ACRI A GONFIEVELE
Informazione Cultura Satira
29 aprile 2014
15 aprile 2014
GIUSEPPE ANTONIO ARENA, LITOFAGO GA
La maggior parte della filmografia su
Napoli ed ambientata in essa rappresenta la città sempre illuminata
dal sole, in una sorta di estate perenne che richiama pomodori e
camorristi scamiciati, quasi a rendere, questi ultimi, dei personaggi
tropicali, esotici, quindi, lontani ed estranei, appartenenti a
favelas e rolex di altri continenti sul tropico del cancro.
Giuseppe Antonio Arena o Litofago GA
era di Duglia e sembrava venisse anche da altri posti. Del resto, un
intellettuale come lui viene dai luoghi che visita e vive e da quelli
che legge e scrive. I luoghi di una fisicità del corpo e dell'anima,
l'impatto tellurico con città, libri, persone, marciapiedi e
panorami. I terremoti sono sempre un'evoluzione.
Era di fine aprile quel 1995, chissà
se Napoli era piovosa e bukowskiana, sicuramente anarchica simile
all'anarchismo contadino di cui scriveva il Litofago GA. E se c'era
il sole sembrava solo una presa per il culo, un inganno della morte.
Arena tornò a Napoli come suo solito,
e solito fu il silenzio, quello parlato da molte sue partenze. Nulla
di strano, era fatto così. Ma i giorni infilati a grani di rosario
infetti non erano di silenzio parlato, quel silenzio era muto.
Lui che provocò emorragie nelle
armature sociali, che permise alle realtà nascoste di fuoriuscire da
una pelle di racconto stesso che non le raccontava, alla fine fu
trovato morto per emorragia cerebrale, intorno al dieci maggio,
ironia della sorte, forse, perché la sua mente era troppo affollata.
La sua adesso è una vita altrove, se
ce n'è uno, ma la sua vita qui dovrebbe essere vita nostra e non
basta pensare “se io fossi Patti Smith”, come in una sua famosa
poesia.
ANGELO SPOSATO
10 aprile 2014
BACHECHE
Qualche anno fa, 2008/2009 se non sbaglio, venne rimossa una bacheca pubblica in Piazza Annunziata ad Acri. Tale bacheca era un vero e proprio mezzo di comunicazione su cui affiggere volantini, comunicati e manifesti ed essa, all'epoca di internet, era un importante strumento per fornire informazioni e coinvolgere persone che non frequentano la rete e altre che magari la usano poco. Con quella bacheca avveniva una maggiore diffusione di quanto accadeva nella città, in modo molto libero.
ANGELO SPOSATO
ANGELO SPOSATO
21 marzo 2014
DIFFERENZIAMOCI: NO ALLA PRIVATIZZAZIONE
In
merito all'approvazione in Consiglio Comunale dell'affidamento della
raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti ad una società privata,
noi del Comitato per la Difesa dei Beni Comuni, che da anni ci
battiamo sul tema dei “rifiuti zero” e su tutti i temi
riguardanti i veleni che inquinano il territorio ed il mare della
Calabria, non siamo favorevoli alla esternalizzazione del servizio e,
allo stesso tempo, ci chiediamo come sia stato possibile, per
l'ennesima volta, che su temi di primaria importanza non siano stati
coinvolti Comitati, Associazioni e tutti i cittadini che agiscono sul
territorio, che hanno acquisito conoscenze sull'argomento, a
differenza di molti consiglieri di maggioranza, neofiti della
discussione, che hanno dato prova di avere scarsa conoscenza sul tema
in questione.
Inoltre,
ci chiediamo come sia possibile che il privato riesca ad espletare il
servizio in maniera migliore rispetto a quello che offre ed ha sempre
offerto il Comune con un drastico taglio dei costi (la base d'asta è
fissata a 1,6 milioni di euro + IVA) rispetto alla gestione pubblica.
