
la tecnica non aiuta quando non c'è l'aspirazione
adios
sbarbatiellu de mes deux... adios
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