Una delle possibili opzioni è che le competenze interne
all'amministrazione non siano tali da garantire una gestione votata
ai principi di efficacia, efficienza e buon andamento a favore dei
beni comuni. L'altra opzione possibile è che la maggioranza
consiliare, in accordo con le logiche regionali di procurare per poi
sanare l'emergenza, abbia provveduto a dare attuazione alle logiche
privatistiche provenienti “dall'alto” senza tener conto che molte
delle aziende private che si occupano di questo comparto, spesso, si trovino situazioni di scarsa affidabilità sociale in quanto
presentano, a seguito di sentenze, continuità con ambienti 'ndranghetisti o, comunque, i loro CdA spesso risultino
indagati e giudicati, su tutto il territorio nazionale, per reati
contro il patrimonio pubblico e contro l'ambiente stesso. Se l'unica
preoccupazione della stessa maggioranza comunale nell'opposizione
alla costruzione di una disdicevole centrale a biomasse sul NOSTRO
territorio era il possibile intervento della 'ndrangheta su Acri, non
vediamo il motivo per cui lo stesso discorso non sia stato fatto anche
in questo caso.
Come
Comitato crediamo nella necessità di sostituire le logiche di
emergenza e risparmio immediato con politiche di medio-lungo periodo
dove la raccolta differenziata diventi una pratica di civiltà per il
recupero di fondamentali materie prime da reintrodurre nel circuito
produttivo locale. In questo modo la NOSTRA comunità potrebbe avere
diversi vantaggi sia dal punto di vista economico e finanziario
dovuto all'abbassamento dei costi di gestione e di conseguenza delle
tasse gravanti sui cittadini, sia per la creazione di opportunità di
cooperative locali. Anche i rifiuti sono una risorsa e, gestiti come
bene comune, possono generare cicli virtuosi, affrontando, in primis,
le problematiche derivanti dalle discariche, tra cui la nostra che
necessita di una immediata bonifica.
È
insensato, tra l'altro, presentare negativamente e/o denigrare i
risultati ottenuti da altre realtà quando si portano all'attenzione
esperienze già in atto. L'esperienza di realtà territoriali più
piccole, rispetto alla nostra, non è da denigrare poiché gli
amministratori di quei luoghi hanno avuto il senso di responsabilità,
una visione lungimirante e soprattutto il coraggio e le capacità
di fare determinate scelte a discapito di altre più superficiali e
pilatesche. Allo stesso tempo, esistono esempi di Comunità locali
simili, se non più grandi, di quelle acresi che hanno fatto, in poco
tempo, di necessità ed emergenze un percorso partecipato di
riavvicinamento ai problemi e hanno approntato una soluzione stabile
agli stessi.
Pertanto,
sarebbe opportuna l'apertura di un tavolo di discussione con i
Comitati, le Associazioni ed i cittadini impegnati sul territorio.
Il
Comitato per la Difesa dei Beni Comuni si impegna, così come ha
sempre fatto, a promuovere ed informare l'amministrazione ed i
cittadini sui possibili scenari da costruire insieme sia su questo
argomento che su tutti gli argomenti che riguardano la gestione della
“RES PUBLICA”.
Inoltre
invitiamo gli operatori del settore a prendere coscienza di ciò che
sta accadendo ed a fare sentire la propria voce con proposte di
miglioramento del servizio offerto e del lavoro da essi svolto, in
quanto il passaggio dei lavoratori ad una società privata non è
segno di miglioramento delle proprie condizioni lavorative ed
economiche ma, spesso, come già avvenuto in altri casi, è
sinonimo di peggioramento delle proprie condizioni con l'ingresso in
logiche capitalistiche che non tutelano affatto i lavoratori.
Se
poi la maggioranza politica ritiene che l'esternalizzazione dei
servizi sia l'unico modo per poter approntare al meglio gli stessi,
allora siamo legittimati a chiedere l'esternalizzazione anche del
Consiglio Comunale e delle Giunta da affidare a tecnici e persone di
specchiato spessore amministrativo per la risoluzione dei problemi e
per il buon andamento della macchina pubblica ottenendo, perché no,
anche dei risparmi economici e finanziari.
COMITATO
PER LA DIFESA DEI BENI COMUNI
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